E’ tempo di rimettersi alla pari con gli eventi. Parto col più recente.
Era un sabato mattina, 19 ottobre diceva il calendario. La sveglia suonò dopo che un volo in ritardo mi aveva riportato a Roma oltre lo scoccare della mezzanotte. Ma il dovere chiamava. C’era la presentazione della guida Vini d’Italia 2014 del Gambero Rosso. In un Auditorium della Conciliazione piuttosto carico di gente comincia a familiarizzare con i Tre Bicchieri. Guardare le facce di chi produce il vino che poi si degusta è regola di buona educazione nonchè una questione di rispetto e curiosità. E poi se il viticoltore dell’anno, Alessandro Princic, è della tua regione è anche questione d’orgoglio.
E poi giunse il pomeriggio alla Città del Gusto.
Prima volta, lo ammetto. Un po’ di smarrimento, bisognava mirare gli assaggi. 377 banchi d’assaggio non sono alla portata di tutti. Ti ripropongo i miei assaggi con i commenti, più o meno sobri, su quelli che hanno segnato la mia memoria.
Dall’Alto Adige, Valle Isarco Sylvaner Praepositus 2012 dell’Abbazzia di Novacella. Ma anche, come bicchiere della staffa, l’ottimo Moscato Giallo Passito Serenade 2010 della Cantina Caldaro (un Tre Bicchieri Verde). Per questo moscato devo assolutamente ringraziare Nano Mondano che ci ha indirizzato verso di lui. Elegante, equilibrato.
Dal Friuli Venezia Giulia invece un primo assaggio di Vintage Tunina 2011 di Jermann, seguito dalla Malvasia 2009 di Damijan Podversic (Tre Bicchieri Verde), dal Collio Malvasia 2012 di Doro Princic, dall’Opgrade 2011 di Skerk e dal COF Friulano V. delle Robinie 2011 di Ronc Soreli.
Ehm qui mi tocca identificare un mio personale vincitore. Prima però parto dal mio friulano secondo classsificato 🙂 : Ronc Soreli e non solo per via della segnalazione fatta da Elena Roppa. E ora rullo di tamburi… Stavolta mi ha conquistato una Malvasia, quella di Damijan Podversic.
In Sardegna qualche bicchiere è stato dedicato senza rammarico al Capicheria 2011 di Capicheria e al Vermentino Gallura Sup. Sciala 2012 di Vigne Surrau. Qui mi sono fatta guidare da Senza Panna.
Mentre in Sicilia un vino dolce, quale il Malvasia delle Lipari Passito Riserva 2010 di Hauner.
Non da meno un po’ di attenzione è stata data ai vini della Campania. Un Fiano di Avellino 2012 di Pietracupa e il Taurasi Radici Riserva 2007 di Mastrobernardino.
Stavolta è scoccato un altro amore in Lombardia con il Valtellina Sfursat 5 stelle 2010 di Nino Negri. E’ emerso tra i vari nonostante non fosse tra i primi assaggi.
Quasi per caso mi sono avvicinata alle Marche e meno male che l’ho fatto. Infatti, il Kupra 2010 di Oasi degli Angeli meritava (e molti già lo sapevano). Ma io devo imparare molto in fatto di vini e la mia buona volontà non si è fermata qui.
Prima di passare alla regione a cui volevo dedicarmi, una sosta obbligata in Umbria è stata fatta. Montefalco Sagrantino 2009 di Perticaia e soprattutto Orvieto Classico Superiore Muffa Nobile Calcaia 2010 di Barberani. Un altro dei miei favoriti di quel giorno d’ottobre.
E poi fu il Piemonte. Una scoperta al banco delle Vigne Marina Coppi. Il vino il Colli Tortonesi Timorasso Fausto 2011, le chiacchiere attorno al signor Coppi. Sì, lui. Il nipote ha recuperato i terreni di famiglia per la nobile causa del buon vino.
Ma il Piemonte è stato anche Barolo Ca’ Mia 2009 di Brovia, Barolo Le Rocche del Falletto Riserva 2007 di Bruno Giacosa e poi scoperta pura con il Carema Et. Bianca Riserva 2009 delle Cantine dei Produttori di Nebbiolo di Carema ed Erbaluce di Caluso La Rustìa 2012 di Orsolani. Carema ed Erbaluce due realtà di cui avevo solo letto nelle pagine web di Fabrizio Gallino e Daniela Senza panna.
Da tutto questo ho imparato che … sarebbe bello dirlo a parole dopo tanti Tre Bicchieri 🙂