La Cjasaline, Torte

Da La Cjasalìne alla tavola #11: albicocche, cioccolata e semi vari

Pulita la casetta. Il sole primaverile continuava a non voler farmi stare ferma sul divano.
Era però un giorno pigro, come ogni buona domenica.
C’era voglia di sentirmi ragazzina in cucina. Due o tre gesti dovevano creare la sorpresa. E quel poco doveva bastare.

Chocolat ancora bussava nella mia testa. Finita la lettura rimaneva la magia.
Mi sentivo una scintilla che doveva essere accesa e brillare indifferente ai pensieri, ai gesti, al caos e persino alla poesia di quei momenti qualsiasi. Volevo trasmettere dell’energia, una piccola energia per incitare anche solo un’altra piccola fiammella a farsi viva e a sentirsi viva.

Alla ricerca di questo insignificante, ma prezioso, effetto domino, mi ricordai delle albicocche secche che a Natale erano diventate fruitcake e cantucci. Sapevo che erano rimaste in parte con me.
Aperta la credenza, la cioccolata si fece notare.
Ma la scintilla ancora non brillava.

Spalancato un altro sportello ecco i preziosi semi di papavero frutto di un’acquisto della mamma a La Cjasalìne. Tornavo da lavoro, all’altezza della stazione di San Pietro, mi chiamò. “Sono a La Cjasalìne, cosa ti piglio?”. Mi passò Laura, tra lo stupore e l’interdizione scambiammo liste di prodotte in liste di spesa. Ed i semi giunsero pochi giorni dopo a Roma. Preziosi per quel piccolo ricordo di vicinanza a distanza.
Mi parve di vedere una piccola luce.

Quando mi misi al davanzale di casa con il cioccolato fuso nella ciotola e le albicocche, mi ricordai anche di quel trucco imparato da Veronica. Correvano le pagine dei libri dell’università ed il sole era udinese. Mi portò in una drogheria, prendemmo all’epoca le arance candite e le immergemmo nella cioccolata.
Fino ad arrivare ad un anno, sulla via per l’altare, con Veronica ed il suo “Vai Rossella“.
E la scintilla proruppe.

Il primo pezzo del domino cadde.
Ora non mi resta che vedere se qualche altre pezzo di dominio, alias lettore, segue.

L’ingrediente principale di questa ricetta viene considerato uno dei segreti degli Hunza. Oltre l’aria dell’Himalaya sembra che la loro passione sfrenata per le albicocche secche sia alla base dell’invidiabile longevità. Potassio, betacarotene, fibre: sono tutti elementi di cui sono ricche.

Albicocche al cioccolato

100 gr cioccolato fondente al 70% di cacao
1 cucchiaio di Pinot Grigio
1 cucchiaino di semi di papavero
1 cucchiaino di semi di sesamo
25 albicocche secche

Il procedimento è di una semplicità disarmante.
Prima ho tagliato a metà le albicocche secche.
Avendo un forno a microonde l’ho usato, ma può bastare una semplice cottura a bagnomaria.

Ho fatto sciogliere il cioccolato tagliato a dadini nel forno a microonde.
A 600W per 2-3 minuti, avendo cura di non far bollire nulla ed aiutando lo scioglimento mescolando di tanto in tanto la cioccolata: et voilà. Il gioco è quasi fatto.

Sciolto il cioccolato, ho aggiunto ad esso il Pinot Grigio, il sesamo ed i semi di papavero.
Mescolato il tutto ho intriso mezza albicocca dopo l’altra nel cioccolato fuso. Per meglio distribuire il cioccolato mi sono aiutata con le dita. Semplicemente e sfacciatamente.

Se nel mentre il cioccolato si indurisce nuovamente, basta ripassarlo al microonde a 600W ma solo per 20-30 secondi.

Le albicocche incioccolate vanno poste sulla carta forno e lasciate raffreddare, senza cedere al loro richiamo.
All’assaggio si riveleranno garbate in fatto di tasso alcolico e stuzzichose grazie ai semi vari utilizzati.
In uno o due bocconi saranno un curioso intermezzo di attimi, pensieri e gesti casalinghi.

Per questi ed altri ingredienti c’è La Cjasalìne a San Daniele del Friuli.
Per questa ed altre ricette continua a seguire Da La Cjasalìne alla tavola .