Month: Gennaio 2012

Pane di segale con melassa

Il pane, cosa c’è di più buono del pane? A ben guardare però non tutti i pani sono uguali. Vuoi mettere quel pane di segale, scuro, morbido e saporito che si adocchia nei panifici teutonici da sogno? Io ho trascorso le mie vacanze di Natale assieme quel pane, ma non sono dovuta arrivare fino in Germania. Più che per le magie del web è stato possibile per le magie del sapere tramandato via carta. Si dice che carta canta. Effettivamente l’opera mastodontica di Bernard Clayton offre una così enorme varietà di ricette per fare il pane, che tentarne di nuove non è facile. Ma finora non è stato nemmeno facile non innamorarsi di uno dei “suoi” pani. Dopo il pane ai semi di finocchio, stavolta mi sono affidata a lui per il pane di segale, personalizzando qualcosa come da tradizione. La presenza della melassa scura in cucina, dopo i biscotti alla melassa, cacao e caffè, si è tradotta in questo pane di segale che è stato bissato, oltre che consumato, in pochi giorni fino a …

Le ricette per gli sposi

Sposi ? Chi si sposa?…Mi pare di sentir fociare, là in lontananza, sul web. Ah, ti colto in flagrante. Non hai letto Oh, ma ci sposiamo? Ti perdono, il fatto è che anch’io faccio fatica a far mia del tutto la decisione. Per la precisione, bisognerebbe parlare al momento di futuri o promessi sposi. Qualcuno direbbe anche fidanzati, ma queste son parole che potrebbero far tremare qualcuno:) Però carta oramai canta: il 14 aprile ci sposiamo, io e la Cavia abbiamo deciso che gli esperimenti sono finiti. Si fa sul serio. La mamma già freme ed io già le rimbrotto. Nel mezzo sono incredula, spaventata ed emozionata insieme. Ma di questo ti raccontare nel proseguo di Oh, ma ci sposiamo. Per ora ti presento il mio matrimonio così come lo potresti vivere tu.

Oh, ma ci sposiamo #2: come te lo chiedo

Son cose che succedono, ma come succedono? C’è chi come la mia amica di Toronto ha visto inginocchiarsi il suo ragazzo col frastuono delle cascate del Niagara dietro di sè. Un’altra amica è stata trasportata fino in Brasile e nel mentre di una tranquilla vacanza, in un’isola sapientemente deserta, si è vista proporre il tutto. Ma queste son cose che non fan per me, dopotutto mi chiamo Rossella, sì o no?! Se la Cavia ripeteva che mai e mai si sarebbe sposato e mia madre chiedeva ansiosa “Non sarai mica tu che non vuoi sposarti?!”, un anello, un trepidante “Mi sposi?”, non si addicceva proprio. Una proposta troppo precoce potrebbe farmi scappare. No, no, io voglio respirare libertà. I legami sentimentali sono importanti, talmente che vanno rispettati.

Oh, ma ci sposiamo #1: son cose che succedono

Un tempo rimasi a bocca aperta nello scoprire che un’amica si stava preparando il corredo. Eravamo all’università, ganze e allegre, senza pretese e con qualche illusione da Sex&City davanti. Eppure lei aveva un corredo. Ed io? Manco per sogno. Altro che Carrie Bradshaw io ero e sono Jo March di Piccole Donne. Libera, con lo sguardo sempre rivolto in avanti, con la testa persa in mille pensierini, giovane dentro perché costantemente affascinata da nuovi progetti. Pronta a coinvolgere le sorella in qualche impresa, perché la vita non va lasciata a sè, ma affrontata. Libera, romantica con un pizzico di determinazione. Il mio ideale estremo di romanticismo è quel professore tedesco, Friedrich, che alla fine conquista la vera Jo. Anche lui diverso, particolare, creativo. Quasi mi vergogno a dirlo, ma nella scena finale di Piccole Donne Crescono dove lui dice, quando già la lacrima scende giù per la gota: Friedrich: “Le mie mani sono vuote” Jo: “Non più” ribatte lei mettendoci sopra le sue mani. Mani che scrivono, pensano, creano…beh per me lì sta l’essenza di un vero rapporto. E quanto mi …

Percorsi di vino di fine anno

Prima di avviarsi dentro un nuovo anno, bisogna pur concludere in bellezza. Così è stato al Venticinque di Dino de Bellis con Andrea di Percorsi di vino. A lui e alle voci molto più esperte di vino rimando, qui faccio una piacevole carellata di ciò che è stato. Per noi, goderecci del tempo libero, non poteva esserci modo migliore per concludere l’anno: godersi la tavola, orecchiare qualche sapere (enologico) in più, dar via libera all’ascolto e alla chiacchiera. Nonché farsi qualche domanda sui biscotti di Natale 🙂 Anche l’orgoglio vuole la sua parte, dopotutto. Però andiamo con ordine e focalizziamoci sulla tavola… Se di Bele Casel hai conosciuto come noi “solo” il Colfondo, ecco una cena che si avvia col Bele Casel che ci è stato presentato come classico. Mentre lo chef proponeva un benvenuto a suon di baccalà mantecato, già gli aromi ed i sapori venivano annotati nei taccuini.