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Flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine

Flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine: tutto in una cocotte. Metti assieme quello di più caro ed avrai qualcosa di speciale. Questo, in estrema sintesi, il segreto del flan di cipolla di Montoro e Tete de Moine. La primavera inoltrata è la stagione giusta per unire ingredienti come le patate novelle, la cipolla ramata di Montoro ed il formaggio svizzero Tete de Moine. Il sapore quasi altolocato, seppur non timido, del Tete de Moine, si accompagna alla semplice cipolla di Montoro in una cocotte per il pranzo del sabato (e non solo). Della cipolla ramata di Montoro te ne ho parlato ampliamente nel post su Il mondo della cipolla ramata di Montoro. Non è una ossessione, ma una passione questa cipolla irpina. Mentre il Tete de Moine è un recente inquilino della nostra cucina, mia e della Cavia. E’ anche conosciuto come fromage de Bellelay.  Tete de Moine letteralmente vuol dire testa di monaco. E’ un formaggio di latte vaccino a pasta semidura e non si taglia: si raschia a rondelle o …

Cocotte con piselli e friggitelli per felicità di tre tuorli

Cocotte con piselli e friggitelli per tre tuorli rimasti Erano tre tuorli, soli erano rimasti dopo aver infornato la torta di fragole e mandorle. L’aroma del Cassis doveva ancora sprigionarsi dalla torta. Ed ero con tre tuorli davanti. Li fissavo e non mi rispondevano. Sgarbati veramente. Ero in procinto di gettarli, incurante del loro valore. Ma le cocotte mi fecero tornare in me. Così si creò quasi da sé un pranzo speciale in due. Il dolce dopotutto sarebbe stato pronto di lì a poco. Mi basto mescolare un po’ gli ingredienti non prima però di essermi divertita a togliere dal baccello i piselli freschi di mercato. Pian piano si formò anche un tavolazza di colori. Il verde dei piselli e dei friggitelli si mescolò al curry rosso. Non servivano altri tocchi. Il compleanno da trentottenne fece da colonna sonora. Cocotte con piselli e friggitelli. What else? Il mio debole per le cocotte forse si può notare. In casa di sicuro lo è stato. Prima le cocotte con pane di segale e formaggio, poi con uova, …

Mele, cocotte, Pommeau e cambi d’abito

Rosso. Rosso passione. Rosso Valentino. Rosso fuoco. Ma prima di tutto questo per noi con i ricordi ancora caldi della fanciullezza è IL colore. Rosse sono le bacche del bosco che attirano lo sguardo. Rossi e bianchi sono i funghi delle fiabe. Rosse sono persino le mele che convincono Biancaneve a dare quel morso cruciale. Che male mai possono fare delle mele rosse? Si notano anche da grandi le mele rosse Stark Delicious. Le si coglie dal banco del mercato e scoppia la scintilla. Rosse, sì, rosse come la passione che lega due persone. La passione che si condivide. Perché allora non fare un dolce a base di mele dentro una cocotte? Poi basta una forchetta per assaggiare quel dolce assieme. Se si è poi fortunati la passione prosegue fino a richiedere anche momenti meno movimentati, dove la leggera dolcezza delle mele finisce anche in un muffin. In questo clima di favola passionale nasce una ricetta che sa cambiarsi d’abito. Nelle cocotte la versione fashion, quella da abito rosso fuoco. Mentre nei muffin si annida …

In fatto di cocotte

Come stavo dicendo, in fatto di cocotte ho un debole che non oso neppure nascondere. E’ un po’ come giocare con le pentoline. Te lo ricordi? Tutto il mondo era fatto a nostra dimensione. Non solo mamma e papà ci scorazzavano attorno con  mille sorprese e sacrosanta pazienza, ma tutte le cose da grandi venivano fatte piccole. Io, scusami se me ne vanto ancora :), non avevo solamente le pentoline degli indiani, ma anche i fornelli. Avevo una cucina perfettamente funzionante nella mia fantasia fin da allora. Possedevo persino un servizio completo di pentoline e padelline. I toni erano quelli del rosso accesso ed i decori erano gli indiani d’America. Da cui il  nome storico di pentoline degli indiani. Non mi mancava nemmeno il tipi. Tante e tante merendine mi portano la tenda per essere un’indiana perfetta nella cameretta. Credo che sia per questo che le cocotte mi fanno impazzire. E credo che il destino a volte sia capace di fare grandi doni. Prima il libro Cocotte sale e dolci della DeAgostini e poi il …

Quasi muffin per i 125 anni

Arrivarci a 125 anni. Jakob Pagitz c’è l’ha fatta. Lui ed il fratello Franz cominciarono negli anni Ottanta dell’Ottocento a mettere il succo di frutta dentro le bottiglie di vetro. E nel 1949 a questa abitudine commerciale venne affibiato un vero marchio: Pago. Pagitz più la tedesca frutta (Obst) fa Pago. E io pago… scusa, ho troppi estimatori di Totò in casa per non fare questa battuta. Eppure Pago, quello con la P maiuscola,  ha pensato a me e a te. Nel 2013 Pago scrisse infatti ad alcuni foodblogger. Vuole festeggiare un compleanno con un nuovo succo Pago. Ed io chi sono per poter rifiutare? Dopotutto nei pomeriggi lavorativi è oramai consuetudine scambiare uno sguardo con la mia collega e dire: “Succo romantico?” “Sì, succo romantico sia” Scendiamo al bar dell’ospedale dove lavoriamo ed ordiniamo il nostro succo in due bicchieri. Al bar ci conoscono tante che alla richiesta di un ACE ci chiedono perché e noi due rispondiamo: “Perché ci piace” come ci insegnò un giorno uno dei barman. Ma se ci presentiamo al …