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Visione di Carnia: 10 strumenti per comunicare

Visione di Carnia, il laboratorio per imparare a raccontare e comunicare il territorio ed il cibo,  si è appena concluso. Faccio fatica a tirarne le somme. Sono troppo vivi l’entusiasmo, la fatica e le speranze. Eppure mi trovo qui con la responsabilità di raccontarlo a chi non c’era. Visione di Carnia è stato il mio primo laboratorio da insegnante. Sapessi come cambia il mondo quando stai dall’altra parte della cattedra! Sono partita decisa per Lauco. Ero “nella mia terra”, ero tornata non come ambasciatrice di sogni lontani, ma di volontà locali. Il Carnia Food Design è un bel progetto che si articola in quattro laboratori, il cui Visione di Carnia era il prima, e coinvolge in primis i ristoratori locali. Ma mi son trovata di fronte anche ad appassionati di cibo e di cultura locale e alle famigerate bloggers. Ho cercato di non farmi intimorire da nulla, errori di pronuncia compresi. Ogni brava insegnante si prefigge di comunire pochi e chiari concetti, anche quando ha ben otto ore a disposizione. Trattandosi di un laboratorio sul …

Visione di Carnia: laboratorio di scrittura a Lauco

Il laboratorio di scrittura Visione di Carnia si terrà lunedì 22 e martedì 23 settembre 2014, dalle 14-30-18.30, a Lauco (Udine). Si parlerà di come raccontare e comunicare piatto e territorio Il Progetto Carnia Food Design 2014, organizzato e gestito dalla Cooperativa Cramars di Tolmezzo con il coordinamento scientifico di Slow Food Friuli Venezia Giulia, entra nel vivo. Si comincia il 22-23 settembre a Lauco, non lontano da Tolmezzo, in provincia di Udine. Tocca a me aprire i battenti e lo farò con il laboratorio di scrittura  “Visione di Carnia: il racconto del piatto e del territorio”. I temi di “Visione di Carnia: il racconto del piatto e del territorio” Saranno due pomeriggi spero intensi ed utili per te. Chiamarlo laboratorio di scrittura è forse semplicistico. Cercheremo, infatti, di comprendere e vivere l’evoluzione dallo scrivere al raccontare, fino al comunicare e non dimenticando il condividere. Oramai non basta più scrivere ciò che piace a noi e pubblicarlo online. Bisogna adattare il testo al lettore e comunicargli qualcosa che lo porti fino in Carnia. Il laboratorio …

La Gubana

Gubana. Quante cose ti dovrei raccontare. Ti dovrei dire che si tratta di un dolce del Friuli. Lo si fa per le occasioni speciali, come quando arriva il figliol prodigo. Lo fanno le cuoche vere, quelle che pesano gli ingredienti per costruire e sfamare le famiglie. Ma non solo. Ha qualcosa dello strudel eppure a vederla, la Gubana, sembra un vortice. Le origini del suo nome sono disperse tra tradizioni, tempo ed etimologia. Però è un dolce che ha l’anima di una terra. Nascosto e ricco è il suo tesoro. Tutto arrottolato su di sè, alla ricerca perenne di una sincerità che guai a scambiare per un istante di banalità, per un gesto fuori orario. Eppure è un dolce allegro grazie allo slivovitz (anche la grappa è concessa, ahimè 🙂 ). Come tutti gli scorbutici basta mostarsi gentili. Prendi mio padre, appena fai la gentile lui da silente comincia a lanciarsi in chiacchiere. Timidamente ricco dell’entusiasmo di una piena di gioia si lascia andare…E così in questa di gubana, ritrovo mio padre. Nonostante il perenne …

Fagioli neri e pitina

L’ingrediente speciale è lei, la piccola ed affumicata pitina. E’ giunta fino a Roma nelle mani di una di quelle giovani (ma sì, ancora giovani) professoresse italiane che non si arrendono. Lei, la Serena, si presenta come un’archeoprofessoressa. Poche cose la trattengono ed io ancora non le conosco. So che con la sua Panda gialla scava in giro per l’Italia, l’Europa ed il Vicino Oriente ogni estate. Perché lei non è una ciusi. D’autunno, inverno e primavera si insegna, d’estate si va a fare scavi archeologici. Se lo scavo poi concede ancora del tempo eccola in giro con la parte giovane (ma sì, ancora giovane) dell’Happy Family versione pordenonese, pardon versione Rorai Grande. La Elena e la Sara non l’abbandonano mica. Non c’è aria di bamboccioni neppure dalle loro parti. Questa estate sembra vadano a trovare l’Orso Yoghi. Così l’archeoprofessoressa con una trentina di studends (ed una suora che ha portato al pub) è arrivata in quel di Roma nell’unico fine settimana di pioggia. Non so per colpa di chi. Come si conviene alle brave …

Un menù di Natale friulano inside

Quasi pronta per buttarmi a capofitto in cucina a fare i biscotti di Natale per la tribù, già comincio a pensare a un menù per Natale. Mi pare giusto condividere tale fantasia con chi si trova ad avere il mio stesso dilemma. Il menù che propongo vuole essere conviviale ed insieme casalingo. Non si conclude col classico Panettone o Pandoro, vuole andare oltre fino alla Tombola e al ritorno a casa degli ospiti. L’invitato, parente o amico, viene accolto con un calice di vino Rosé e un cracker insaporito al prosciutto di San Daniele. Solo dopo le prime chiacchiere potrà prendere avvio il pranzo vero e proprio. Sono tutti seduti a tavola, ma non troppo a lungo.  I piatti non vogliono essere complicati seppure saporiti. Il menù permette anche ai padroni di casa di godersi il pasto e la presenza di amici e parenti. Inoltre, è un menù che può essere preparato dalle massaie moderne, spesso lavoratrici come la sottoscritta e quindi non solo con poco tempo e anche poca pazienza, in un periodo intenso …