Erano mesi che non andavo all’Open Baladin. Ho colto l’occasione, un Beer Festival, per riscoprirlo a suon di degustazione di nuove birre, almeno per me. Con Cuoca a tempo perso, reduce dalla crociera della birra, e Verde Cardamomo, reduce da Gente del Fud, ci siamo viste, Cavia muniti, all’Open Baladin.
La più battagliera, Cuoca a tempo perso, mi ha raccontato la vita da crociera. Rinvigorite da tanta beer experience abbiam preso i 5 gettoni della degustazione e con lista delle birra alla mano, via di corsa verso le spine.
Io ho cominciato (e qui la mamma già si preoccupa 🙂 ) con Tripping Flowers di Opperbacco, una saison (leggo, non ricordo) prodotta con luppoli in fiore a cui si sono affiancati i fiori di mandorlo. Birra delicata, rispetto alla pungente Stelle & Strisce del Borgo preferita dalla Cavia.
Pearls for Pigs del Borgo: impossibile resistere ad un nome del genere e una settimana lavorativa come quella passata 🙂 (quanto sorrido quando bevo la birra) Stout prodotta con aggiunta di ostriche. L’amica Concy ha sentenziato che ha un aroma marino, mentre io ancora mi perdevo nel “caffè diverso”. Veramente una birra da ricordare!
“…è lieviemente acida” Ehi, ma è la mia terza birra allora. Amando le birre acide, prostrandomi di fronte alle Lambic, Kriek, Gueuze, non potevo resistere ad una descrizione del genere. E Openmind, di Montegioco, sia. 20% di mosto di Barbera, note di cereali e frutta bianca al naso. Glu glu, direi una birra elegante. L’amica Concy, dopo avermi concesso la sua estiva Glissade della Sierra Nevada, ha sentenziato “è molto buona a modo suo”.
E prima della Kriek conclusiva, dove mi butto? La Cavia era, invece, decisa. Birra tosta, di carattere, che si fa sentire. Come una coppia eccoci allora pronti (ma lo eravamo?) per gli 11% della Samaranth di Urthel. Quadrupel, complessa, meditativa.
E’ tempo di concludere. Lo avevo deciso prima di arrivare lì: Kerkom Kriek. La lista delle birre dichiarava semplicemente che veniva prodotta una volta l’anno con ciliegie in bollitura. Una buona Kriek per chi ama le Kriek. Le ciliegie si sentivano, nonostante, lo ammetto, l’effetto della quadrupel si sentiva.
Più impavida la Cavia, che ha concluso con la Geisha 12% del Troll, un barley wine che spero di degustare in momenti di maggiore lucidità. Segnalo l’apprezzamento generale anche verso la Zest di Extraomnes da parte delle due blogger compagne di bevute e della La9, Olmaia, della Cavia.
E Concy mi donò tre gettoni…l’avventura continua 🙂