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Oh, ma ci sposiamo #6: s’ha da fa’

Una curiosa nebbiolina dava il buongiorno a Roma.
Due ragazzi in groppa ad un motorino percorrevano la strada passando rapidamente tra Campo dei Fiori e Piazza Navona, alzando lo sguardo verso la Chiesa del Gesù, facendosi accogliere in silenzio da Piazza Venezia fino a parcheggiare non lontano da San Giovanni.
Qualche commento sulla luce mattutina mentre si rimboccavano i guanti.
Poi via, alla ricerca di quell’ufficio.
Tutto era mastodontico attorno. Di simili a loro se ne erano visti chissà quanti da quelle parti.
Suonarono ad un campanello. Appena si accese la luce verde, entrarono. Lei per prima, poi lui.
Invitati ad accomodarsi, lo fecero con tanta sussieguosa gentilezza.
Ci fu il passaggio di carte.
Nel silenzio, l’altro sfogliava con calma. Controllò dei dettagli. Si accertò della data e del luogo.

Lui, lei e l’altro…si guardavano, non sapendo cosa aspettarsi.

“S’ha da fa’ ”

Proruppero i sorrisi.
E’ vero!

“S’ha da fa’. Mandi”

In meno di due mesi tutto è stato fatto. Quello che doveva essere fatto, è stato portato a termine.
E’ ufficiale.

Dopo tante dichiarazione rese di esistenza e mancanza di matrimoni precedenti è giunto il tempo.
Una gran bella sensazione di libertà e d’impegno assieme.

Mentre la nebbiolina era un lontano ricordo, ecco la prima vera preoccupazione: “Dove andiamo a prendere il cappuccino?”
“Ah, ah ti ho reso caffè dipendente”
“Mi hai proprio rovinato la vita” ma non c’era cattiveria, solo un’ironico rimbrotto.
” Ehi, calma. Ricordi una delle condizioni per sposarci?…Meno borbottona”
“Mai contento?! Io da quando borbotto” 🙂

Subito dopo suggelarono  l’insperato obiettivo mano nella mano e con un bacio non appena fuori dalle sacre mura del Vicariato.

Sembrava tutto così eterno, difficile, ottusamente burocratico.
La firma sotto la parola Fidanzata e quella sotto Fidanzato.
La firma sotto la parola Nubenda e quella sotto Nubendo.
Le dichiarazione rese, i giuramenti fatti, gli accertamenti esplatati.
La madre della sposa ha pure risposo all’insidiosa domanda: “Da quanto conosce Rossella?”…sua figlia. Tutto vero, non è fantascienza. Le tradizioni e le burocrazie richiedono serietà, rispetto…ma va a fa’…un matrimonio 🙂

Tutto per giungere a questo semplice, netto, edulcorato: “S’ha da fa’ “.

Oddio, ragazzi, qui ci si sposa sul serio!
Basta parlare in terza persona.
Qui s’ha da fa’ molto.
Dietro la cerimonia si annidiano non solo le aspettative, ma pure un sacco di pretese pratiche. Meno male che non bisogna pure programmare il tempo metereologico, perché sennò.
Intanto, partendo dai fondamentali, la terna pretale è attiva. Tra il prete della parrocchia, il prete della chiesa e quello celebrante, qui ci manca solo la moviola 🙂
E non mancano gli scherzi da prete. Lui forse non scherzava, ma vedersi spostare l’incontro prematrimoniale causa patriarca di Gerusalemme, non è cosa da tutti i giorni.
Io domani telefono all’arcivescovo di Canterbury, sia mai che voglia unirsi anche lui.

Comunque, le scelte tattiche sono state definite. Bisogna solo tener a bada i critici.
Lo schema di gioco è in fase di rodaggio. C’è ancora qualcosa da limare, ma ci sentiamo belli carichi per affrontare la sfida.

Questo matrimonio s’ha da fa’.

to be continueb
La prossima puntata Lunedì 13 febbraio 2012: Oh, ma ci sposiamo #7: la ninnina

Per le puntate precedenti:

Oh, ma ci sposiamo #1: son cose che succedono  
Oh, ma ci sposiamo #2: come te lo chiedo    
Oh, ma ci sposiamo #3: parola in codice “sposa”   
Oh, ma ci sposiamo #4: tenere a bada la mamma 
Oh, ma ci sposiamo #5: say yes to the dress

Le immagini sono tratte da Lea Ann Belter.