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Wedding: al lavoro

Non nel senso che siamo al lavoro in vista del matrimonio. Forse anche quello dato che mancano tre e dico 3 giorni. Ma oggi è stato nache il giorno del rinfresco in ufficio. Dato che il dire “grazie” è uno degli insegnamenti più grandi che si ricevono da piccoli e si imparano da grandi, non posso che dire “Grazie The Fooders“. L’abilità sul campo dei The Fooders l’avevo già testata un po’ di tempo fa. Come dire che li avevo promossi. Oggi a suon di panini gourmet sono giunti ai miei colleghi. Si sa i rinfreschi al lavoro tendono a ripetersi, a volte stufano, altre esagerano. Ho pensato ai panini girovagando per il web. Panini e birre: originale di sicuro ho pensato. Poi scegliere i The Fooders è stato facile data la fiducia totale sulla qualità dei loro piatti. Sul tavolo della sala riunioni loro erano presenti con: – i panini con formaggio fresco al pepe nero, ciauscolo viterbese e scapece di zucchine Sono stati scelti da chi amava il ciauscolo. Hanno stupito per la scapece – …

Oh, ma ci sposiamo #15: meno 5

Brrr che freddo 🙂 Facendo i seri, sì, mancano 5 giorni all’essere una donna sposata: “Come ti senti?….Te ne rendi conto?…Oh, ma la mia bambina…” si parla solo di questo, a casa mia. Non ho mai sognato di sposarmi. Non ho forse mai creduto nell’uomo giusto. Non mi sposo un inglese, ossia l’uomo ideale della mia adolescenza. Non sposo un economista e quindi nessuna possibilità di trovarmi in casa un John Galbraith, altro chiodo fisso ma all’università. Non mi sposo con pochi invitati, come timidezza vuole. Non mi sposo con un cappello a falda larga, come sognavo. E allora perché tutto questo subbuglio? Non chiederlo a me. Non ho una risposta. Ci son momenti in cui vorrei mollar tutto. L’organizzazione e la pazienza sono entrambi sfiancanti. Dettagli, accordi, esigenze da incastrare. Poi arriva chi ti dice “io non ho tempo“, ah, perché io… E ci sono altri momenti in cui l’emozione vorrebbe esplodere, non so ancora se in un pianto o in una fragorosa risata. Finora ho tenuto duro, chissà se resisterò fino alla fine?! …

Oh, ma ci sposiamo #14: par condicio

Par condicio, a tutti lo stesso trattamento. Le bomboniere…oops volevo dire mia madre già la conosci. Della Cavia qualcosa sai, ma oso dir di più. Qualche accenno alla sorellina non ricordo bene se c’è stato, ma lei è un persona seria che non se la prende mai. Qui la par condicio ha a che fare con…rullo di tamburi prego 🙂 …con una persona cara che ama a dismisura la privacy, per cui tu la conoscerai solamente solo col nome in codice Mister Inamovibile.

Oh, ma ci sposiamo #13: le prove

Potrei raccontarti di come le mani mi sono incartate su se stesse, mentre davanti al prete si leggeva il rito del matrimonio. Le dita si attirravano l’un l’altra ed il palmo sudava. Ero io. Lì. Durante la prova, con la Cavia accanto. Avendo l’alta autorizzazione di parlare solo di me, beh ecco che mi soffermo sulle gambe che si accavallavano, sulla mia mia voce che trema. Mentre tacerò sul volto del mio vicino di sedia 🙂 Toccava a me leggere quei paroloni là. Emozioni…paure…desideri…paure…presente…futuro…speranze… Le prove generali, così le chiamano nei film. Noi eravamo in una stanzetta col prete di fronte, un mare di letture tra cui scegliere e tanti riti da recuperare anche dalla memoria. “Lo sposo può baciare la sposa“. Nulla da fare, ha la ragione la Cavia. Questa è solo una frase da film. “Francamente me ne infischio” Oops, questo è un altro film, non c’entra nulla 🙂 “E baciala, diamine”  Nulla da fare, non ci sarà nessuno a dirlo…se non mia madre 🙂

Oh, ma ci sposiamo #12: non vivrò mai qui

“Non capisco proprio come facciano a vivere così. Vai alla fermata degli autobus e non c’è neanche un orario. Arrivano quando ne hanno voglia. Il traffico è infernale, un caos senza pari. Il concetto di puntualità è…andato in ferie. I ragazzi guardano le ragazze in un modo…manco fossero carne da macello. Tutti credono di essere simpatici, ma son solo cafoni. L’italiano…strascicato, come se fossero stanchi di parlare. No, no, io non ci vivrò mai qui, a Roma”