Friuli, Libri

Il ritratto di Maria

Sottotitolo: Saga di una famiglia carnica al tempo dei cramars.
Autrice: Raffaella Cargnelutti, che debutta nella narrativa proprio con questo romanzo.
Editore: KappaVu

L’essenza del libro sta tutta nel titolo. E’ uno dei pochi libri che da senso alla copertina. Dopo poche pagine ti troverai a rimirare la Maria della copertina e a fantasticare su quanto posso nascondersi dietro un quadro di famiglia. Mentre, poi, quando incominci ad ammirare Raffaella per l’idea di partire da un quadro per raccontare la saga di una famiglia, ecco che la trama incomincia ad avvolgerti e a portarti con sé. E quasi quasi ti metterai anche in cerca, una volta chiuso il libro, di un simile tesoro in giro per la tua casa.

Maria è la moglie di un cramar, ossia di uno di quegli uomini che vivevano con la crama sulle spalle…La vita dei cramars era così. Quando ti andava bene potevi disporre di un somaro, di un carro o di una slitta, ma dovi saper affrontare lunghi tragitti a piedi. L’importante era avere dei buoni stivali, risuolati a dovere… Con la crama ci si avventurava oltre Alpe, fino alla Baviera e oltre, per vivere di commerci. Non era una vita facile, come si suol dire oggi. Si era in balia del tempo, del mercato e del vivere un po’ qui ed un po’ là, con la famiglia ancorata in Carnia. Alcuni decidevano di stabilirsi all’estero, come uno dei figli di Maria, altri rimanevano fino alla morte mercanti viaggiatori.

Il ritratto di Maria insegna come una donna si adattasse a questa vita prendendo le redini della vita famigliare. Come ogni buona saga, c’è il personaggio chiave: Maria. Intorno a questo si dipanano le vicessitudini del marito, dei figli, dei vicini e del paese. Nonchè riesce ad introfolarsi anche la storia. Il linguaggio è insieme semplice ed efficace.

...il calendario della terra…gli occhi maghi di lui…sfidare l’invidia del tempo…chiuse nei bozzoli dei loro pensieri…i graffi profondi della nostalgia…Son tutte espressioni che durante la lettura vorace del libro mi han fatto pensare che Raffaella deve scrivere qualche altro libro.

E’ un libro che sa colpire nell’anima, è l’unico libro che mi ha portato sul punto di piangere, soprattutto con un personaggio. Ero lì, con gli occhi lucidi, e con nella gola strozzata dall’emozione l’urlo:” Vai, vai a trovarla, cosa ti costa? Vai da tua madre!”.
Ma qui si entra nel campo delle corde dell’anima. Ho divorato il racconto, volevo non tanto sapere come andasse a finire la storia, quando risentire quel modo di vivere. Il romanzo riproduce fedelmente il silenzioso scorrere della vita, che caratterizza molti paesi.

Nessuna esagerazione, qualche fatalismo, tanto carattere, attimi di testardaggine, dignità costruita e difesa,la domina Maria tramanda in questo libro l’arte di saper fare una famiglia.

Insomma, compra questo libro:

  • se sei stufo/a delle solite epopee in stile americano
  • se vuoi scoprire cosa voleva dire vivere nella seconda metà del ‘700 nelle montagne della Carnia
  • se vuoi scoprire chi erano e cosa facevano i cramar
  • se vuoi una storia vera, nostrana, piccola e significante
  • se vuoi un libro che sa raccontare una generazione, d’altri tempi ma pur sempre una generazione
  • se vuoi una bella e convincente opera prima.

Una mia amica mi ha trovato il libro senza problemi nelle librerie in Friuli Venezia Giulia. Ma lo trovi anche su Libreria Universitaria, Hoepli e altre librerie online. O più semplicemente si può ordinare direttamente dall’editore KappaVu.