Quei vini arancioni
Pare assurdo, ora pure i vini arancioni. Pare assurdo, non è una trovata pubblicitaria, ma quasi una riscoperta, più per il pubblico che per i produttori. Il nome forse distrae, abbaglia per la sua stranezza. Poi te li versano e ti chiedi embè, e ora? Non resta che poggiare il naso, forse inesperto, eppure curioso. Parte la musica. Nè un lento, né dell’house music, ma del sano rock. Così Liliana Savioli li presenta(va) ad Ein Prosit 2013. Non ti resta che provare. Ti è stato detto, con piglio deciso ma non enfatico, decisamente appassionato che sarà per te una degustazione cromatica e musicale. Scorgi qualche etichetta. Nomi d’incanto come Lunar. Impari e prendi appunti per imparare che si tratta di vini bianchi lavorati come i rossi. La macerazione sulle bucce, lieviti indigeni selezionati dal territorio. Rincorse nella vigna con camion refrigerati, affinché non parta alcun tipo di fermentazione, ti immagini la scena. Cogli il profumo di quest’arte del fare per dedizione ancor prima che per dovere. Così le bacche vengono tenute intere, lasciando fare al peso …