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Flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine

Flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine: tutto in una cocotte. Metti assieme quello di più caro ed avrai qualcosa di speciale. Questo, in estrema sintesi, il segreto del flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine. La primavera inoltrata è la stagione giusta per unire ingredienti come le patate novelle, la cipolla ramata di Montoro ed il formaggio svizzero Tete de Moine. Il sapore quasi altolocato, seppur non timido, del Tete de Moine, si accompagna alla semplice cipolla di Montoro in una cocotte per il pranzo del sabato (e non solo). Della cipolla ramata di Montoro te ne ho parlato ampliamente nel post su Il mondo della cipolla ramata di Montoro. Non è una ossessione, ma una passione questa cipolla irpina. Mentre il Tete de Moine è un recente inquilino della nostra cucina, mia e della Cavia. E’ anche conosciuto come fromage de Bellelay.  Tete de Moine letteralmente vuol dire testa di monaco. E’ un formaggio di latte vaccino a pasta semidura e non si taglia: si raschia a rondelle o …

Emmentaler in cucina

Emmentaler DOP: ricette a tema

Emmentaler DOP: da qualche mese è iniziata un’avventura tra i buchi del famoso formaggio svizzero Il nome in codice è Blog in 3B, la realtà è che tre blogger (le 3B) ogni mese propongono una ricetta a base di Emmentaler DOP tra le pagine dei Formaggi Svizzeri. Un formaggio come l’Emmentaler può essere presentato in tante forme e accompagnare piatti che vanno dalla zuppa all’hamburger, passando per le tagliatelle e finendo con le tart. Lo scopo di noi, 3B, è di suggerire utilizzi sfiziosi, capaci di generare la famosa acquolina in bocca. Le tre 3B che si sono unite in questa piccola ma gustosa impresa sono Teresa Balzano di Peperoni e Patate, Ambra Oranzi di Il Gatto Ghiotto ed io, Rossella del qui presente Ma che ti sei mangiato.  Ogni mese ci viene affidato un tema e noi lo traduciamo liberamente in una ricetta. Questo bell’impegno ha preso avvio alla fine dell’anno scorso e andrà avanti per un anno. Per chi si fosse perso le puntate precedenti ecco un rapido riassunto a base di ricette …

Simil Pogàcsa al Gruyere e paprika

Scones ungheresi e formaggi svizzeri. La fantasia da ottimi frutti in cucina. Non vorrei fare il passo più lungo della gamba. Lo devo ammettere. Questi non sono Pogàcsa originali, ma rivisitati. La ragione è una sola. Io i Pogàcsa veri non ci siamo ancora mai incontrati. A loro sono arrivata nella mia ricerca ossessiva e compulsiva di uno street food nuovo per me e che potesse esaltare i carattere dei formaggi svizzeri. Per Swiss Cheese Parade volevo infatti buttarmi su qualcosa di tradizionale che non fosse né unto né bisunto. Volevo uno street dalla salde radici. Desideravo quasi uno street food contadino. Cerca che ti ricerca, grazie al libro di Bernard Clayton sono giunta a loro: i Pogàcsa. Sono una sorta di scones al formaggio ungheresi, che vengono  preparati ed offerti assieme ad un bicchiere di vino agli ospiti di casa. Un tempo al contadino che rientrava a casa la sera venivano lasciati dei pogàcsa. Però per l’uomo e la donna moderna mi sono immaginata che divengano dei comodi street food, sempre che non lo …

Strudel salato con stracchino

Strudel. Mancava da un po’ sulla mia tavola. Giovedì lo attendevo. Nonno Nanni mi aveva chiesto di pensare ad una ricetta green nell’ambito della sua iniziativa volta a ridurre le emissioni di CO2 in collaborazione col Ministero dell’Ambiente. Ero un po’ scettica. Noi blogger spesso rischiamo di diventare un mezzo di pubblicità, o come più garbatamente si dice ora di visibilità. Gli ho detto sì per la sua storia, per il modo con cui mi ha approcciato. Della serie non ha fatto il provolone 🙂 Poi mi ha colpito al cuore. I formaggi sono arrivati freschi, in una borsa frigo e portati a mano all’uscio di casa. Mi aspettavo un corriere. Invece era un uomo in giacca e cravatta che ha avuto il paziente dovere di aspettare l’ora comoda a me. Ossia ha atteso che io finissi di lavorare. Quindi anche la consegna è stata a suo modo green. Sabato è stata il giorno della ricetta green.

Quando la ricotta finisce nel pane

La vidi come se fosse la prima volta. Bianca, adagiata in un cestello, quasi accarrezzata dalle mani segnate dal tempo della nonna di Eleonora. La porgeva ad Elena, una sorta di regalo che concludeva i giorni passati a Castelluccio di Norcia. Così ricordo la mia prima vera ricotta. Fatta in casa, nel silenzio serale dei Monti Sibillini. Un ricordo caro. Così essenziale, semplice e sincero assieme. Certo una ricotta di quel genere merita di essere mangiata per quello che è: buona. Altre ricotte meno cariche di ricordi posso subire destini diversi come ad esempio diventare ingrediente portante di un pane. Io, il pane e Twelve Loaves. Navigavo stanca su Twitter, la mia valvola di sfogo social, stanca e stufa, stufa e stanca. Così conobbi Twelve Loaves. Questo mese la sfida, senza vinti e vincitori, si gioca tra pane e formaggio. Dopo aver litigato coi fichi e aver vinto lo scontro, a settembre sono i formaggi l’ingrediente da inserire nel pane. Cake Duchess suggeriva pizze, focacce, eppure la mia fantasia da lievito madre non si riteneva …