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Il Talismano di Ada Boni #2: la tesi di Martina

Appena l’ho avuto tra le mani, quando l’entusiasmo si è sopito, è scattata la curiosità.
Chi era Ada Boni? Cosa faceva? Come mai ha scritto il Talismano? Perché tutto questo successo? E poi ancora una miriade di domande.
Inesauribile Internet però mi ha dato soddisfazione solo in parte. Qualche informazione bibliografica la offre, ma i dettagli dove sono? Oltre la rivisita Preziosa che Ada seguiva e che giustifica molti nomi delle ricette tipo Torta Preziosa, chi era Ada?
Il web si  è fatto perdonare facendomi un nome: Martina Paolucci.
Lei sì che ne sa più di me. Ha scritto una tesi su “Ada Boni e la sua rivista «Preziosa»: rivista di economia domestica per signore (1915-1959)“.
Non ho avuto dubbi allora.
Le devo scrivere. Lei ha immediatamente risposta ed io quasi  immediatamente l’ho travolta con qualche domanda. Perché il lavoro che ha fatto vale! Vale per me (noi) appassionate di cucina per le quali oltre una ricetta (o un libro di ricette) c’è molto altro.

Ciao Martina. Grazie per l’intervista. Parto con la domanda più immediata che mi viene in mente.
Una tesi su Ada Boni, come mai? Come ti è venuta l’idea?

Una serie di fortunati eventi, direi.

Cucino da sempre, appena ho qualche minuto a disposizione sperimento nuove ricette, mi piace sentirmi foodblogger. Ecco perché nel momento in cui mi sono ritrovata a dover proporre un’argomento per una tesi ho pensato al giornalismo enogastronomico, visto anche quanto successo ha riscosso negli ultimi tempi e quante persone si sono avvicinate e appassionate all’argomento.

Parlandone con la professoressa (Luciana Giacheri Fossati) è saltata fuori Ada Boni: lei aveva letto qualche articolo su questa autrice, io avevo sentito Sara Casiraghi raccontare alla radio il progetto del suo blog, tutto il Talismano della Felicità in 365 giorni (una sorta di replica tutta italiana della storia di Julie Powell, la blogger diventata famosa per aver provato tutte le ricette della chef francese Julia Child rendendo partecipe il pubblico di successi e fallimenti).

Dalla prima intuizione alla decisione di voler conoscere Ada Boni il passo è stato breve: per comprendere la passione degli italiani di oggi per la cucina era necessario scovarne le origini e studiarne la storia, in cui Ada Boni ha conquistato di diritto un posto d’onore.

Allora dicci. Il talismano della felicità è molto conosciuto, ma che storie si celano dietro?

Il Talismano della Felicità – le prime edizioni molto più delle ultime – racconta la cucina borghese di 50 anni di storia italiana, per la Boni è quasi un figlio, un progetto sul quale investe moltissime energie, è il frutto della sua passione.

Quando il Talismano viene pubblicato la prima volta, nel 1925, Ada Boni dirige già da 10 anni la rivista di cui è anche proprietaria, Preziosa.

Preziosa era l’amica gentile delle lettrici, la consigliera sempre a portata di mano e sempre al passo con i tempi, mentre il Talismano doveva essere il manuale, la bibbia della cucina, dove imparare tutto quanto bisognava sapere sull’arte del far da mangiare. Furono le abbonate di Preziosa – almeno così racconta la Boni alle lettrici – a chiederne la redazione: alla prima edizione Ada Boni e i suoi collaboratori lavorano per oltre tre anni, fino a mettere insieme oltre 500 pagine per 800 ricette. La Boni inizia nel 1922 a chiedere alle abbonate di prenotare la propria copia del volume in potenza poiché il volume sarebbe stato effettivamente pubblicato solo al raggiungimento delle 500 prenotazioni. In pochi mesi le abbonate che prenotano una o più copie del volume – i nomi delle lettrici vengono pubblicati uno ad uno su Preziosa – sono più di mille: si può procedere alla realizzazione del Talismano.

Le prime 5000 copie stampate terminano prestissimo e la seconda edizione arriva già nel 1927, rivista, corretta e ampliata. Persino la Regina Margherita volle complimentarsi personalmente con la Boni per l’ottimo lavoro svolto. Ad oggi sono state vendute oltre 800mila copie del Talismano.

WOW. Persino la Regina. Ma oltre le alte sfere, Ada Boni e le donne italiane: quale mondo rappresentava?

