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Albicocche rosè

Si sa, il caldo fa brutti scherzi.
Scipione se ne è andata ed è arrivato Caronte. Basta! Dopo un po’ l’ospite puzza come il pesce 🙂
Eppure FernandoWine ha bussato ancora alla mia porta. Stavolta aveva in mano un Chiaretto Futurosa 2011 dei Marchesi Incisa della Rocchetta. Gli ho sorriso e gli ho fatto vedere l’ultima bottiglia rimasta dal banchetto nuziale di Chiaretto Futurosa 2010.
Non sono riuscita a distrarlo, voleva una ricetta.

Caldo, caldo, caldo. Voglia di frutta. Voglia di piatti veloci. Solo questo mi ossessiona ora.
Abbiamo allora raggiunto un compromesso. Puntare sulla frutta senza esagerare con la dose di Futurosa. Aggraziato ed elegante nel bicchiere, deciso sul palato. Io amo i vini cosidetti rosè, gli riconosco una nascosta marcia in più. Sanno stupire, non tutti, ma il Chiaretto Futurosa non rientra certo nell’ambito dei rosè banali.

La ricetta di questo mese forse 🙂
Due soli ingredienti: Chiaretto Futurosa e albicocche (in alternativa anche pesche percoche):
Tempo…non più di 15 minuti.
Trucchi? Lasciare nel frigo un’oretta il tutto.
Personalizzazioni? Concesse. Le albicocche rosè possono essere servite anche senza Futurosa, seppure questo vada comunque usato in fase di bollitura.
E sì, perché per 10 minuti (ma anche qualcuno in meno) le albicocche vanno fatte bollire nel vino.

Albicocche rosè

Ingredienti romantici per 2 persone

200 gr di albicocche (pesate col nocciolo)
200 gr di Chiaretto Futurosa 2011

Ho pulito le albicocche e le ho tagliate prima a metà lungo il lato lungo e poi a fettine lungo il lato corto.
Ho messo in una pentola il Chiaretto Futurosa pesato e ho aggiunto le albicocche.
Ho fatto bollire il tutto per 10 minuti.
Ho scolato le albicocche dal vino di cottura.
Le ho fatte un po’ raffreddare e le messe nei bicchiere con alcune dita di Chiaretto Futurosa fresco.
E via tutto nel frigorifero per un’oretta.
L’ho servito con un cucchiaino.

Col caldo di Caronte sconsiglio di farsi prendere dalla voglia di aggiungere dello zucchero. La percezione alcolica aumenta in tal caso, parola di foodblogger mezza ubriaca 🙂

…ed anche un po’ stupita di aver pensato ad un piatto che mi ha ricordato quando sfogliavo le riviste di cucina anni ’70 di mia madre. Seduta sul tappetto in sala da pranzo, illuminata dalla lampada alta sopra di me, con uno scatole di riviste e fogli sottratti allo scorrere del tempo. Stavo lì delle ore. La mamma prendeva dalla buia soffitta quello scatolone ed io mi divertivo. Durante l’adolescenza questo passatempo lo condividevo anche con l’amica di una vita. La polvere e gli acari non ci preoccupavano. La magia dei vecchi Rakam, delle variegate riviste di cucina, delle sognanti riviste di arredamento. Fotografie in bianco e nero,  copertine in colori squillanti. Era veramente un divertimento d’altri tempo. Elegante, garbato, silenzioso, fatto di sogni.