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Me Geisha Roma: ristorante giapponese fusion

Me Geisha Roma

Me Geisha Roma si aggiunge al panorama dei ristoranti giapponesi della Capitale. Lo fa promettendo una cucina fusion e un approccio luxury al desiderio d’Oriente.

Dove trovo un Luxury Japanese Fusion Restaurant non lontano da Corso Vittorio, a due passi sia da Piazza dell’Orologio che da Santa Maria in Vallicella (alias Chiesa Nuova, dagli appassionati dei mezzi pubblici)?
La risposta è facile: vai al Me Geisha.

Gli Chef del Me Geisha Roma

Due anni fa, Me Geisha ha cominciato la sua esperienza, tutta italiana, a Salerno. Ora l’imprenditore Giuseppe Tuosto e lo chef Rodelio Aglibot hanno decido di affrontare l’Urbe.
Giusepppe Tuosto, nativo di Durazzano in provincia di Benevento, da quando ha deciso di tornare da New York, non pensa che al sushi.  Mentre lo Rodelio Aglibot, nato nelle Filippine, cresciuto alle Hawaii, vissuto in California, è noto come The Food Buddha. Nel suo curriculum vanta l’esperienza di executive chef presso il Koi Restaurant a Los Angeles e del lancio del YiCuisine, ritenuto uno dei migliori ristoranti asiatici dal Food& Wine.

Rodelio Aglibot promette di dare un tocco zen al menu del Me Geisha affidandosi, anche, all’esperienza e all’estro dell’executive chef John Wayne Formica, il cui passaggio da Chicago a Roma contribuisce a mantenere vivo il desiderio di stupire i commensali. John ci tiene a sottolineare che il carattere fusion dei piatti ricalca il desiderio di viaggio, partendo comunque da una cucina equilibrata come quella giapponese.

Cosa si mangia al Me Geisha Roma

Me Geisha Roma

Ramen, sushi, miso, sunomono etc. etc.
Ho avuto l’occasione di provare il menu del pranzo, il quale ruota attorno alla formula dei Bento Box. Il prezzo è fisso (€ 20), mentre la scelta è tra tre opzioni:

  • Lunch Bento Box. Dopo il miso shiru soup, l’insalata di cetrioli (sunomono) e la tempura di verdure, si può scegliere tra bocconcini di pollo fritto con chili e peperoni, salmone alla piastra glassato con sake-mirin e soia, oppure pollo teppanyaki con salsa teriyaki di ananas e verdure, o, infine, optare per una più classica (ma non troppo) costoletta di maiale fritta con curry giapponese. Questo Bento Box è forse l’ideale per chi ha ancora qualche timore del cibo giapponese;
  • Ramen Bento Box. Appena ho letto ramen, l’ho scelto e non ne son rimasta delusa.
    Sunomono e tempura a parte, qui la parte da leone è chiaramente del ramen.  Il brodo di maiale viene cotto a bassa temperatura a lungo. Sulla durata della cottura esistono versioni contrastanti: il menu riporta 24 ore, altre recensioni si spingono fino a 36 ore. A parte questa critica marginale, la qualità è alta. Il brodo non passa inosservato ed accoglie egregiamente i ravioloni di maiale, la pancetta di maiale cotta alla brace, i soft eggs, i noodle, la soia, il cavolo cinese e le più classiche carote.
  • Sushi Bento Box. Non poteva mancare. Come il Lunch Bento Box, qui si trova il miso shiru soup, il sunomono e la tempura di verdure. Poi bisogna scegliere tra un sushi mix composto da 14 pezzi o optare subito su un uramaki specifico.
    I nomi dati ai vari uramaki si richiamano alla location e alla storia del Me Geisha.
    C’è, infatti, il SPQR a base di granchio, daikon, ricciola, avocado, salsa di sesamo e wasabi aioli. Non manca il Capital con granchio, avocado, cetriolo, ricoperto da salmone, yuzu kosho, salsa di unagi, pasta di riso fritta. Per accontentare tutti c’è, poi, il Vegan che mischia insalata, avocado, cetriolo, mango con salsa di sesamo al miele. Infine, il Salerno che non è altro che un roll con gambero dell’artic bay, avocado, cetriolo, salsa di sesamo, ricoperto da tonno e cipolle fritte.

Se a pranzo trovi questi Bento Box, a cena il menu è alla carta.

