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Dolci lamponi

Lamponi e la dolcezza di una quattro quarti In settimane dove le scadenze volano via sorge un problema. Salutata una scadenza bisogna subito accoglierne un’altra, ma cosa cucinare per far restare il tempo piacevolmente con sé? Come convincere lo stress ad allontanarsi e la dolce metà a darti quella preziosa carezza di benvenuta a casa? Semplice cucinando. Ma quando? Come? In questo stato quasi isterico mi ritrovo mentre esco dall’ufficio. Poi qualche minuto tra i mezzi pubblici e…non ci vedo più dalla fame. Così mi fermo in cucina, apro furtiva la porta della credenza ed il braccio si allunga. Ho bisogno di quel barattolo di vetro. Sì, proprio quello. Lo svito guardandomi in giro. Non c’è nessuno in giro. Nessuno a chiedermi che cosa sto combinando. Anche il tempo si è acquietato. Al diavolo le scadenze. Il blog può aspettare. La penna resiste sulla scrivania ancora qualche minuto. Ahhh  che bontà! Le gocce di buon cioccolato, che lusso inestimabile. Poi apro gli occhi e mi ricordo che non devo essere egoista. In giro per casa …

I fichi nel pane

Capita di bighellonare in rete anche alle persone più serie. Succede poi che un post ti illumini e ti metta in azione in men che non si dica. Così leggevo Life’s a feast e ho scoperto Twelve Loaves. Jamie di Life’s a Feast, Lisa di  Parsley, Sage and Line Drives  e Lora di Cake Duchesse hanno pensato un evento mensile per le blogger e non. Quello che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia e scattare verso il mio lievito madre è stato il tema. Con Twelve Loaves si avrà a che fare ogni mese con i lievitati. Insomma, mani in pasta sempre. Ma vuoi che ad agosto con caldo che fa ci si metta a fare il pane? Certo, non mi conosci 🙂 Per agosto Twelve Loaves suggerisce di fare dei pani con la frutta estiva. Puoi metterla nell’impasto, come ripieno o come decorazione sopra. As you like. Frutta di stagione. Uhm. Che frutta uso? Li osservo e mi ricordo. Quanto li disprezzavo da bambina. Splash. Cadevano con quel suono sordo che ti lasciava immaginare …

Vellutata del due

Mi son detta se esiste se esiste la torta quattro quarti, perché non fare una zuppa basata su un numero?! Il colore special ce lo avevo. Le carote viola le avevo prese d’impeto al mercato, dopo l’omaggio di Elisa Kitty’s Kitchen.Cosa mi mancava per rendere così romanticamente speciale il pranzo un numero come il due? Così per poi poterla replicare anche i futuro, nel caso di buon esito (come è stato), ho cominciato con: 2 scalogni 2 carote viola 2 topinambur piccoli 2 patate medie 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva Ho quindi spellato gli scalogni, le carote, i topinambur e pure le patate. Ho versato nella pentola l’olio ed ho acceso la fiamma. Ho tagliato velocemente a rondelle gli scalogni e li ho fatti saltare in pentola a fiamma bassa. Tagliate le carote a rondelle le ho buttate sugli scalogni ed ho mescolato. Son passata poi a tagliare i topinambur e le patate a dadini. Le ho unite alle altre verdure per unirle nel loro destino. Ho alzato la fiamma a media e  …

Festa di compleanno

Succede una volta all’anno. Il terrazzo si riempie di amici e la Cavia si fa gioiosa. Tutti i “ciao” e gli “auguri!” son per lui e lui non si nasconde dinnanzi a cotanta attenzione. Incomincia con l’annunciare che compie 25 o 26 anni, qualcuno regge il gioco, qualcuno  insiste, dietro le quinte, per conoscere la vera età. Non c’è crema antietà 🙂 che regga, c’è chi sospetta che i trenta siano oramai superati. Poi le cose cominciano a complicarsi. Il tramonto incombe, le luci si abbassanno, le fiaccole tentano il miracolo. L’importante è, come la Cavia suggerisce, di “imparare le voci e associarle alle persone”. Presto però il cibo comincia ad esercitare il suo potere attrattivo e aggregatore e le sedie diventano un gradito rifugio. Bando ai convenevoli, ecco il menù proposto per i 26 anni della Cavia 🙂

Bruges, io e …

Perché passare quattro giorni a Bruges? Perché tornare per la quarta volta a Bruges?  Non sposarti mai se non ti promettono di fare un viaggio per ogni anniversario che seguirà a tale grande passo. Sono stata chiara fin dall’inizio. Prima Paris, poi la Provenza, Lisbona, Madrid, l’Argentario e ora…Siamo tornati sui nostri passi, senza rammarichi e forse, neppure, con qualche birra di troppo 🙂 A qualcuno Bruges (o Brugge) può apparire piccola, digeribile in una sola giornata. Per me e la Cavia non è così. Ha quel fascino e quel segreto che solo Venezia ha. Sottile ed aggraziato, infinito eppure condensato, finché giungi a carpirne il ritmo.