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Oh, ma ci sposiamo #9: io stata mai qua

La frase è entrata nella storia della mia famiglia. Correva l’anno 1979, la dolce e ninnina Rossella stava poggiando il suo regale piedino in piazza San Marco. Il motoscafo che il papà aveva noleggiato per l’occasione aveva appena attraccato. La mamma osservava il scena. Tre anni di impertinenza e trentatrè anni di saggezza. Il papà osservava Venezia del vivo per la prima volta, mentre Rossella aveva da ridere: “Io stata mai qua”….e vi pare il caso di farmi aspettare tanto per arrivare qui, ho ben tre anni 🙂 Ah, quanto ero meravigliosamente egocentrica. L’unico motoscafo della mia vita, la mia Venezia, il papà e la mamma accanto e tanta tanta voglia di avere ancora molto. Un po’ di faccia tosta se ne è andata, o è stata mascherata, ma ora in questo frastuono di preparativi mi viene da dire più e più volte: “Io stata mai qua”. Smorfiosetta, eh! Eppure direi ancora non lo stesso aplomb: “Io stata mai qua”

Oh, ma ci sposiamo #8: ed Enzo Miccio?

Non nascondiamolo, molti sanno chi è Enzo Miccio. La trasmissione Wedding Planners su Real Time ha accesso a molti salotti, bene e non perbene. Ahimè Garini della Sforzesca ora si identifica col solo Enzo, personalmente amavo l’ambivalenza tra l’Enzo ed l’Angelo (Garini appunto). Ma sì, i telespettatori non hanno mai voce su queste cose 🙂 Ho ficcato Enzo Miccio nel titolo per attirare gli sguardi ed i sorrisi e per incominciare a parlare (non) seriamente dell’organizzazione fai te (e fai per tre) del matrimonio. Da Oh, ma ci sposiamo si capisce agevolmente che ci siamo dentro la notizia. Siamo futuri sposi ed io sono la candida, isterica e tormentata insieme sposina…inaspettata.

Oh, ma ci sposiamo #6: s’ha da fa’

Una curiosa nebbiolina dava il buongiorno a Roma. Due ragazzi in groppa ad un motorino percorrevano la strada passando rapidamente tra Campo dei Fiori e Piazza Navona, alzando lo sguardo verso la Chiesa del Gesù, facendosi accogliere in silenzio da Piazza Venezia fino a parcheggiare non lontano da San Giovanni. Qualche commento sulla luce mattutina mentre si rimboccavano i guanti. Poi via, alla ricerca di quell’ufficio. Tutto era mastodontico attorno. Di simili a loro se ne erano visti chissà quanti da quelle parti. Suonarono ad un campanello. Appena si accese la luce verde, entrarono. Lei per prima, poi lui. Invitati ad accomodarsi, lo fecero con tanta sussieguosa gentilezza. Ci fu il passaggio di carte. Nel silenzio, l’altro sfogliava con calma. Controllò dei dettagli. Si accertò della data e del luogo. Lui, lei e l’altro…si guardavano, non sapendo cosa aspettarsi.

Oh, ma ci sposiamo #5: say yes to the dress

Facile, facilissimo scrivere di abiti da sposa. Romanticismo e pungente ironia sembrano facili da tirar fuori. Sgorgano quasi spontaneamente di fronte a certe esagerazioni. Eppure per scrivere quello che sto per dirti, ho pensato, scritto, ripensato, riscritto. Le parole giuste non uscivano. Mi sono spremuta le meningi pure sotto la doccia. L’acqua scendeva copiosa, calda, ed io lì a osservare il vuoto e a pensare. Per giorni e giorni sono stata alla ricerca di quel messaggio chiave che poteva veramente farti capire com’è stata la mia ricerca dell’abito da sposa.Le premesse di chi sono, di quanto la decisione di fare il grande passo sia stata insieme una sorpresa e una lunga meditazione (oltre che mediazione), sono state già raccontate. Cosa potevo dirti ancora? Come potevo farti interessare alla mia piccola avventura? Come tutte le storie, parto dall’inizio. Ho cominciato a cercare l’abito da sola. Non c’era mappa ad aiutarmi e neppure una sorella maggiore. Solo quella mamma …ehm che non volevo preoccupare oltre modo 🙂 I sogni di felicità preconfezionata sembrano paventarsi davanti a me nel Paese delle Meravigliose Esagerazioni a suon di …

Oh, ma ci sposiamo #4: tenere a bada la mamma

Deciso che succederà, accetata la proposta, nel mentre tu ti rendi conto cosa sta succedendo nella tua vita, eccola là. Pronta sull’uscio con la sua dolce aria di mamma. Sebbene alla notizia abbia risposto d’istinto “Sì, ma non potremo venire tutti e due. Abbiamo un cane e quaranta galline“, tu sapevi già che non sarebbe rimasta a casa…e neanche che sarebbe stata zitta. Ah, la mamma, quella squisita presenza che non si fa quasi mai sentire tra un “ihihihi” ed un “certo” durante le spontanee telefonate giornaliere. Ah, mamma, come faresti senza di lei, i suoi mille consigli, preoccupazioni e le sue perle di sapere. Un’ancora di salvezza che sa tenerti a galla oppure affondarti con alcune brevi frasi, lapidarie. Al suono della parola matrimonio qualcosa si attiva anche in lei. Già il giorno dopo la notizia ecco la sua prima reale preoccupazione, che tu, ignara sposina, non avevi ancora considerato a oltre 120 giorni dall’evento: “Ma il cuscino per le fedi?” Oddioooo, colta in castagna tu, donzella pacata, replichi seccata: “Mamma, ma che me ne …