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L’amaro e lo yoghurt

“Il gusto pieno della vita” Ma chi ci credeva! Amaro. Già la parola mi teneva distante. Perché mai l’amaro avrebbe dovuto piacermi. Era scuro, insondabile. Lo bevevano i “vecchi”, così l’adolescenza porta ad essere molto netti. Io sapevo cos’era la vita e non la volevo amara. Che credi! A quattordici o sedici anni si sa già tutto. Il carattere più che formarsi erutta sentenze. No, no e poi no. Niente amaro per me. L’arroganza poi si attenua placcata da ambizioni che richiedono sacrifici. Si attenua, ma ancora i pregiudizi galleggiano nei gesti. Se ti offrono limoncello o amaro, la scelta è ancora fin troppo facile. Avvicinandosi la soglia degli -enta quei pregiudizi diventano ricerca di nuovi sapori. In tutta quella fretta di crescere è come se avessi perso qualcosa. Gusti, sapori. Miraggi di momenti calmi e pacifamente noiosi della campagna. Li osservi e non ci credi. Mancano. Ribollono i ricordi. Uno brilla più dell’altro. Frenetica diventa la città. Desideri di calma guizzano qua e là. Vorresti essere capace di voler bene alla vita, la tua. …

La tasca del contadino per un Montalcino

Un Montalcino tra le mani mi incuote un grande rispetto. Come ogni mese Fernando Wine mi da un compito. Creare un piatto per un vino che sceglie lui. Data la mia personalità del tipo “faccio io che è meglio” mi sembra sempre strano dovermi fidare. Ma Fernando Wine non ha mai deluso, quindi anche stavolta ho lasciato a lui il timone. Mi ha presentato un vino come prodotto da Illy. Illy? Vino? “Amore e Magia” il nome. Prodotto in Toscana ovviamente. Francesco Illy? Toscana? Sarà che in piena campagna elettorale siamo tutti reticenti a credere alle favole, anche perché ce ne raccontano fin troppe. Ma come dicevo, mi son fidata. Amore e magia è stato. Dal Podere le Ripi è arrivata quindi la bottiglia. Se fino al 1988 il podere era abitato da un pecoraio ora è un’azienda biologica e biodinamica. Non mi rimaneva che interpretare l’abbinamento. La prima idea, quasi immediata, è stata un Shepherd’s pie, ossia uno sformato del pastore. Poi mi sono accorta che la confondevo in realtà con una cottage pie. …

Si scrive anche …

Mentre i preparativi fervono, i biscotti profumano la casetta, si corre a prendere quell’ultimo regalo, ci si appresta ad affrontare il giro di sinceri auguri natalizi, ecco che dedico un attimo al blog. Prima che tutto fosse così vicino, ho avuto tempo di scrivere non solo qui ma anche altrove. Ecco quindi un rapido excursus di tutto quanto. Sia mai che ci sia qualche lettore fedele che non voglia perdersi una parola 🙂 Prima di tutto segnalo in realtà un post non mio. Però Stefano racconta una passeggiata romana fatta assieme qualche mese fa. Ecco un racconto anche fotografico del giro dei dintorni di Campo dei Fiori. Perché come dice sempre mia madre, capito spesso là. Suggerisco anche di dare un’occhiata ai post natalizi fatti per il Mulino Bianco. Mi hanno messo sotto con Cuor di Pane e Pan Treccia. Che dura vita! Fare e fotografare ricette per ben due settimane. Idee da testare, cibi da gustare, fotografie da affinare. Troppo lavoro 🙂 Fatemi sapere che cosa ne pensate direttamente sul Blog del Pane e …

Malterreno e street food

E se poi questo street food si fa polenta? Dai Colli Euganei mi arrivò tal Malterreno. Lessi che si otteneva da vigne di Tocai e Garganega. Il produttore era Quota101 ed il mio compito ricercare uno street food che sapesse accompagnarsi a tal vino bianco. I terreni di partenza, argillosi, mediamente calcarei, non lontani dalle mie lande d’origine forse ebbero un ruolo nella mia scelta. Io di fatto ero spaventata dalla parola street food. Anche perchè nella mia testolina non emergeva alcun ricordo di street food a meno che in questa categoria non facessivo ricadere i panini o il cibo da sagra. E alle sagre di paese lassù a nord est, non manca mai la polenta. Mi vedo già qualcuno della  mia famiglia sogghignare a leggere “polenta”. La adoro, tanto che ne ho fatto un inno in un passato post. Persino l’ultima volta che sono passata lassù a nord est, ho chiesto alla mamma di prepararmi della polenta. Stavolta perché non è stato solo il cuore goloso a guidarmi. Mi è tornata la memoria, infatti. …

Di Barolo e di melograno

Sono testarda. Se  non provo non ci credo. Può il Barolo sposarsi con un’insalata? Non era tanto il broccoletto siciliano assieme al sedano e supportati dal melograno che mi hanno portato a fare questa insalata. Non è stato neppure soltanto la lettura di una ricetta made in Ottolenghi. Sì, lo so, ho un debole per Londra. Sono facilmente sensibile all’uscita di nuovi libri di cucina. Ma stavolta è bastato sfogliare una rivista di cucina. Sarà stato il rosso dei chicchi di melograno a farmi pensare al Barolo speditomi da Fernando Wine di Wine Explorer. Non lo so. Il Barolo “Brunate” Docg 2007 di Borgogno Francesco oltre il suo rosso rubino ed i suoi gagliardi 14.5% ben si presentava, dato che un suo “parente” sempre made in Borgogno land lo avevo provato. Infatti, in passato fu Barbera d’Alba. Eppure stavolta volevo osare.