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Punt e Mes in a jar

Punt e Mes in a jar: come se una granita potesse essere un cocktail. Se ne vedono di tanti colori e a tinte talmente forti da apparire banali. Sul fronte (presunte) novità vi sono ora loro: i cocktail in a jar. Perché esistono? Siamo veramente finiti a dover scorgere il nuovo dentro un barattolo. Possiamo anche chiamarlo jar, ma quello è. Se le marmellate in casa per te non sono una novità, forse la penserai come me: “E’ un cocktail dentro un barattolo di marmellata?…E’ un barattolo di marmellata con un manico?….Cos’è quel barattolo di marmellata chiuso con una cannuccia in mezzo?”. Li avrai sicuramente visti in qualche negozio, con e senza cannuccia. Come spesso accade, mi sono ricreduta. Lo diceva pure J.M. Keynes che i secondi pensieri sono i migliori. Riempi il tuo barattolo con del Punt e Mes e capirai ancora meglio quel are the best (not only better). Si può vivere anche senza, ma se uno dei doveri della vita è gustarsela al meglio, sì: un Punt e Mes in a jar ci …

Muffin e Punt e Mes

Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Se il tempo non c’è per fare una bella torta, la torta diventa muffin? Non è proprio così. Che settembre sia uno dei mesi più intensi è qualcosa che ho imparato negli ultimi anni. Progetti ed opportunità si affacciano e la routine non vuole cedergli. Dovresti vederla com’è impettita la routine, non vuole proprio concedere nemmeno un’ora di spazio al nuovo. Fa persino la piccata. Lei è la routine e va rispettata, però io sono Gemelli. Ho bisogno di qualcosa di nuovo sempre. Così né io né lei retrocediamo e finisce che … … in prossimità della festa annuale di famiglia mi ritrovi, se non stanca, quando boccheggiante. Che faccio? Vado a a mani vuote. Ma te sembra. Ma come faccio? Vorrei buttarmi direttamente per terra e lasciarmi trainare dalla corrente. Le mie energie reclamano un pausa. Ma…dai, andare alla feste di tutti così, solo a tagliare il mio chilo riturale di pomodorini per le bruschette. Noooo, sono la cognata blogger. Che figura ci …

#Jerusalemdinner: Una cena in stile Jerusalem

#Jerusalemdinner in breve. Per futura memoria, in un caldo giorno di agosto 2013 in quel di Roma si è svolta una cena tra pochi amici tutta dedicata al cibo di Gerusalemme. Un po’ per fame, un po’ per gioco e per superare gli ultimi giorni di lavoro Rossella, Eleonora, la Cavia e Mister C. si sono riuniti per brindire a suon di: “Il prossimo anno a Gerusalemme” Nessuna motivazione religiosa se non la fondata speranza di potersi ritrovare a breve nella città santa tutti assieme per scorprirla dal vivo. Perché a volte le cose desiderate a lungo si avverano quasi per caso grazie agli incontri che si realizzano sempre per caso. Maggiori dettagli a breve, incrociando le dita. Dato però che in gioventù l’entusiasmo è tanto ed aspettare anche solo un anno è troppo, la sottoscritta ha pensato bene di passare un caldo pomeriggio mettendo in pratica le ricette di due libri meravigliosi. Jerusalem di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi ed The Jewelled Kitchen di Bethany Kehdy sono stati sfogliati, vissuti e sfruttati senza quasi …

Torta con pere ed Amaro

Chi mi ha fatto avere l’Amaro non sa veramente cosa ha scatenato in me. Oltre a tentare di usarlo ovunque, con preferenza assoluta nei dolci, mi sono liberata anche della timidezza. Non cedo le mie fette di torta a nessuno. Mai. Non è fame, è solo voglia di qualcosa di buono tutto per me 🙂 Sarà che ultimamente se vedo una ricetta la devo fare mia. Non c’è verso che la rispetti dall’inizio alla fine. Con la scusa che la credenza ha quello e quell’altro, la ricetta la devo adattarla. Oramai è un capriccio che si è trasformato in necessità. E se la ricetta prevede dei fichi sono capace di prendere l’ultima pera rimasta sul davanzale di casa ed usarla in quel dolce di Maria Speck. Non ti sto a dire per ora chi è Maria Speck, tanto tra poco ci metteremo davanti ad un post a parlare con lei. Ti basti pensare che ha scritto un libro sugli ancient grains, grani antichi come il farro, l’orzo etc.. Quel libro, come puoi intuire, è finito …

L’amaro e la semola

“E’ mia” Per lei avrei lottato con tutti. Non meritava di finire a nessun altro se non a me. Decisa, inflessibile, implacabile, determinata. Doveva essere mia. La contesa era forte. Ci guardammo negli occhi. Fissi ed imperterriti. Alcuni secondi nel silenzio, un battito di ciglia e … “Va bene è tua” “Grazie caro” La presi, la mangiai. Mi baciò. Ti assicuro che per poche altre torte combatto così. L’ultima fetta di questa agrumata ma non stucchevole, morbida ma non sbriciolona, dolce ma non stucchevole meritava la contesa. Non si tratta di una ricetta né del tutto nuova né del tutto mia. Ottolenghi mi ispirò già a stravolgerla a suon di mele   o mele e cranberries. Ora ci si mette pure l’amaro, ancora Amaro Averna. I bicchierini di amaro e yoghurt mi hanno reso sicura dell’abbinamento con il lime. L’ultima arancia in giro per casa si è unita alla lista di ingredienti assieme a quella marmellata di arance di Sicilia che capeggiava sulla credenza da un po’.