Year: 2017

Scrivere, leggere e cucinare: e le ferie?

Ho voluta la bicicletta? Adesso pedala. No, niente vacanze in bicicletta quest’anno. Ma sul Danubio tornerò, si sta rifacendo vivo quel desiderio di essere pervasa di ciò che circonda, senza le esasperazioni della fretta. Quest’anno sarà Cantabria ed Asturie in automobile. Queso e sidro già adocchiati. Ma prima ci sono dei riti da rispettare. Dove lo mettiamo il post dove dico che sono stanca, provata, ma felice? Eccolo qua, tranquilla.

Infusore per il tè a chi?

Una provocazione estiva o uno scherzo ben riuscito? Come un infusore per tè può diventare una delle idee regalo (con ogni temperatura) L’importante è saperlo fare con stile. Fare un regalo è cosa comune. Fare un bel regalo è un qualcosa che richiede occhio e stile, appunto. Immagina di doverti mettere alla caccia di un’idea regalo in piena estate. Su cosa punti? Io sono stufa di regalare libri. Con la temperatura che sale sempre più non ho la pazienza di pensare ai gusti del destinatario del regalo, ma punto direttamente ai miei desideri. Allora spulcio le liste di idee regalo, suggerite da siti come LoveTheSign. Ristretta la scelta, aggiungo un pizzico di mio ed il regalo è fatto. Il mio spesso è l’ironia (o presunta tale).

Cocktail: dalla ricetta ad Instagram

Cocktail: come si comporta un narratore quando gli versano del Daiquiri e ha Instagram a portata di mano? E’ un po’ che su Your Brand Camp rifuggo dalle ricette e mi ritrovo a scrivere di storytelling, che altro non vuol dire che narrare. Certo, non ogni blogger nasce narratore e non ogni foodblogger trova facilmente la sua metafora perfetta quando scrive della pasta alla Nerano o dei tortellini in brodo. Certo, quanto un presunto narratore si ferma davanti ad un Negroni la tentazione è molta. Dopotutto anche Hemingway scriveva con un po’ di Martini davanti (o era un Daiquiri?). Non di solo storytelling dell’uovo, la foodblogger campa. Un po’ di Lillet o di Saint Germain qui e là è d’aiuto. Ma come fare diventare il calice il protagonista del racconto? Ne scrivo, sobria, sull’ultimo post apparso su Your Brand Camp. Sotto il titolo Come fare storytelling dei coktail trovi quelle riflessioni nate leggendo e bevendo.

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Hotel Butterfly: un invito a perdersi tra cibo, musica ed arte

Hotel Butterfly: un nome che svela la poesia, ma cela i piaceri di uno spazio tra cibo, musica, arte, tattoo e giochi vintage. Non resta che incontrarci nella serra tropicale del Guido Reni District.  Un nuovo locale a Roma rischia di essere una rondine ritardataria, che non fa più primavera. A meno che quella rondine non giunga in un giardino incantato. E sappiamo quanto Roma, seppure magica, è decisamente disincantata. Da lunedì 29 Maggio 2017 quel giardino incantato ci sarà. Lo troverai all’Hotel Butterfly. Nome creativo, location creativa. Quella Butterfly aprirà le sue ali sfiorando il Maxxi, l’Auditorium e soprattutto il Guido Reni District. Eppure alcuni lo continuano a chiamare quartiere Flaminio. Nome creativo, accoglienza creativa. La parola Hotel può fuorviare. Non ci sono letti dove dormire. Non c’è spazio per la noia. Cibo, musica, arte, design e pure quel toccasana dello shopping: sono questi i lussi ed i vizi che l’Hotel Butterfly asseconda.