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Scrivere di cibo all’italiana: origini ed etichette

Le bucce delle clementine accanto alla tastiera mi riportano ad un paragrafo perso dentro Gastronomical me di MFK Fisher. Quel profumo che inondava casa è la mappa con cui ritrovo la strada nella ricerca dello scrivere di cibo all’italiana. Non ricordo chi fu la prima a chiederlo, probabilmente Laura di Ricette & Vicende. Fatto sta che da quel giorno a Colle Val D’Elsa si è avviato un percorso di critica ed autoanalisi che neppure Whatsapp riesce a banalizzare. Non ricordo neppure se la domanda fosse “da dove trai ispirazione, Giulia (Scarpaleggia)?” o se era un “da chi hai imparato a fare foodwriting?”. Ciò che quella domanda spontanea ha creato è stata una cascata di riflessioni sfociate in un collettivo “chi ci ha insegnato a fare foodwriting all’italiana?”, ossia dove sono le nostre radici di italiane che scrivono di cibo in italiano?

Una torta

Sono qui in panciolle sul divano con un panorama mozzafiato di fronte a me. Il sole mi bacia i capelli ed io addento una torta che sa di babà. Ho reso l’idea? Qui accanto c’è posto e non nego di avere una fetta di torta al rum anche per te, ma…Non credere a tutto lo storytelling che trovi. Potrei mettere la mano sul fuoco per la ricetta che porta alla torta che vorrei offrirti. Lo scrivo non solo per rassicuranti. E’ una ricetta di Yotam Ottolenghi e di Helen Goh. E’ tra le ricette di Sweet, una novità editoriale a cui non ho saputo dir di no dopo l’esperienza positiva con Jerusalem, altro libro di cucina sempre di Ottolenghi e Sami Tamimi, in quel caso. Non posso, però, prometterti né una vista da sogno ed ancor meno un caldo sole. Non è una questione di cambiamento di stagione, ma di onestà. No, non puoi invidiare la mia vita. Invidiami Sweet, ma non la mia quotidianità. Ho un blog, ho una mente che vuole impastare, mescolare, …

Scrivere, leggere e cucinare: e le ferie?

Ho voluta la bicicletta? Adesso pedala. No, niente vacanze in bicicletta quest’anno. Ma sul Danubio tornerò, si sta rifacendo vivo quel desiderio di essere pervasa di ciò che circonda, senza le esasperazioni della fretta. Quest’anno sarà Cantabria ed Asturie in automobile. Queso e sidro già adocchiati. Ma prima ci sono dei riti da rispettare. Dove lo mettiamo il post dove dico che sono stanca, provata, ma felice? Eccolo qua, tranquilla.

15 libri da leggere…non solo perché li ho letti io

15 libri da leggere (o giù di lì), perché li ho letti e qualcosa su di loro posso dire. Mi concedo all’arte del consiglio libero in ricordo dei bei vecchi tempi. Ti ricordi i bei vecchi tempi in cui il servizio di punta di ogni telegiornare era il gossip sotto l’ombrellone e l’inesauribile sfilza di consigli per sopravvivere al caldo? Anche tu cerchi di riviverli andando alla ricerca dei consigli per le letture sotto l’ombrellone? Credevo di non essere più in grado di scorgere un barlume di speranza tra telegiornali seri, messaggi sui social ancora più seri ed il paranoico inseguirsi di brutte notizie dal mondo. Poi mi capitarono tra le mani I consigli del nostro esperto, alias Antonio D’Orrico, su Sette del Corriere della Sera. Un articolo sorprendente. 37 libri consigliati con un piglio leggero, sagace, concreto, mai banale che ti (mi) proietta subito in libreria (Hai letto per caso niente di Sloane Closley? Com’é?). Non sono all’altezza di Antonio D’Orrico, ma sono anni ormai che non mi concedo un post così. Dammi un …

Pollo con prugne gialle, Rosso Antico e crème de cassis

Pollo con prugne gialle. Avevo il libro di Diana Henry in mano e gli chiesi di rendermi quel sabato una giornata semplice. Bastò del Rosso Antico accanto alla Crème de Cassis e ci sedemmo a tavola con una farfalla. La retorica vuole che fossimo seduti a tavola. L’onestà mi impone di dire che eravamo appolaiati attorno ad un tavolino Tärnö. Potresti immaginarci immersi in chiacchiere. Dopotutto la televisione era spenta. Ma tra di noi c’era una farfalla. Tutto cominciò una sera di luglio. Si dice che se una farfalla batte le ali a Pechino, a New York si scatena una tempesta. Ma a Roma c’era il sole. Da Nizza non giungevono notizie di farfalle ed il Vecchio Continente era sconvolto. Tutto cominciò due sere di luglio. Una appresso all’altra. A Roma continuava ad esserci il sole. Dalla Turchia continuavano a non arrivare aggiornamenti sulle farfalle eppure aleggiava l’ombra di un colpo di stato “non come ai vecchi tempi”. La farfalla aveva, però, bisogno di battere le sue ali. Non bastò nessun acciderbolina e diamine. Non …