Pane e lievitati

Pane coi semi di finocchio selvatico

Ci sono cose che mi fanno sentire orgogliosa. Per verità poche, perché voglio sempre di più, sopratutto quando si tratta di cose fatte da me. Non è modestia, né timidezza, né l’incontentabile bambina capricciosa che ancora aleggia in me. E’ solo voglia di qualcosa di perfetto, come nei sogni, perché se si fa qualcosa bisogna farlo bene.
Stavolta però sono orgogliosa, felice che l’idea che avevo in testa sia diventata quel pane, nato da una ricetta di Bernard Clayton e diventato un pane alla Rossella. Il mio amico Bernard 🙂 aveva pensato ad un pane di segale speziato, io l’ho fatto diventare un pane ai 5 cereali con semi di finocchio selvatico e spezie.
I 5 cereali vengono dal Molino Moras e sono una farina dalle diverse anime, quali farina 0, farina di mais, farina integrale. Il tutto attorniato da semi di sesamo e lino, fiocchi d’avena e d’orzo. Mentre il finocchio selvatico è stata una scoperta della giornata del biologico di qualche settimana fa. E per spezie qui intendo le spezie per il pan d’epice comprate a Parigi, che comprendono cannella, zenzero, noce moscata, cardamomo, pepe, coriandolo, anice, chiodi di garofano.

A parte questi dati tecnici, il risultato mi ha entusiasmato per il profumo, la morbidezza del pane, l’aroma piacevole e non stucchevole in bocca, nonché la capacità di giocare col tempo. La Cavia lo ho decretato “uno dei migliori pani”.

Ecco cosa ho fatto:

Pane con semi di finocchio selvatico

180 gr farina ai 5 cereali
200 gr farina 0
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di miele di marucca
1 cucchiaio di semi di finocchio selvatico
1 cucchiaino di spezie per il pan d’epice
275 gr di acqua
200 gr di lievito madre rinfrescato poche ore prima
1 cucchiaino di sale

Ho mescolato assieme la farina ai 5 cereali e quella tipo 0. Ho unito lo zucchero, il miele, le spezie.
Poi è stata la volta del lievito madre e dell’acqua.
La fase delle mani in pasta è iniziata. Ottenuto un composto omogeneo ho unito i semi di finocchio selvatico ed il sale.
Ho continuato a lavorare, sul piano di lavoro infarinato, per una decina di minuti.

Ho posto a riposare l’impasto in una ciotola sulle cui pareti ero passata con un foglio di carta da cucina lievemente oliato.

Essendoci stato un calo di temperatura, ho fatto una prima lievitazione di 4 ore. Poi le solite pieghe a libro ed una seconda lievitazione di 14 ore.

Poi ho dato la forma di una pagnotta e messo l’impasto sulle teglia del forno ricoperta con carta da …forno (guarda tu 🙂  ).
Ho fatto lievitare per un’oretta per poi preriscaldare il forno a 220°C.

Ho fatto 4 tagli sopra la pagnotta e l’ho cotta a 220°C per 5, 200°C per altri 5 minuti ed infine 190°C per 35-40 minuti.

Poi la dovuta pazienza per far raffreddare il pane, prima di buttarsi ad ammirarlo ed osannarlo. Insomma, questo pane mi ha fatto sentire orgogliosa.

Questa ricetta comparirà su YeastSpotting e su Tartine Bread Experiment.