L’amaro e lo yoghurt
“Il gusto pieno della vita” Ma chi ci credeva! Amaro. Già la parola mi teneva distante. Perché mai l’amaro avrebbe dovuto piacermi. Era scuro, insondabile. Lo bevevano i “vecchi”, così l’adolescenza porta ad essere molto netti. Io sapevo cos’era la vita e non la volevo amara. Che credi! A quattordici o sedici anni si sa già tutto. Il carattere più che formarsi erutta sentenze. No, no e poi no. Niente amaro per me. L’arroganza poi si attenua placcata da ambizioni che richiedono sacrifici. Si attenua, ma ancora i pregiudizi galleggiano nei gesti. Se ti offrono limoncello o amaro, la scelta è ancora fin troppo facile. Avvicinandosi la soglia degli -enta quei pregiudizi diventano ricerca di nuovi sapori. In tutta quella fretta di crescere è come se avessi perso qualcosa. Gusti, sapori. Miraggi di momenti calmi e pacifamente noiosi della campagna. Li osservi e non ci credi. Mancano. Ribollono i ricordi. Uno brilla più dell’altro. Frenetica diventa la città. Desideri di calma guizzano qua e là. Vorresti essere capace di voler bene alla vita, la tua. …