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Il profumo di Siviglia

Avenida el Cid. Sevilla. 16 aprile 2012 pomeriggio. Sole. Un volo alle spalle, traballante verso la fine. Un matrimonio da poco celebrato. Noi due. Confusi da un aereo, da un anello, da un viaggio che cominciava. Le porte dell’autobus si aprono. “Che profumo” “Che profumo” Il nostro piccolo coro stupito. Profumo di arancia. Aggraziato ed elegante. Rinfrescante nella sua presenza. Una luce viva, forte, africana esplodeva del profumo. Peccato solo che subito ci si abitui. Come a tutte le cose belle. Gli scherzi del destino han voluto che a Granada mi comprai del Fleur de Azahar per farmi un infuso. Non sapevo che cos’era. Non mi interessavano tanto le sue proprietà calmanti, piuttosto il suo mistero, dovuto all’ingnoranza linguistica. Il naso avrebbe potuto guidarmi, quel sentore di miele…miele di arancia.

Una tapas col Marchese

Le tapas. Il viaggio di nozze. L’Andalusia. La passione. La serenità, la volevo. Pinot nero, lo avevo. “Dammi una bottiglia, ti solleverò il mondo” Una sfida. Fernandowine accettò. Corro in cucina, la notte cala e le luci si accendono. Lo guardo, la guardo. Salame affumicato, bottiglia di Pinot nero “Marchese Leopoldo” dei  Marchesi Incisa della Rocchetta da Winexplorer. Mi guarda. L’ho trascurato. Nel caldo non c’ero. S’è offeso. Ne strappo un po’. Timo.

Gli occhi di Tangeri

Se capita di visitare un posto per caso, da turisti, totalmente turisti, e se capita di farlo in un giro organizzato, ecco che è giunto il momento di osservare e di osservare ancora prima la gente che i luoghi. Così sono, anzi siamo, capitati a Tangeri. Mia prima volta in terra africana. Non avrei mai pensato di capitare così, durante il viaggio di nozze là. Tanti sogni sul mondo arabo, libri letti e racconti di femministe islamiche. Avrei voluto essere più preparata, ma i volti ancora prima delle storie, rapide e comune, della guida mi hanno accolto. Non muti. Forse solo non ben interpretabili. Li accolsi perché diversi. Non vorrei descriverti troppo quei momenti. Ho cercato di capire la realtà di un posto tramite i volti ed i gesti di chi girava Tangeri come la sua città e non come luogo da visitare. Ho voluto farmi largo nella quotidianità e non nell’eccezionalità di un viaggio guidato come il mio. Bashid, la guida, era esperta, sapeva cosa raccontare e come. Nel contempo però non poneva limiti …

Il vento di Tarifa

Sempre in viaggio di nozze. Il programma era chiaro, dopo Siviglia giù in bus fino a Tarifa. La punta più a sud di tutta la Spagna e sembra di tutta l’Europa. Là, su quello che è più spesso chiamato lo stretto di Gibilterra. Ma Tarifa è molto più vicino al Marocco di lei. Pochi lo sanno, forse solo i windsurfer che l’animano la conoscono e i pescatori che son nati lì. Volti macchiati dal vento per divertimento o necessità. I windsurfer orientati sull’Oceano Atlantico, i pescatori rivolti al Mediterraneo a fare quattro chiacchiere ed ad aspettare. Li vidi entrambi. Ero pronta ad abbronzarmi. Ma il vento soffiò e le nubi ci seguirono. Telefonai per confermare la gita in mare per vedere se almeno le balene (oooh, le balene) ci fossero. Niente da fare neanche per quel momento segnato sul programma. Le balene c’erano ma non l’autorizzazione ad andare in mare per fargli una discreta visita. L’umore resse. Mio marito, la vecchia Cavia, colse al balzo la palla. Essere vicini al Marocco, vuol dire poterci andare …

Il patriarcato della luna

Lo intravidi dall’altra lato di via Aquileia. Correvo: assorta e coinvolta dalla vita universitaria. L’ultima lezione e via verso casa. Forse per una delle ultime volte. Come tanti. Vestito semplice. Il suo volto mi fece capire chi era. Carlo Sgorlon. Lo avevo sentito parlare in televisione. Con stupore mi aveva convinto la sua chiarezza di pensiero. Ero già alla ricerca della sincerità, sempre pesante, ma sempre apprezzata. Un insegnamento ricevuto e custodito per sempre. Se mi chiederanno cosa mi è rimasto del Friuli non potrò che dire che “l’amore per la sincerità”. Me lo ritrovai in mano in Andalusia. Ero partita convinta che per un viaggio di nozze non potessi che portarmi da leggere un libro delle mie parti. Un libro mio in maniera quasi incosciente. Ed ho fatto bene. Prima un pugno allo stomaco: era sincero. Poi un entusiasmo consapevole. Il patriarcato della luna di Carlo Sgorlon. Non puoi che trovarlo in qualche biblioteca o in qualche mercatino dell’usato (a me è arrivato così grazie a mia madre adeguatamente istruita). Oppure qui sembra che lo …