Friuli

Casale Cjanor ed il Pestat

Lo ammetto, io a volte sono vittima della fiducia che una faccia può trasmettere. C’era un tempo, non lontano, in cui la mia amica di una vita, Laura, mi regalò delle marmellate per formaggio veramente intriganti. Le chiesi da dove venivano e lei mi raccontò incantata del Casal Cjanor di Fagagna (presente anche su Facebook). Ma la cosa rimase lì.
Poi venne il tempo di una mia nuova visita in patria. Fuori pioveva. Ero nella cameretta di un tempo, la tv era accesa, io un po’ annoiata. Capitai su un canale locale, uno di quelli che spesso snobbo, ed ecco un servizio sui prodotti friulani al Salone del Gusto. Vedo una ragazza che sento “friulana”, cioè delle mie parti, non so come dire, aveva un modo di essere che capivo perchè c’era nata e cresciuta in mezzo da una vita ed così mi metto ad origliare meglio la tv e sento Casale Cjanor. E da lì le cose cambiarono.
Poche ore dopo ero in volo per Roma ed il giorno dopo presi coraggio e scrissi al Casale Cjanor per un post sui regali friulani. Mi rispose appunto Carolina. Una persona di una disponibilità notevole, mi scrisse dei suoi prodotti ma anche dei presidi Slow Food e del Parco Alimentare di San Daniele, insomma nacquero alcuni post e alcuni ordini, nonchè alcune ricette attorno al presidio Slow Food del Pestat.

Ora però ti lascio conoscerla meglio attraverso le sue parole:

Come è iniziato il progetto di recupero del Pestat?


Tradizionalmente nella nostra famiglia si produceva il Pestat, ma mio padre era l’unico a crederci veramente (forse perché siamo tutte donne o forse perché eravamo troppo giovani e stolte 🙂 ).
Comunque l’abbiamo sempre avuto in menù sin dall’inizio della storia del Casale Cjanor (ben 21 anni fa!) e proponevamo i Blecs fatti in casa con un sugo al pomodoro con base Pestat – quello che è diventato il Pestat Salsarossa. Un bel giorno il sindaco di Fagagna, anche lui agricoltore e ancora tra i pochi che lo produceva, ne ha parlato con Giulio Colomba, pezzo grosso di Slow Food e sono iniziate le ricerche storiche nonché le ricerche per capire chi ancora lo producesse. Da qui è iniziato tutto il progetto del Presidio.

Quali sono state o sono ancora le difficoltà per la sua promozione? E qual è l ‘accoglienza che riceve?

La promozione del Pestat ha 2 aspetti:

  • da un lato è un prodotto molto particolare e che richiede una spiegazione molto lunga (non è come dire “salame di cinghiale” per esempio) e ha un uso diverso da tutti gli altri salumi quindi anche il primo impatto con il pubblico a volte è difficile;
  • dall’altro lato invece quando esponiamo il Pestat insaccato, soprattutto nelle fiere, suscita molta curiosità e poi all’assaggio conquista la maggior parte delle persone. Diciamo che il Pestat salsa rossa ha permesso di farlo arrivare ad un pubblico più ampio rispetto ai pochi che lo utilizzerebbero al naturale.

Come descriveresti il vostro Casale Cjanor?

Casale Cjanor è un’azienda agricola gestita a livello familiare (4 sorelle + il mio fidanzato + mamma che aiuta).

Coltiviamo soprattutto orticole e frutta in maniera tradizionale, non intensiva e siamo specializzati nell’allevamento di animali da cortile (oche, anatre, germani reali) ma alleviamo anche maiali, asini, conigli.

Avendo puntato prevalentemente sulla ristorazione agrituristica nei primi 15 anni di vita, negli ultimi 5 anni abbiamo invece cercato di differenziare le attività dell’azienda: possibilità di pernottamento, attività di fattoria didattica, corsi di cucina e soprattutto la linea di prodotti per la vendita esterna.

Un grazie a Carolina veramente speciale, anche in vista del nostro incontro dal vivo della prossima settimana.

Intanto, ti lascio ai post su:

Cosa regalare di friulano #1: Il pacco del Parco Alimentare di San Daniele

Cosa regalere di friulano #2: Il pacco dei Presidi Slow Food

Aperitivo Friulano: la programmazione

Aperitivo Friulano: il reportage

Cos’è il Pestat

Pestat #1: Polpettone Friulano inside

Pestat #2: Asparagi ed uova

Pestat #3: Quinoa e Pestat