Febbre da mondiale e da Azzurri in campo (quasi). Mi è bastato uscire dal lavoro e scendere le scale che portano al trenino. C’era una canzone magica …
Ricorda un’estate lontana, fatta di Mondiali…
di una prima consapevolezza di come fosse un Mondiale
di partite in tv
di discorsi sul calcio e sugli albori della vita con la mia migliore amica
di fanciulezza quasi adolescenza
di pomeriggi “giocati all’ombra di un cortile” giocando a pallavolo in giardino o poetando
di pensieri da grandi con gli occhi da piccole
di sorelline che crescono
di famiglia davanti all’unico televisore la sera
di tanti sogni che giravano anche attorno ad un pallone di calcio.
E quei pensieri mi hanno portato oggi anche in cucina a prepare qualcosa da sgranocchiare rigorosamente durante l’intervallo, in questa Roma che non è quel giardino dei Mondiali ’90
in questi giorni non trascori a piedi nudi sul prato di casa
in questa casa che non è la Casa in cui immaginavo di vivere per sempre
in questi pensieri che non appaiono più semplici come quelli
in questi sogni che ancora ci sono sempre e comunque per volontà o necessità.
Un attimo di serenità e di ricordi per abbracciare l’amica della bandiera di carta fatta in casa, per telefonare a Casa e dirsi “buona partita”, prima di mettersi davanti al televisore ad assaporare l’oggi e l’ora e a cogliere ancora nelle mie emozioni o sulle facce altrui lo stupore di questa grande dedizione alla causa Mondiale.
Buon esordio !