Month: Febbraio 2012

Vellutata del due

Mi son detta se esiste se esiste la torta quattro quarti, perché non fare una zuppa basata su un numero?! Il colore special ce lo avevo. Le carote viola le avevo prese d’impeto al mercato, dopo l’omaggio di Elisa Kitty’s Kitchen.Cosa mi mancava per rendere così romanticamente speciale il pranzo un numero come il due? Così per poi poterla replicare anche i futuro, nel caso di buon esito (come è stato), ho cominciato con: 2 scalogni 2 carote viola 2 topinambur piccoli 2 patate medie 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva Ho quindi spellato gli scalogni, le carote, i topinambur e pure le patate. Ho versato nella pentola l’olio ed ho acceso la fiamma. Ho tagliato velocemente a rondelle gli scalogni e li ho fatti saltare in pentola a fiamma bassa. Tagliate le carote a rondelle le ho buttate sugli scalogni ed ho mescolato. Son passata poi a tagliare i topinambur e le patate a dadini. Le ho unite alle altre verdure per unirle nel loro destino. Ho alzato la fiamma a media e  …

Oh, ma ci sposiamo #9: io stata mai qua

La frase è entrata nella storia della mia famiglia. Correva l’anno 1979, la dolce e ninnina Rossella stava poggiando il suo regale piedino in piazza San Marco. Il motoscafo che il papà aveva noleggiato per l’occasione aveva appena attraccato. La mamma osservava il scena. Tre anni di impertinenza e trentatrè anni di saggezza. Il papà osservava Venezia del vivo per la prima volta, mentre Rossella aveva da ridere: “Io stata mai qua”….e vi pare il caso di farmi aspettare tanto per arrivare qui, ho ben tre anni 🙂 Ah, quanto ero meravigliosamente egocentrica. L’unico motoscafo della mia vita, la mia Venezia, il papà e la mamma accanto e tanta tanta voglia di avere ancora molto. Un po’ di faccia tosta se ne è andata, o è stata mascherata, ma ora in questo frastuono di preparativi mi viene da dire più e più volte: “Io stata mai qua”. Smorfiosetta, eh! Eppure direi ancora non lo stesso aplomb: “Io stata mai qua”

Cena tipica friulana in quel di Roma

Se ne parlava da tempo, ed il tempo è giunto. Ieri si è svolta la cena friulana al Ristorante “il 25” a Roma. Gli ingredienti di base sono stati i presidi Slow Food del Friuli Venezia Giulia ed una scelta dei piatti di festa che più tipici non si può. L’incipit non è dei migliori, ma mi è difficile essere oggettiva nel presentare una cena ho tanto voluto. Il plausa va tutto allo chef romano, Dino De Bellis, all’infaticabile Andrea Petrini in veste di Slow Food e ai produttori friulani ieri rappresentati da Carolina Missana del Casale Cjanor e dai vini e dalla persona di Marco Cecchini. Il compendio di storia naturale, come è stato definito il Friuli da Ippolito Nievo, si è presentato a tavola con quasi tutti i presidi Slow Food. Solo il successo della serata ha fatto escludere il Radic di Mont, non presente per tutti, mentre il Pan di Sorc è talmente un nuovo presidio, che all’epoca dell’organizzazione dell’evento non era in lista. Abbiamo sopperito a queste lacune con promesse di …

Conosco l’olio extravergine d’oliva?

Si fa presto a dire olio. Persino olio extra vergine d’oliva sembra più un termine vuoto, privo di tutto quella ricchezza che potrebbe contenere. Muoversi tra i banchi del supermercato pone di fronte ad una scelta infinita. Nemmeno le etichette spesso aiutano. Così qualcuno, come la sottoscritta, prova la strada dei mercatini e dei produttori biologici, alla ricerca di olio che sappia d’olio e che, oltre i sentori, abbia un’anima e una consistenza da olio. Come fatto per il miele, mi affido oggi alle parole di un’amica. Elena Roppa l’ho conosciuta, il caso ha voluto, proprio in occasione di una degustazione di olio. Elena è un’esperta di enoturismo ed attiva da dieci anni nel settore del vino. Di fatto i suoi interessi partono sì dal vino ma arrivano all’olio e affini nella terra friulana e giuliana. Dopo averla conosciuta dal vivo, aver twittato con lei, avermela vista vicino durante l’avventura dei Blecs, oggi l’ho fermata un attimo. E le ho fatto un po’ di domande sull’olio, sua ultima passione, tanto da seguire un corso di degustazione. …

Zuppa di cavolo nero e lenticchie rosse

Sono in una fase molto country style. Ho bisogno quasi emotivo di una cucina semplice ed immediata. Voglio un abbraccio caloroso ogniqualvolta mi siedo a tavola. La bancarella di un mercato diventa il motore di questa voglia di un pacato ristoro, senza troppi frizzi e lazzi. Solo così posso giustificare una serie bella lunga di ricette casalinghe, che forse han a che fare col mondo sognante dei blog. Io ho voglia di casa! Ho voglia del mio gregge, della mia tribù. Mentre la tribù di due persone si sta ufficializzando, ecco che può succedere che il San Valentino venga festeggiato in maniera apparentemente sommessa. Un Ca’ del Bosco, omaggio di un’amica, e poi via verso una zuppa saporita in grado di affrontare un insolito freddo romano. Così è stato il San Valentino 2012 dei futuri sposi. Dopo un cin cin da fine giornata di lavoro, in tavola è arrivata: