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Oh, ma ci sposiamo #5: say yes to the dress

Facile, facilissimo scrivere di abiti da sposa. Romanticismo e pungente ironia sembrano facili da tirar fuori. Sgorgano quasi spontaneamente di fronte a certe esagerazioni. Eppure per scrivere quello che sto per dirti, ho pensato, scritto, ripensato, riscritto. Le parole giuste non uscivano. Mi sono spremuta le meningi pure sotto la doccia. L’acqua scendeva copiosa, calda, ed io lì a osservare il vuoto e a pensare. Per giorni e giorni sono stata alla ricerca di quel messaggio chiave che poteva veramente farti capire com’è stata la mia ricerca dell’abito da sposa.Le premesse di chi sono, di quanto la decisione di fare il grande passo sia stata insieme una sorpresa e una lunga meditazione (oltre che mediazione), sono state già raccontate. Cosa potevo dirti ancora? Come potevo farti interessare alla mia piccola avventura? Come tutte le storie, parto dall’inizio. Ho cominciato a cercare l’abito da sola. Non c’era mappa ad aiutarmi e neppure una sorella maggiore. Solo quella mamma …ehm che non volevo preoccupare oltre modo 🙂 I sogni di felicità preconfezionata sembrano paventarsi davanti a me nel Paese delle Meravigliose Esagerazioni a suon di …

Oh, ma ci sposiamo #4: tenere a bada la mamma

Deciso che succederà, accetata la proposta, nel mentre tu ti rendi conto cosa sta succedendo nella tua vita, eccola là. Pronta sull’uscio con la sua dolce aria di mamma. Sebbene alla notizia abbia risposto d’istinto “Sì, ma non potremo venire tutti e due. Abbiamo un cane e quaranta galline“, tu sapevi già che non sarebbe rimasta a casa…e neanche che sarebbe stata zitta. Ah, la mamma, quella squisita presenza che non si fa quasi mai sentire tra un “ihihihi” ed un “certo” durante le spontanee telefonate giornaliere. Ah, mamma, come faresti senza di lei, i suoi mille consigli, preoccupazioni e le sue perle di sapere. Un’ancora di salvezza che sa tenerti a galla oppure affondarti con alcune brevi frasi, lapidarie. Al suono della parola matrimonio qualcosa si attiva anche in lei. Già il giorno dopo la notizia ecco la sua prima reale preoccupazione, che tu, ignara sposina, non avevi ancora considerato a oltre 120 giorni dall’evento: “Ma il cuscino per le fedi?” Oddioooo, colta in castagna tu, donzella pacata, replichi seccata: “Mamma, ma che me ne …

Oh, ma ci sposiamo #3: parola in codice “sposa”

Ho detto sì lontano dall’altare. Quel Mont Blanc è stato irresistibile. Ed lo ammetto, per le proposte indecenti ho un certo debole? 🙂 Ma poi…che si fa dopo? Tanti falsi problemi si frappongono come un velo tra te e l’essenza vera. Quando si decide di cambiare status sociale e passare da nubile a coniugata ne succedono di piccoli cambiamenti, quasi impercettibili come scosse dal basso grado Richter. Sono piccoli segnali che… Che non lo so ancora. Qualcosa gioca a cambiare. Ci si ingolfa nella programmazione dell’evento. Tu fai questo io faccio quello. E poi ci si guarda ogni tanto e di dice: “Ma ci sposiamo sul serio?” “E diamine lo avete deciso voi, chè siete scemi” potrebbe essere la reazione del più logico dei lettori, nonchè della Rossella pre dicembre 2011. Sì, lo abbiamo deciso noi, lo abbiamo deciso convinti, uhm mi tocca dire anche innamorati, ma… Ma…hai in mente quante cose le mamme non dicono? Ecco quello che succede prima di un matrimonio è quell’ennesimo qualcosa che i genitori non ci hanno detto.

Oh, ma ci sposiamo #2: come te lo chiedo

Son cose che succedono, ma come succedono? C’è chi come la mia amica di Toronto ha visto inginocchiarsi il suo ragazzo col frastuono delle cascate del Niagara dietro di sè. Un’altra amica è stata trasportata fino in Brasile e nel mentre di una tranquilla vacanza, in un’isola sapientemente deserta, si è vista proporre il tutto. Ma queste son cose che non fan per me, dopotutto mi chiamo Rossella, sì o no?! Se la Cavia ripeteva che mai e mai si sarebbe sposato e mia madre chiedeva ansiosa “Non sarai mica tu che non vuoi sposarti?!”, un anello, un trepidante “Mi sposi?”, non si addicceva proprio. Una proposta troppo precoce potrebbe farmi scappare. No, no, io voglio respirare libertà. I legami sentimentali sono importanti, talmente che vanno rispettati.

Oh, ma ci sposiamo #1: son cose che succedono

Un tempo rimasi a bocca aperta nello scoprire che un’amica si stava preparando il corredo. Eravamo all’università, ganze e allegre, senza pretese e con qualche illusione da Sex&City davanti. Eppure lei aveva un corredo. Ed io? Manco per sogno. Altro che Carrie Bradshaw io ero e sono Jo March di Piccole Donne. Libera, con lo sguardo sempre rivolto in avanti, con la testa persa in mille pensierini, giovane dentro perché costantemente affascinata da nuovi progetti. Pronta a coinvolgere le sorella in qualche impresa, perché la vita non va lasciata a sè, ma affrontata. Libera, romantica con un pizzico di determinazione. Il mio ideale estremo di romanticismo è quel professore tedesco, Friedrich, che alla fine conquista la vera Jo. Anche lui diverso, particolare, creativo. Quasi mi vergogno a dirlo, ma nella scena finale di Piccole Donne Crescono dove lui dice, quando già la lacrima scende giù per la gota: Friedrich: “Le mie mani sono vuote” Jo: “Non più” ribatte lei mettendoci sopra le sue mani. Mani che scrivono, pensano, creano…beh per me lì sta l’essenza di un vero rapporto. E quanto mi …