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I post degli altri che più ho amato nel 2016

I post degli altri che più ho amato: ancora ed ancora letture, online e non, che cerco di mettere in ordine mentre il 2016 volge al termine. Mettiamo subito le cose in chiaro. Sì, un anno fa ho scritto I post degli altri che più ho amato nel 2015. Facebook me lo ha ricordato, io ci ho scherzato online e Mariachiara Montera ha preteso il bis. E’ tutta una congiura per distrarci online un bel po’. In realtà questo 2016 meriterebbe un post molto più intimista dal titolo “Le parole che non ti ho detto quest’anno“. Sì, è stato un anno ricco, ma con poche ricette raccontate. Nulla sai della mania per la vinagrette esplosa questa estate. Se non mi segui su Instagram, potresti esserti persa quel solare fine settimana tra Ponza ed Il Faro della Guardia. Ultimamente, poi, ho ceduto al porridge. Insomma, c’è molto di taciuto e molto di raccontato diversamente dal mio solito sia su Your Brand Camp che su Dissapore. Il fatto è che ad ogni lettura segue una reazione. Quindi …

Vermouth wishlist: scrivendo e gustando il vermut

Vermouth wishlist: i miei desideri attorno al vermut. Perché il desiderio è il vermut e non il vermouth. Da un paio d’anni giro attorno al vermut. Lo incontrai prima nelle parole della Cavia. Impossibile per lui non confondersi tra Punt e Mes e Rosso Antico. Anche anni ed anni fa le campagne promozionali riscuotevano consensi. Così i bicchieri Rosso Antico era un suo caro ricordo, seppure al gusto la Cavia è tutto un Punt e Mes. Venne poi un viaggio in Galicia (o Galizia spagnola) e la lettura di un quotidiano e l’assaggio di un vermut alla spina. E pure a Siena, seduti in Piazza del Campo, non potei non cedere di fronte ad un vermut rosso Riserva Carlo Alberto che figurava nel menu della Liberamente Osteria. Con questi tasselli comincia questa vermouth wishlist.

Me Geisha Roma

Me Geisha Roma: ristorante giapponese fusion

Me Geisha Roma si aggiunge al panorama dei ristoranti giapponesi della Capitale. Lo fa promettendo una cucina fusion e un approccio luxury al desiderio d’Oriente. Dove trovo un Luxury Japanese Fusion Restaurant non lontano da Corso Vittorio, a due passi sia da Piazza dell’Orologio che da Santa Maria in Vallicella (alias Chiesa Nuova, dagli appassionati dei mezzi pubblici)? La risposta è facile: vai al Me Geisha. Gli Chef del Me Geisha Roma Due anni fa, Me Geisha ha cominciato la sua esperienza, tutta italiana, a Salerno. Ora l’imprenditore Giuseppe Tuosto e lo chef Rodelio Aglibot hanno decido di affrontare l’Urbe. Giusepppe Tuosto, nativo di Durazzano in provincia di Benevento, da quando ha deciso di tornare da New York, non pensa che al sushi.  Mentre lo Rodelio Aglibot, nato nelle Filippine, cresciuto alle Hawaii, vissuto in California, è noto come The Food Buddha. Nel suo curriculum vanta l’esperienza di executive chef presso il Koi Restaurant a Los Angeles e del lancio del YiCuisine, ritenuto uno dei migliori ristoranti asiatici dal Food& Wine. Rodelio Aglibot promette di dare …

5 modi per riconoscere un buon corso

Riconoscere un buon corso partecipando a Raccontare il cibo ed il vino con Slawka Scarso Tornare sui banchi di scuola si dica che serva. Ma serve anche per imparare a raccontare? Se decidi di rispondere Sì a questa domanda, forse potresti essere interessato da un corso sul racconto del cibo e del vino. Se, poi, di questo racconto vuoi tentare di fare una professione, è bene affidarsi a professionisti. Mi sono fatta intrappolare da questo ragionamento e mi sono iscritta a Raccontare il cibo ed il vino di Slawka Scarso. Quando mi sono iscritta, tramite La Scuola Holden, al corso di Slawka Scarso l’ho fatto un po’ per fiducia verso Slawka , un po’ per fare qualcosa di diverso e un po’ per imparare. In corso di corso ho scoperto che si trattava di un buon corso per 5 motivi. Un buon corso non ti fa partire da zero Ossia sfrutta le tue basi e ti dona quella confidenza iniziale che serve. Leggere libri su come scrivere, spulciare post su come scrivere per il web, …

Visione di Carnia: 10 strumenti per comunicare

Visione di Carnia, il laboratorio per imparare a raccontare e comunicare il territorio ed il cibo,  si è appena concluso. Faccio fatica a tirarne le somme. Sono troppo vivi l’entusiasmo, la fatica e le speranze. Eppure mi trovo qui con la responsabilità di raccontarlo a chi non c’era. Visione di Carnia è stato il mio primo laboratorio da insegnante. Sapessi come cambia il mondo quando stai dall’altra parte della cattedra! Sono partita decisa per Lauco. Ero “nella mia terra”, ero tornata non come ambasciatrice di sogni lontani, ma di volontà locali. Il Carnia Food Design è un bel progetto che si articola in quattro laboratori, il cui Visione di Carnia era il prima, e coinvolge in primis i ristoratori locali. Ma mi son trovata di fronte anche ad appassionati di cibo e di cultura locale e alle famigerate bloggers. Ho cercato di non farmi intimorire da nulla, errori di pronuncia compresi. Ogni brava insegnante si prefigge di comunire pochi e chiari concetti, anche quando ha ben otto ore a disposizione. Trattandosi di un laboratorio sul …