Ada Boni proveniva da una famiglia benestante, sposò Enrico Boni, figlio di gioiellieri romani e critico musicale. Una donna della media borghesia, con abitazione al centro di Roma e casa a Santa Marinella per le vacanze estive, luoghi, entrambi, sempre aperti agli ospiti intrattenuti dalla saggezza dal marito e coccolati con i manicaretti della moglie. Morto Enrico, Ada colma il vuoto lasciato con il lavoro in redazione e il volontariato (cucina anche per i bambini delle colonie estive).

Ada Boni rappresenta – forse – più le donne di oggi che quelle del suo tempo: oggi ci si vanta di saper cucinare, gestire forno e fornelli è diventato un piacere molto più che un dovere. Ai tempi della Boni, invece, cucinare era uno dei compiti che la donna, moglie e madre, doveva assolvere, senza discutere e senza possibilità di scampo. Quello che la Boni tentò di fare, con la sua rivista prima e con il Talismano poi, fu convincere le donne a interpretare diversamente il loro destino, cercando di ritrovare in esso la soddisfazione di esserne le prime e uniche artefici.

Ada Boni, quindi, pensava la donna in modo tanto tradizionale quanto moderno, tanto padrona della casa e responsabile della famiglia quanto autonoma e soggetto pensante.

Una domanda da un milione di dollari. Cosa ti ha insegnato la tua tesi?

Rispondere ad una domanda del genere richiede tanto autocontrollo! Un attimo di distrazione e rischio di ritrovarmi smarrita tra frasi fatte e questioni banali.

Sicuramente è stato un lavoro tanto complesso quanto interessante. Quel che scriveva la Boni quasi un secolo fa, semplicemente “tradotto” in un linguaggio più attuale, potrebbe essere facilmente affiancato ai testi firmati oggi da giornalisti blasonati o anche da blogger e non essere riconosciuto, tanto erano moderne le idee della Boni e acute le sue osservazioni. Come tutte le ricerche storiche, quindi, questa tesi mi ha dimostrato, ancora una volta, che spesso e volentieri ciò che è “vecchio” è molto più moderno del nuovo, o che il nuovo in realtà è impropriamente definito tale, perchè conseguenza di quel che oramai è considerato vecchio. Infine, penso di aver avuto l’ennesima prova che non esistono solo bianco o nero ma anche tante sfumature di grigio, molte più di cinquanta e che esistevano anche prima di essere utilizzate come titolo di romanzo.

Non resta che concludere con la più ovvia delle domande, dopo il tuo sforzo di evitare le banalità. La tua ricetta preferita de Il Talismano della Felicità, qual è se esiste?

Ammetto di averne provate davvero poche, scrivere una tesi sottrae molto tempo alla cucina! Inoltre ho provato a risparmiare al mio fegato un po’ di fatiche… in ogni caso, devo dire che mi sono divertita molto a leggere tante delle ricette, vuoi perché attempate vuoi perché originali e davvero geniali, in alcuni casi proprio furbe!

Quel che posso regalarvi è una piccola chicca proveniente non dal Talismano ma dalla Piccola Posta della Direttrice, ovvero la rubrica di Preziosa curata personalmente dalla Boni dove la direttrice in persona rispondeva alle lettere delle abbonate.

Tra liquori, pizze e dolci vari la Boni svelava qui il segreto per una perfetta frittura di triglie.

“Per ottenere delle triglie fritte ben dorate e croccanti usi anzitutto una padella ben colma d’olio e procuri che l’olio sia caldissimo. Ricordi poi il piccolo segreto insegnato altre volte da Preziosa e che consiste nell’infarinare le triglie all’ultimo momento, sfarinarle sull’apposito setaccino di latta affinche ́ non resti sulle triglie che la quantita` di farina necessaria; prendere poi una triglia alla volta per la coda tuffarla per un attimo in una casseruola contenente acqua fredda e che si terra` sul camino e passare subito nella padella fumante.

Il lieve strato di farina bagnato dall’acqua forma un piccolo strato di protezione e assicura al pesce un perfetto croccante. Vedra` che in tal modo il fritto Le riuscira` buonissimo e le triglie non si deformeranno affatto durante la cottura”.

Il testo viene da Preziosa, agosto 1934.

Cos’altro vorreste sapere da Martina?
Ci sono i  commenti per farlo.

Per chi volesse contattare privatamente  Martina, la sua email è: mar.tina_p[@]yahoo[.]it.