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Il cibo è la mia accademia platonica

Stavo leggendo un articolo sul Caffè il Quadri di Venezia quando mi sono imbattuta nella frase di Claudio Magris. Descriveva un caffè come …un’accademia platonica, in quest’accademia non s’insegna niente, ma si imparano la socievolezza e il disincanto. Si può chiacchierare, raccontare, ma non è possibile predicare, tenere comizi o fare lezione… E capito finalmente come descrivere e presentare la mia passione per il cibo e i momenti di sua condivisione con gli altri. Un’accademia platonica, sì. Un momento in cui si lasciano in libertà i pensieri e le idee. In cui il filosofeggiare da tavolino diventa la cosa più importante e spontanea della vita. In momento in cui ci lascia andare a riflessione tra il casuale ed il caotico. Solo (o forse anche) così viene fuori la personalità

50 modi per mangiare “ecologico”

L’attenzione o la mania di dimostrare attenzione alle ripercussioni sull’ambiente delle più piccole attività umane, comprese quelle quotidiane e casalinghe, porta persino rinomate riviste di enogastronomia, come Bon Appétit , a proporre ai suoi lettori una lista di atteggiamenti ecosostenibili in cucina. Le lettura del numero di febbraio di Bon Appétit mi ha entusiasmato anche per l’articolo si 50 modi per mangiare “ecologico”. Una bella idea, stimolante, nel senso che da spazio alla riflessione. Riflessioni dovute non solo al fatto che la rivista è made in USA, quindi comunque con indicazioni relative a una realtà in bene o in male diversa da quella italiana. Ma anche, come dire, riflessioni più terra terra, dovute alle implicazioni economiche e di tempo degli sforzi che un atteggiamento “ecologico” comporta rispetto alle più rilassate attitudine consumistiche. Veniamo al dunque, ecco i 50 suggerimenti:   1. Mangiare più cioccolata. Forse questo è un inizio ad effetto. Chi non ama la cioccolata? Mi raccomando però cioccolato proveniente da turismo equo e sostenibile. 2.  Bolli una volta, cuoci due volte. Non è …

Roma e Travel With Gusto

L’autrice, io, di Travel with Gusto Roma si prende il suo tempo per spiegare cosa ha nascosto nella guida turistica, formato ebook, della Capitale C’è una nuova guida dedicata a Roma. Un’altra e si spera non l’ennesima. Non è neppure una novità, eppure ne sono entusiasta. Sì, l’ho scritta e pure nella Capitale ogne scarrafone è bell’ a mamma soja. Non che ai romani i napoletani siano così simpatici. Loro, i romani, esigono ben 7 generazioni per fregiarsi dell’appellativo che li rende tanto orgogliosi. Essere romani è qualcosa non per tutti. Una guida per chi? Ma cosa centra tutto questo con una guida di Roma?C’entra e non c’entra, perché la guida è chiaramente pensata per i turisti ed il loro desiderio di sentirsi del posto. Però, poi, ci sono anche gli autoctoni, che per evitare il logorio della vita moderna, vogliono scoprire la città e si dilettano a sentirsi viaggiatori a casa. E allora pure loro potrebbero comprare la guida in questione. E dove mettiamo parenti ed amici? Travel with Gusto Faccio la seria un attimo, perché la guida è …

Food writing: from a recipe to a cookbook with Dianne Jacob

I’ve started a journey. A slow one. A few month ago on my Instagram profile I introduced a kitchen whisk and an apple. I want you to respond and I want you to talk about of food writing. I introduced an Italian hashtag as #scriverecolcibo (ie. writing with food), as well. I do not want to start an endless debate on how translate into my language “food writing”.  In Italian I need a preposition to translate that simple english term. I’ve chosen “with” given that food is just of the characters of life, even if  a relevant one. I don’t want food to suffer from loneliness 🙂 At the same time, a food writing lover isn’t an Île flottante. I can not just use my whisk and apple (and hashtag) and close my pantry to you. I can talk about food and writing . I need you and some mentors. Someone more expert than me or with a different perspective. I’m looking for inspiration. Therefore, I decided to involve people as Dianne Jacob  and make them few question, …

Fichi sotto spirito tra vodka e Sauvignon

Non è cosa facile scrivere per te. Il problema non sei tu, ma io. Iniziai a scrivere il blog per imparare a narrare il bello della vita ed ora con questi fichi davanti a me…non so come dirtelo. E’ tutta una questione di piacere: cercato ed inaspettato, raffinato ed avvolgente, adulto e bambino. Mi perdo in queste sequenza di sensazioni intense e piacevole a cui non sa dar voce. La voglia che tu trovi questo barattolo di fichi online mi porta a farmi mille e mille domande su come mescolare aggettivi e parole chiave. Ma a te che importa. A te che non ancora non hai assaggiato questi fichi sotto spirito, cosa interessa? Il SEO o il Sauvignon? 🙂