Si era parlato della nostra gita a Castelluccio di Norcia. Le incantevole immagini paesaggistiche erano state mostrate. Avevo accennato alla mia passione per quel luogo incantanto.
Ma essendo questo un foodblog e avendo come tema cardine il cibo e la cucina, non posso sottrarmi ad un resoconto sugli acquisti mangerecci fatti. E’ facile andare a Norcia e dintorni e pensare o al tartufo o al cinghiale. Però io l’attenzione maggiore l’ho dedicata ai legumi e ai prodotti della terra.
Ecco la lista delle spese e gli sguardi clou delle passseggiate tra i negozi e i ristoranti.
Prima la spesa. Passeggiando sotto un sole cocente per via Roma e … mi sono imbattutta nella Roveja e in alcuni fagioli “strani” quali i fagioli del moro e i ciavattoni, quest’ultimi trovabili anche a Roma e dintorni.
Così mi son buttata sulla Roveja, legume tipico della Marche che forse giunge dal Medio Oriente, in quanto ad origini. Presto si cucinerà a casa e quindi saprò dire se ha sentori di fava e quanto affine al pisello è. Io ho preso la roveja intera, a bacelli duri, ma viene venduta anche la Farecchiata col quale si fa anche una specie di polenta di roveja. Ecco, lei è stata il mio acquisto.
Poi ho tenuto le energie per Castelluccio di Norcia, dove anni prima mi ero procacciata lenticchie of course, Farro Spezzato e cicerchie. Se non erro pure del miele locale.
Stavolta, invece, a parte le onnipresenti Lenticchie di Castelluccio e al Farro Spezzato che mi mancava, ho scorto il Kamut versione intera e il Riso rosso. C’era anche il Riso nero, sempre locale e sempre bio, ma volevo buttarmi sul nuovo 🙂
E allo spendi spendi famelico non si è sottratta neppure la Cavia. Il salame di cinghiale che albeggia 🙂 in salotto c’è grazie a lui.
Mentre i pasti sono stati gourmet e non gourmet insieme. La vita di coppia aveva bisogno di una pausa dalle degustazioni ricercate. Il pranzo a Castelluccio è stato incentrata attorno ad una scoperta fatta da me (molto in ritardo) cinque anni fa proprio lì. Ossia, il pranzo è stato a base di panino al Ciauscolo mangiato ai piedi di Castelluccio, accanto ad un prato fiorito. Cliccate sul link per conoscere bene il Ciauscolo, io alla mamma al telefono l’ho descritto come un salame morbido, fresco. Una delizia!
Le cene, invece, sono state fatte tutte a Norcia. La prima cena in un ristorante convenzionato con l’agriturismo dove stavamo fuori Norcia (a Pietralata, non lontano da una quercia di 400-500 anni). Alla Locanda del Teatro abbiamo puntato su due menù. Ottimi data la qualità degli ingredienti di partenza, del luogo. Abbiamo mangiato Pappardelle al cinghiali ( le adoro) e la Cavia alla Norcina, ossia con panna e salsiccia di maiale. I secondi rigorosamente di carne, chi salsiccie alla griglia e chi filetto di vitello al pepe verde ( passione della Cavia). Tutto con un vino onesto locale.
La seconda sera abbiamo cambiato, siamo andati alla Trattori dei Priori segnalata anche sul Gambero Rozzo. Si è cenato intimamente in due nella cantina a base di primi molto ricchi come le Tagliatelle al tartufo molto apprezzate dalla Cavia e le mie pennette di farro con castrato. I secondi più contenuti (e meno male per noi 🙂 ) con salsiccie e verdure alla griglia. La Cavia si è anche buttato su un tiramisù con farro soffiato.