Month: Febbraio 2012

Oh, ma ci sposiamo #8: ed Enzo Miccio?

Non nascondiamolo, molti sanno chi è Enzo Miccio. La trasmissione Wedding Planners su Real Time ha accesso a molti salotti, bene e non perbene. Ahimè Garini della Sforzesca ora si identifica col solo Enzo, personalmente amavo l’ambivalenza tra l’Enzo ed l’Angelo (Garini appunto). Ma sì, i telespettatori non hanno mai voce su queste cose 🙂 Ho ficcato Enzo Miccio nel titolo per attirare gli sguardi ed i sorrisi e per incominciare a parlare (non) seriamente dell’organizzazione fai te (e fai per tre) del matrimonio. Da Oh, ma ci sposiamo si capisce agevolmente che ci siamo dentro la notizia. Siamo futuri sposi ed io sono la candida, isterica e tormentata insieme sposina…inaspettata.

miele

Conosco il miele?

Miele: un viaggio alla sua scoperta con l’antropologa dell’alimentazione Lucia Galasso Domanda stupida, banale. Il miele è quella roba lì. Un prodotto delle api con l’intercessione della mano dell’uomo. I fiori attirano le api e noi spalmiamo il miele sul pane. Certo gli riconosciamo anche altri usi più nobili, come difenderci dal mal di gola 🙂 Scherzi a parte e banalità a parte, mi sono ritrovata la casa invasa da mieli friulani, siciliani, romani e persino polacchi. Così attorniata ho voluto saperne di più. Qualche mese fa mi avvicinai ai Mieli Mil intervistando un giovane produttore di mieli come Andrea D’Orlando, stavolta ricorro ad un’amica antropologa. Lucia Galasso, già membro della giuria speciale dei Blecs, mi scriveva messaggi tempo fa tipo: “Non posso venire sabato, sono a smielare”. Smielare? Lucia si è buttata sul miele, ha voluto incominciare a vedere come si fa. Da antropologa non si è fermata alla carta, ma ha voluto smielare, appunto. Per capirne di più del miele, dello smielare e del mondo immenso che un barattolino di vero miele può …

Zuppa di cavolo nero e neve romana

Colgo la magia del momento e pubblico in ritardo il post. Immagina…Fuori dalla finestra c’è la magia di Roma sotto la neve. Inaspettati fiocchi di neve rallegrano il sabato pomeriggio subito dopo un pranzo a suon di zuppa di cavolo nero e miglio. E’ una zuppa che è nata non per caso, ma per necessità. Fermo restando ovviamente il mio debole per il miglio, vuoi versione insalata o biscotto. Ti è mai capitato di tornare da un viaggio di lavoro e domandarti come, durante la tua assenza, la dolce metà sia sopravvisuta? Nulla manca dal frigo, nessun mezzo di sostentamento alimentare si è aggiunto. Persino ci sono ancora tutte le briciole sul tavolo di quando sei partita. Di nuovo ci sono, insomma, solo i fiocchi di neve 🙂 Ecco allora che mettendo insieme ciò che c’era in cucina e su uno smilzo banco del mercato nasce una zuppa.

Vieni alla cena tipica friulana a Roma il 24 febbraio?

Manca poco, il menù è definito, le comunicazione Udine-Friuli si susseguono vorticose per accertarsi che tutto ci sarà. Molti conoscono i Presidi Slow Food, che sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire valorizzando territori e recuperando mestieri e tecniche di lavorazione. Slow Food nel Friuli Venezia Giulia tutela cinque presidi che, scopriremo con una cena tradizionale preparata dallo chef Dino De Bellis e spiegata dalle friulane Carolina Missana e Rossella Di Bidino (chi sarà mai? 🙂 ). Il menù prevede: – Pitina con crema di aglio di resia – Frico – Polenta con pestat – Orzotto con Formadi Frant e trota di San Daniele – Cjalsòns Val dal But Musetto – Brovada – Gubana (che i bene informati affermano uscire dalle mani di Gabriele Bonci). In abbinamento ci saranno i vini dell’azienda agricola Mario Cecchini. Il luogo di questo inusiale evento per la capitale è  Ristorante Il 25, Via Flaminia 573. Ti aspetto là venerdì 24 febbraio alle 20.30. Il prezzo è  per i soci Slow Food 35 euro e per i non soci 40 euro. …

Oh, ma ci sposiamo #7: la ninnina

Non puoi capire che invidia che il nubendo ha di me quando AnnaMaria mi chiama ninnina. All’inizio non sapeva cosa significativa, ma qualcosa gli lasciava supporre che era una specie di complimento. Mentre io sapevo cosa voleva dire, ma lo vivevo male tale appellativo. Come tutte le brave bambine, sentirsi dire di essere brave pesa, perché dentro una brava bambina si nasconde comuque un’anima rock 🙂 Quando la Cavia ha chiesto spiegazioni, AnnaMaria le ha descritto il concetto di ninnina: brava, carina, tranquilla, sincera etc. Se lo dice AnnaMaria allora è vero. E così la Cavia qua e là mi chiama ninnina. “Oh, ma che ninnina…” “Sì, ninnina mia…” Ovviamente lui scherza, perché lui scherza sempre. Se gli chiedi: “Ma mi stai prendendo in giro?” Lui risponde candido: “Sempre” o con un lapidario “Certo”. Qui però si parla di ninnina, perché essendo il matrimonio una tradizione sono voluta andare alla ricerca delle tradizioni friulane legate a tale cerimonia. Così ho scritto ad AnnaMaria e lei se ne è andata nella sua soffitta magica a scartabellare annali …