L’amaro e la semola
“E’ mia” Per lei avrei lottato con tutti. Non meritava di finire a nessun altro se non a me. Decisa, inflessibile, implacabile, determinata. Doveva essere mia. La contesa era forte. Ci guardammo negli occhi. Fissi ed imperterriti. Alcuni secondi nel silenzio, un battito di ciglia e … “Va bene è tua” “Grazie caro” La presi, la mangiai. Mi baciò. Ti assicuro che per poche altre torte combatto così. L’ultima fetta di questa agrumata ma non stucchevole, morbida ma non sbriciolona, dolce ma non stucchevole meritava la contesa. Non si tratta di una ricetta né del tutto nuova né del tutto mia. Ottolenghi mi ispirò già a stravolgerla a suon di mele o mele e cranberries. Ora ci si mette pure l’amaro, ancora Amaro Averna. I bicchierini di amaro e yoghurt mi hanno reso sicura dell’abbinamento con il lime. L’ultima arancia in giro per casa si è unita alla lista di ingredienti assieme a quella marmellata di arance di Sicilia che capeggiava sulla credenza da un po’.