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Crackers al Prosciutto di San Daniele

Avevo del Pinot Grigio 2010 di Villa Job tra le mani. Lo rimiravo ricordardomi di quella volta col Risic Blanc sempre di Villa Job. Negli occhi comparve il profilo di San Daniele del Friuli. Sempre là, dalla finestra della camera dove studiavo. Il profilo alpino, una corona che si vestiva di un blu quasi magico se la pioggia bussava alla porta  e ancora nessuno le apriva. Ai piedi dell’irrequieta corona, il monte di Ragogna,ne distinguevo le fronde dei boschi. Un ricordo di Gemona sulla destra, troppo lontano per delinearsi netto. Mentre più marcata era la presenza di San Daniele. Il campanile, le case sparpagliate sulla collina che elegante (ed un po’ posh) voleva farsi notare. E durante la festa del prosciutto, che ai miei tempi 🙂  era ad agosto, era più che notata. Strade intasate, autobus navetta, orari strategici per visitare una cittadina dove finivano ogni giorno con la cartella in groppa. Orde di gente a scoprire quel prosciutto, a farne orgoglio e delirio per un fine settimana.

La tasca del contadino per un Montalcino

Un Montalcino tra le mani mi incuote un grande rispetto. Come ogni mese Fernando Wine mi da un compito. Creare un piatto per un vino che sceglie lui. Data la mia personalità del tipo “faccio io che è meglio” mi sembra sempre strano dovermi fidare. Ma Fernando Wine non ha mai deluso, quindi anche stavolta ho lasciato a lui il timone. Mi ha presentato un vino come prodotto da Illy. Illy? Vino? “Amore e Magia” il nome. Prodotto in Toscana ovviamente. Francesco Illy? Toscana? Sarà che in piena campagna elettorale siamo tutti reticenti a credere alle favole, anche perché ce ne raccontano fin troppe. Ma come dicevo, mi son fidata. Amore e magia è stato. Dal Podere le Ripi è arrivata quindi la bottiglia. Se fino al 1988 il podere era abitato da un pecoraio ora è un’azienda biologica e biodinamica. Non mi rimaneva che interpretare l’abbinamento. La prima idea, quasi immediata, è stata un Shepherd’s pie, ossia uno sformato del pastore. Poi mi sono accorta che la confondevo in realtà con una cottage pie. …

Si scrive anche …

Mentre i preparativi fervono, i biscotti profumano la casetta, si corre a prendere quell’ultimo regalo, ci si appresta ad affrontare il giro di sinceri auguri natalizi, ecco che dedico un attimo al blog. Prima che tutto fosse così vicino, ho avuto tempo di scrivere non solo qui ma anche altrove. Ecco quindi un rapido excursus di tutto quanto. Sia mai che ci sia qualche lettore fedele che non voglia perdersi una parola 🙂 Prima di tutto segnalo in realtà un post non mio. Però Stefano racconta una passeggiata romana fatta assieme qualche mese fa. Ecco un racconto anche fotografico del giro dei dintorni di Campo dei Fiori. Perché come dice sempre mia madre, capito spesso là. Suggerisco anche di dare un’occhiata ai post natalizi fatti per il Mulino Bianco. Mi hanno messo sotto con Cuor di Pane e Pan Treccia. Che dura vita! Fare e fotografare ricette per ben due settimane. Idee da testare, cibi da gustare, fotografie da affinare. Troppo lavoro 🙂 Fatemi sapere che cosa ne pensate direttamente sul Blog del Pane e …

Di Barolo e di melograno

Sono testarda. Se  non provo non ci credo. Può il Barolo sposarsi con un’insalata? Non era tanto il broccoletto siciliano assieme al sedano e supportati dal melograno che mi hanno portato a fare questa insalata. Non è stato neppure soltanto la lettura di una ricetta made in Ottolenghi. Sì, lo so, ho un debole per Londra. Sono facilmente sensibile all’uscita di nuovi libri di cucina. Ma stavolta è bastato sfogliare una rivista di cucina. Sarà stato il rosso dei chicchi di melograno a farmi pensare al Barolo speditomi da Fernando Wine di Wine Explorer. Non lo so. Il Barolo “Brunate” Docg 2007 di Borgogno Francesco oltre il suo rosso rubino ed i suoi gagliardi 14.5% ben si presentava, dato che un suo “parente” sempre made in Borgogno land lo avevo provato. Infatti, in passato fu Barbera d’Alba. Eppure stavolta volevo osare.

Albicocche rosè

Si sa, il caldo fa brutti scherzi. Scipione se ne è andata ed è arrivato Caronte. Basta! Dopo un po’ l’ospite puzza come il pesce 🙂 Eppure FernandoWine ha bussato ancora alla mia porta. Stavolta aveva in mano un Chiaretto Futurosa 2011 dei Marchesi Incisa della Rocchetta. Gli ho sorriso e gli ho fatto vedere l’ultima bottiglia rimasta dal banchetto nuziale di Chiaretto Futurosa 2010. Non sono riuscita a distrarlo, voleva una ricetta. Caldo, caldo, caldo. Voglia di frutta. Voglia di piatti veloci. Solo questo mi ossessiona ora. Abbiamo allora raggiunto un compromesso. Puntare sulla frutta senza esagerare con la dose di Futurosa. Aggraziato ed elegante nel bicchiere, deciso sul palato. Io amo i vini cosidetti rosè, gli riconosco una nascosta marcia in più. Sanno stupire, non tutti, ma il Chiaretto Futurosa non rientra certo nell’ambito dei rosè banali.