Commenti sul cibo

Commenti sul cibo del Me Geisha di chi, curiosamente, finora, aveva provato il cibo giapponese solo a Munich e a Toronto. La scorpacciata di sushi fatta nell’Ontario non si scorda!

Durante il Food Blogger Lunch qualche critica è stata mossa al miso per la sapidità. Personalmente, l’ho trovato garbato ed ideale come accompagnamento di un pasto che è comunque ricco, come dosi ed ingredienti.

Il ramen, se non si fosse capito, mi ha soddisfatto e ha tenuto testa alle aspettative. Ora devo solo imparare a mangiarlo a dovere. Mi sarà difficile fare il susuru, ma il koshi dei noodles merita una tecnica con le bacchette migliore. Mi serve pratica 🙂
Per chi ha il mio stesso livello di giapponese, il susuru è il suono che si fa quando si aspira la minestra. I giapponesi, si dice e si riporta persino nei libri di cucina, lo amano molto. Mentre il koshi si riferisce alla sostanza dei noodle, che deve farsi sentire. E’ un po’ come il nostro amore, da italiani, per la pasta al dente.

Infine, l’uramaki Capital ha dimostrato un’evoluzione del gusto che mi ha stupito. Delicato e variegato: insospettabile di un boccone del genere.

I cocktail del Me Geisha Roma

L’angolo (non angolo) cockatil del Me Geisha Roma non lo puoi non notare. A lui è dedicato il passaggio dall’entrata verso le sale con i tavoli.
Ben 6 sono i cocktail ufficiali. In alcuni, giustamente, il sake compare. Avendo già avuto esperienza del sake ho cominciato col Capisake Maracuja. Lime, zucchero di canna, maracuja fresca e sake, oltre che un po’ di vodka, su iniziativa del bartender che voleva dare più forza al cocktail, creano un cocktail piacevole, equilibrato e che ti permette di non perdere la bussola prima del pranzo (o della cena).
PS. Qualcuno sa spiegarmi bene la differenza tra frutto della passione e maracujua? Perché a volte si usa un nome e a volte un altro?

Imperdibile è il Pornstar Martini. Non so descriverti bene come un cocktail possa rivelarsi elegante, ma questo lo è. Absolute Vaniglia (vodka), Passoa, purè del frutto della passione (uno dei miei punti deboli) e a parte uno short di Prosecco, da aggiungere a piacere: non si fa notare alla vista, ma solo dopo il primo sorso questo mix rivela il suo carattere.
La lista dei cocktail prevede anche Gold Rush, incentrato sul miele, Mojto Sake, Liche Martini ed Espresso Martini.
C’è tempo per provarli tutti?

me gesha roma cocktail

L’occhio vuole la sua parte

Del Me Geisha Roma si possono dire e scrivere molte cose, ma di sicuro colpisce subito per i suoi interni.
Il design è stato curato dall’architetto Alessandro Abbatiello, sempre di Benevento.
Grandi immagini, affascianti occhi e labbra, giochi eleganti di luci insegnano come la semplicità è stile.
L’insospettabile piano interrato, che sposta gli ospiti nei sotterranei di Roma, promette serate tra sake ed atmosfere non comuni.

A chi potrebbe non piacere?

Diamo sfogo a quello che ogni lettore si domanda di fronte ad una recensione: Cosa c’è che non va? A chi potrebbe non piacere il Me Geisha Roma?
Direi a chi non ama i locali con poca luce o non ama mangiare accanto alla strada (anche se protetto dalle finestre). Alcuni tavoli fronte via potrebbero dare disturbo.
Non dimentichiamoci di quelli  che pongono dei limiti al prezzo del cibo, anche se qui qualità e prezzo si bilanciano bene.
Potrebbe storcere, anche, il naso quel cliente che vorrebbe sapere di più sul sake. Kara kuchi (secco) o ama kuchi (dolce)? Forse dato anche il numero di commensali, chi serviva non ha avuto il tempo e l’energia di spiegare tutto.
Altri critiche non ne ho, per ora. L’esperienza affinerà il giudizio.

Contatti:
ME GEISHA ROMA
Asian Fusion Restaurant
Aperto tutti i giorni
In via dei Filippini 4 (angolo Piazza dell’Orologio), Roma
Telefono: +39 06 8376 3800
Email: info@megeisha.it

Me Geisha Menu, Reviews, Photos, Location and Info - Zomato

I primi appunti per questa recensione del Me Geisha Roma sono apparsi su Zomato.
Si ringrazia Food Confidential per l’invito.