Month: Giugno 2010

Arrosto con vino rosso

Non so perchè, ma a volte mi mancano i piatti classici. Della serie quando mi trovo davanti alla voglia di un arrosto non so che fare. Un po’ di mesi qualcosa ho fatto, ma era come dire troppo classico e semplice per me 🙂 Sì, la fesa di tacchino al latte è buona e pure la fesa con latte, ginepro e mandorle si difende bene. Ma stiamo parlando di fesa di tacchino e non del re della fattoria: il maiale. E così quando mi son trovata in mano con della carne di suino ci ho messo un po’ a capire che cosa farne. Come il solito la soluzione è venuta fuori un po’ dal web e un po’ da cosa c’era in dispensa. In particolare, devo ringraziare quella bottiglia di vino rosso del Chianti da finire. Un’anticipazione prima di passare alla ricetta: la carne è molto più buona mangiata il giorno dopo. I resti riscaldati a fette in padella, senza aggiunte, a fuoco moderato erano ottimi.

Frico

Leggevo Spigoloso e sono capitata in un post dove veniva menzionato il frico (oltre che l’uscita pro Friuli di Depardieu). Rimandando ad altra sede un commento articolato sul fatto che i friulani e giuliani dovrebbero attivarsi per promuovere consapevolmente la Regione senza buttarsi esclusivamente sulle star estere, vorrei parlare del frico. Nel post incriminato si dava la ricetta del frico: “…si versa su burro fuso, qualche cucchiaio di Montasio grattuggiato e lo si fa dorare, oppure si mettono prima dei tocchetti di patate che si schiacciano quando sono morbide e si ricoprono con il Montasio…” Che cosa voglio dire di più? Le dosi? No, non solo quello. Vorrei dire che non esiste un solo frico. Beh questo si sa, non esiste una versione unica neanche dei Vangeli dopottutto. E allora? Vorrei raccontare del Frico. Dato che si litiga se mettere l’olio o meno nella vera Cacio & Pepe, dato che si discute su cosa sia Matriciana e cosa Amatriciana, direi che è giunta l’ora di rompere anche sul Frico (anche se la libertà la fa …

Guinness inside

La scorsa settimana mi è capitato di dover andare a Dublino per lavoro. Nonostante il lavoro e in parte grazie a lui (ogni tanto è utile 🙂 ) sono potuta andare alla Guinness StoreHouse per una cena di gala. I partecipanti ad un serioso convegno si sono riversati di sera nella casa di una delle birre più famose al mondo. Ero partita con grandi aspettative. Avevo sentito parlare dei due piani dove veniva spiegato come viene fatta la Guinness. Avevo sentito parlare che in Irlanda la Guinness è diversa. E conoscendo la Guinness da pub italiano, ma anche avendo assaggiato la Guinness export con quella sua anima cioccolatosa…beh avevo grandi aspettative. Come è stato?

Pasta per lo strudel

Strudel, quel dolce viennese dalle radici turche a base tipicamente di mela. Eppure la pasta per lo strudel ha mille usi. Origine turca? Sì, sorprendentemente è un effetto collaterale dell’assedio turco a Vienna. E’ una rivitazione della Baclava, dove è stato diminuito significativamente il grado di dolcezza. Secondo taluni non sono stati tanto i viennesi ad appropriarsi del dolce, secondo altri sono stati gli ungheresi ad accedere per primi alla ricetta turca e poi ad adattarla ai gusti locali. Molti conoscono lo strudel di mele, ma vi sono tantissime varianti doc con le ciliegie ma anche le pere e le patate. Però molti pensano che la pasta dello strudel sia la pasta sfoglia. No, non si usa la pasta sfoglia nella tradizione, la sia usa a casa forse solo per comodità, essendo già disponibile al banco frigo. Ti presento qui la versione che in casa mia, non quella romana ma quella friulana, si usa.