Month: Aprile 2015

Pane con la cipolla ramata di Montoro

Dire pane e cipolla ramata di Montoro significa impastare ricordando l’Irpinia. “Prima dire pane e cipolla significava essere poveri, poverissimi.” Così ha commentato Luciano Pignataro al mio racconto (entusiasta) sulla cipolla ramata di Montoro. Lui non sapeva, ma io sì, che avevo in serbo un secondo post, sempre su di lei, la diva di Montoro e che in quel post lei sarebbe finita proprio nel pane. I tempi cambiano. Eppure resiste quel legame col pane. Per poveri o per ricchi, per tutti i giorni o per le grandi occasioni, con ingredienti ricchi o poveri: il pane c’è. E oggi qui si parla di uno di quei pani che può far anche da companatico e col quale la cucina di recupero è sì possibile, ma di fatto irrealizzabile dato che i morsi si susseguiranno troppo freneticamente. Sapore ricco come l’ingrediente che si ritrova all’interno e che è subito svelato dal nome: pane con la cipolla ramata di Montoro. Colore dato dalle farine, meglio se biologiche ed integrali, ma un po’ anche della sua moderata cupezza gli …

cipolla ramata di Montoro

Il mondo della cipolla ramata di Montoro

Cipolla ramata di Montoro: Montoro ha il cuore di una cipolla e l’occhio di un’aquila. Da dove viene tutto questo entusiasmo per Montoro? Dalla sua capacità di partire da un prodotto locale come la cipolla ramata di Montoro e di guardare lontano. Mi sono messa sulla sua strada andando da Gaia Agricola nel corso di un blogtour organizzato in Irpinia dalla Camera di Commercio di Avellino. Lì la cipolla non ha solamente un suo habitat ideale. Attorno a lei si costruiscono menù, prodotti e derivati. L’azienda Gaia Agricola vuole andare al cuore della cipolla fino ad avere una visione completa del passato, del presente e soprattutto del futuro di questo prodotto segnalato dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Prima di abbandonare i toni pedanti, ricordo che sarebbe d’uòpo parlare di cipolla ramata di Montoro I.G.P. Ed ora è tempo di scatenarsi! La cipolla ramata di Montoro Partiamo da lei: la protagonista. Cosa si può dire di una cipolla? Secondo i luoghi comuni: la cipolla fa piangere, puzza, ha un cattivo sapore, si sente a …

Beer scones ossia i più rapidi beer cookies della storia

Biscotti o scones: la birra c’è. La voglia di birra fa strani scherzi. Il desiderio dei più rapidi beer cookies della storia del food, mi ha portato a creare i Beer Scones. Gli scones mi stanno oramai insegnando a vivere. Con loro creo il mondo goloso in un lampo. I toni non sono esagerati. I beer scones lasciano il segno durante un aperitivo, ma anche come rapido stuzzichino nel corso di una pigra giornata. Impareggiabile la gioia di arrivare a casa dal lavoro, col solito bagaglio di stress e rimostranze, ed allungare la mano verso uno (o due o tre :)) beer scones. Al primo morso si spezza l’incantesimo della stanchezza che alle 19 appare infinita. Un beer scones è via: parte per il lato ridanciano della giornata. Non è neppure necessario spezzarsi la schiena per farli. Andiamo passo passo al dunque. Non c’è ricetta che nasce senza affondare le sue radici in qualche intuzione altrui. Per i beer scones un immenso debito di riconoscenza lo devo a The Beeroness e a Heidi Swanson di …

Le mani in pasta: da un ebook ad un incontro

Cosa è stato detto all’incontro “Pane e tradizione nella cucina senza sprechi”? E cos’è Metti le mani in pasta? Questo è il classico post per chi non c’era e per chi vuole un ebook in più. Lucia Galasso e Roberto Potito sono stati i protagonisti dell’incontro che si è tenuto il 20 aprile 2015 presso Eataly a Roma dal titolo “Pane e tradizione nella cucina senza sprechi“. Lucia Galasso è un’appasionata antropologa dell’alimentazione che ho conosciuto, con cui ho condiviso la bella esperienza del laboratorio del pane presso il Museo della Civiltà Contadina e dell’Ulivo di Pastena (e non solo) e che seguo su Evoluzione Culturale . Mentre, Roberto Potito è uno dei grandi appassionati e competenti artefici di pani con grani antichi della scena romana. Lui sì che mette le mani in pasta. Il titolo dell’incontro può apparire se non altisonante, quanto meno ostico, mentre Lucia e Roberto gli hanno saputo dare una veste vivace e a loro modo caliente. Può una pagnotta di pane coinvolgere tanto, anche senza mettere le mani in pasta? Gabriella …

Andare a Lisbona perché…

Ci sono almeno 10 motivi per andare a Lisbona. L’ho scoperto durante quattro giorni in dolce e gustosa compagnia. Prova a dire Lisbona e vedrai cosa succede. Nei giorni che precedevano la mia (anzi nostra) partenza le risposte erano sempre “Stupenda. Vorrei tornarci” oppure “Beata te. Voglio tanto andarci anch’io“. Sembrava proprio che Lisbona fosse una tappa irrinunciabile della vita di ogni viaggiatore. E questo mi dava una certa ansia. Non volevo crearmi aspettative eccessive. Invece…invece ora mi unisco al coro dei “Stupenda. Vorrei tornarci“. Perché? Per 10 motivi. Cosa ho trovato a Lisbona? Perché andare a Lisbona? Comincio con un post serio a raccontare la capitale portoghese. Gli indirizzi li svelerò prossimamente, per ora solo qualche assaggio qui e su Zomato (il mio quaderno degli appunti in fatto di locali).