Son tutti podcast miei.
Molto meno prosaicamente, ecco qui raccolti i podcast con cui mi distraggo in cucina, sul divano, in volo o quando le attese si fanno complicate per l’umore.
Un podcast nasce da un pod e da un cast. Il pod non è il baccello del dizionario inglese-italiano, ma il supporto fisico che per primo ha permesso di ascoltare dell’audio lontano da una radio tradizionale. Mi riferisco all’iPod. Mentre il cast a a che fare con la trasmissione del file audio. In parole che ogni mamma non digital può capire, è un file audio che ti ascolti sullo smartphone (o su pc di casa o sul laptop di tua figlia, ciao mamma Ivetta 🙂 ).
L’attimo di un podcast
Il piacere di un podcast sta nell’ascolto, attento o distratto. E’ come avere la “famosa” radiolina bianca che mio padre innamorato regalò alla giovane mamma. E quel piccolo oggetto mi ha inseguito per anni piacevolmente vociante mentre mamma stirava o durante le cene. Da noi era bandita la televisione dal soggiorno. E allora radiogiornali aiosa e “Ascolta si fa sera”.
Ora che ho ceduto ad un cellulare che fa fotografie, mi indica le strade, mi mette in contatto con i “giovani” della radiolina di cui sopra, ho pensato bene di provarlo per ascoltare un podcast. Ed è stato amore.
Ho sentito la voce di Nigella senza farmi distrarre dal suo cioccolato fondente. Ho lasciato via libera a quella piccola debolezza che ho per Oprah. Ho scoperto la voce di Nigel Slater ed Ottolenghi. Che bello scoprire ancora qualcosa! E poi, certe puntate di Giulia Scarpaleggia sono un bel bagno d’idee.
Eccoli miei 10 best of podcast
La premessa generale è che tutti i podcast, tranne uno, sono in inglese. Mentre in fatto di ordine, l’ho lasciato casuale. Ho preferito così. Son tutti bravi a modo loro.

Oprah’s SuperSoul Conversations
Di: Oprah Winfrey
Genere: esistenziale-popolare
Perché: per chi, come me, vive con l’ossessione di capire come Oprah riesca a comunicare con quel quid in più
Puntate consigliate: vado con la lista? Le puntate con Maria Shriver, Michelle Obama, Deepak Chopra, Tara Westover, Melinda Gates, Daniel H. Pink.
Link a Oprah’s SuperSoul versione podcast
The Marie Forleo podcast
Di: Marie Forleo, ovviamente
Genere: non so con cosa fa rima con motivazione, ma ogni tanto ci vuole
Perché: per una scarica d’ottimismo, fiducia e concretezza
Puntate consigliate: tra video e podcast ammetto di aver persino seguito Tony Robbins, Seth Godin, Elizabeth Gilbert e qualche consiglio di networking
Link a The Marie Forleo podcast
The Food Programme
Di: BBC Radio 4
Genere: professionalità, affidabilità e cibo
Perché: per avere un podcast di cui fidarsi in fatto di cibo
Puntate consigliate: sopra tutto Nigella Lawson: A life through food
Cooking with an Italian accent
Di: Giulia Scarpaleggia di Jul’s Kitchen
Genere: cucina, mangia e vivi alla toscana
Perché: Chi ha detto che per essere competenti food blogger al passo con i tempi bisogna avere un accento dell’oxfordshire? Quanto mi fa star bene col mio inglese e nella mia cucina Giulia!
Puntate consigliate: sono sempre un po’ indietro con l’ascolto, perché me lo voglio godere. Ma nell’olimpo ho la conversation con Terra Kiros e quel Becoming us che fa più Tuscany che Obama.
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Copertina

Di: Matteo B. Bianchi
Genere: librai, libri e tanta voglia di leggere
Perché: le pagine parlano grazie a chi le legge
Puntate consigliate: per gli appassionati di Giappone la puntata 05 e ascoltala fino a (e oltre a) Manuela Molisano della libreria W.Meister &Co. di San Daniele del Friuli. Bellissimo Appartamento 401, grazie Matteo!
One more road for beer
Di: Zach Johnston e Joe Stange
Genere: posto che vai, pub e birra che trovi
Perché: travel + beer + ascolto = what else?
Puntate consigliate: Brussels, Praga, Roma approvate, ma ne ho molte da seguire ancora. Ora scusa ci provo con Anversa, dato che un po’ la conosco.
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Good beer hunting
Di: Good beer hunting
Genere: c’è sempre qualcosa da imparare sulla birra
Perché: ho un debole per la birra e le interviste
Puntate consigliate: parti con la Guiness e prosegui
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Simple Pleasure
Di: Yotam Ottolenghi
Genere: da ogni tavolata c’è qualcosa da imparare
Perché: per entrare nella cucina di Yotam Ottolenghi e partecipare alle sue chiacchierate
Puntate consigliate: quelle con Helen Goh e Nigella Lawson
Link a Simple Pleasure podcast
At the kitchen table
Di: Diana Henry, professione “food writer come poche”
Genere: datemi un accento inglese così e vi cucinerò il mondo
Perché: E’ tutto partito dall’ammirazione per Diana Henry, che per inciso mi ha insegnato a cucinare il pollo bene come mamma Ivetta
Puntate consigliate: Ruby Tandoh, che già adoravo dal libro Eat Up. E poi ci sarebbe quel Yotam Ottolenghi di cui sopra.
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The Taste podcast
Di: Anne Hezel e Matt Rodbard
Genere: quando i grandi nomi del food writing (e simili) parlano
Perché: non so più come giustificarmi arrivata al decimo podcast
Puntate consigliate: Ruth Reichl, eccolo quel nome che non avevo ancora citato
Fuori dai 10, ma meritevole di essere citato è How to fail di Elizabeth Day. E’ il mio ultimo arrivato e mi ha fatto sentire per la prima volta la voce di Nigel Slater. Sì, un altro food writer.
Per il momento “iterazione”, tu che mi dici?
Cosa nascondono i tuoi podcast preferiti?