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Pollo alle mele: la ricetta di un insolito pollo al forno

Pollo alle mele con pancetta e paprika: trucchi e variazioni intorno al classico pollo al forno Una mela al giorno toglie il medico di torno in qualunque forma essa appaia in tavola? Convinta che la risposta esatta debba essere sì, la sto usando ovunque. Nelle torte oramai sono un classico le mele Golden, forse le più comuni anche perché facilmente reperibili, dal supermercato al pluricitato negozietto sotto casa. Il pane con le mele è già stato testato e ricomparirà presto. Stavolta volevo fare felice la Cavia di casa. Quale uomo resiste al pollo al forno? Lo stesso uomo saprà apprezzare del pollo alle mele? Col coraggio di una blogger e l’annessa sfacciataggine, ho tentato l’esperimento, che certo non rivoluzionerà il mondo del cibo. In The Taste of Belgium, oltre il Waterzooi e la zuppa di indivia,  viene proposto il pollo alle mele come un classico della cucina casalinga. Dei belgi (e delle loro birre) mi fido e da un po’ di tempo pure la loro cucina mi soddisfa. Ma torniamo alla nostra Cavia e al …

La Gubana

Gubana. Quante cose ti dovrei raccontare. Ti dovrei dire che si tratta di un dolce del Friuli. Lo si fa per le occasioni speciali, come quando arriva il figliol prodigo. Lo fanno le cuoche vere, quelle che pesano gli ingredienti per costruire e sfamare le famiglie. Ma non solo. Ha qualcosa dello strudel eppure a vederla, la Gubana, sembra un vortice. Le origini del suo nome sono disperse tra tradizioni, tempo ed etimologia. Però è un dolce che ha l’anima di una terra. Nascosto e ricco è il suo tesoro. Tutto arrottolato su di sè, alla ricerca perenne di una sincerità che guai a scambiare per un istante di banalità, per un gesto fuori orario. Eppure è un dolce allegro grazie allo slivovitz (anche la grappa è concessa, ahimè 🙂 ). Come tutti gli scorbutici basta mostarsi gentili. Prendi mio padre, appena fai la gentile lui da silente comincia a lanciarsi in chiacchiere. Timidamente ricco dell’entusiasmo di una piena di gioia si lascia andare…E così in questa di gubana, ritrovo mio padre. Nonostante il perenne …

Domiamo il Livarot

E’ stata una battaglia impari. L’ho comprato curiosa in Normandia e mi sono lasciata conquistare. Ancora abbindolata dal ricordo ho deciso di fargli posto nella tavola del Capodanno. Stavolta però ho scelto uno tosto, talmente tosto che seppur apprezzato ha richiesto del tempo per essere avvicinato a noi senza problemi. Non mi considero una persona schifiltosa, ma l’odore ardito, forte, pungente, invadente del Livarot mi ha messo in difficoltà. Questo ero un Livarot di carattere con persino una medaglia al collo data la sua qualità. Il Livarot è un formaggio di latte vaccino della Normandia. Viene proprio dal comune di Livarot ed è protetto dalla Appellation d’Origine Contrôlée (AOC) fin dal 1975. Lo riconosci per il colore della “scorza”, arancione e per quelle tre linee esterne. Queste non sono altro che un lungo nastro di Typha latifolia. E’ lei, con questo suo decoro, a dare il soprannome di Colonello al formaggio. Il formaggio più vecchio della Normandia ha un impasto molle, ma un sapore cocciuto come un Colonello. Per domare il carattere autorevole una sera …

Istanti di celebrità e ricette di passaggio

Sono stati giorni oltre che di gran caldo, anche di scottanti sorprese. Andare per ordine mi è difficile. Altro che una selva oscura. Col sole che scoppia fuori dalla finestra, col caldo che avanza appena vede il tuo nasino fuori la porta, no, non sono proprio giornate da selva oscura. Ma mi sono ritrovata avvinghiata ad una piccola serie di istanti di celebrità, che veramente mi sono imbarazzata. Andar per ordine servirebbe, ma come non arrossire. Prima furono le Tavole Romane a parlare della top 10 dei foodblogger della capitale.  E tra nomi che ammiro, care persone, ecco che compare Ma che ti sei mangiato. Ma che ti dico? Grazie. Entrare in una top ten, mi ha fatto sentire molto bene. Mi sono sentita una diva degli anni Ottanta. Per me top ten vuol dire quello 🙂 E’ già tanto che non mi sia messa a cantare Like a foodblogger Cooking for the very first time … Riacquistato l’equilibrio mentale pochi giorno dopo arrivò un messaggio su Facebook da Fabia P. con Complimenti! Per cosa? …

Grignolino d’Asti contornato di tortine

Ci son doveri di fronte ai quali è difficile scappare. Il senso della buona tavola chiama, una certa responsabilità ancora risuona in me. Così anche questo mese, non molto mestamente :), sono andata in cucina con un calice di vino selezionato da Fernando di Winexplorer. Sul banco degli imputati il Grignolino d’Asti 2010 dei Marchesi Incisa della Rocchetta. Dalla scheda del vino e da una rapida e mirata ricerca online scopro che il vino dal rosso rubino chiaro gradisce le torte salate con le verdure. Ma io non volevo limitarmi alla solita torta. Dato l’avvicinarsi delle feste e la voglia, non sopita, di feste con amici, ho tentato di adattare l’abito dello strudel ad una cena in piedi. Ecco allora l’idea delle tortine a forma di fiore stuzzicabili 🙂 anche in piedi, durante fiumi di allegre chiacchiere con solo attorno al vino. La pasta strudel la puoi sostituire con pasta brisè o sfoglia preconfezionata, ma io rimango una strenua paladina della praticità dell’impasto casalingo. Se non hai la pazienza di fare i fiori e soprattutto …