Scrivere di cibo all’italiana: origini ed etichette
Le bucce delle clementine accanto alla tastiera mi riportano ad un paragrafo perso dentro Gastronomical me di MFK Fisher. Quel profumo che inondava casa è la mappa con cui ritrovo la strada nella ricerca dello scrivere di cibo all’italiana. Non ricordo chi fu la prima a chiederlo, probabilmente Laura di Ricette & Vicende. Fatto sta che da quel giorno a Colle Val D’Elsa si è avviato un percorso di critica ed autoanalisi che neppure Whatsapp riesce a banalizzare. Non ricordo neppure se la domanda fosse “da dove trai ispirazione, Giulia (Scarpaleggia)?” o se era un “da chi hai imparato a fare foodwriting?”. Ciò che quella domanda spontanea ha creato è stata una cascata di riflessioni sfociate in un collettivo “chi ci ha insegnato a fare foodwriting all’italiana?”, ossia dove sono le nostre radici di italiane che scrivono di cibo in italiano?