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Mastering the Art of French Cooking

Julia Child. Ancora?
Sì, ancora. In molti hanno commentato o scritto per sapere se esistono dei libri di Julia Child in italiano. Ahinoi non esistono, almeno secondo la mia ricerca online. Se ne sai qualcosa, scrivi nei commenti.
Sebbene non abbia visto il film, come forse hai fatto tu, dato l’affetto per My life in France e alcuni letture su Ms Julia Child, non ho potuto resistere alla tentazione di comprarmi su Amazon Mastering the Art of French Cooking Vol. 1. (A Gennaio è ancora scontato su Amazon.co.uk. Questo vuole essere un passaparola, non una pubblicità occulta)

 

Allora com’è?
Devo essere oggettiva? Seria? Lo posso dire? Lo trovo fantastico. Perfetto. Per ora mi limito a commentare il libro, per la parte, come dire applicativa, si sentiamo presto.
L’introduzione fa già capire che libro si ha in mano. Stile schietto ed insieme professionale, col tono di chi sa bene di cosa parla.
E’ un libro pensato per le donne che non possono contare sulla servitù per le faccende domestiche…Un inizio forse lontano da nostri tempo, ma forse neanche tanto. Per me è un incipit perfetto non avendo mai avuto una domestica, nemmeno mia madre e figurarsi mia nonna se l’ha mai avuta. Lavoro sulle otto ore al giorno, mi arrangio anche se i “vicini” della Cavia sono molto comprensivi (pane, mele e “concoline”, si rimediano spesso da loro…ehm, i “vicini” sono la famiglia della Cavia).
Non è però un’incipit ad un’introduzione tediosa. Sembra di parlare con un’amica, forse un po’ più grande e sicuramente più esperta e pratica. Un’amica che mai ti manderebbe al diavolo se non capisci o non sai già qualcosa.
Letta l’introduzione come non leggere il capitoletto sui termini culinari?! Termini come bollire, far sobbollire, mischiare, mescolare, amalgamare sono presentati e descritti. Oserei quasi dire che la definizione puntigliosa di cosa significa far sobbollire è commovente. La precisione è talmente tanta per venire incontro a tutte le capacità mentali (giusto per parafrasare una famosa pubblicità di anni fa), che mi sono sentita capita. Capita per quello che posso sapere e per quello che posso non conoscere ancora.
Interessante anche la sezione successiva sulla comparazione tra prodotti americani e francesi. Sai le differenze tra il burro francese e quello americano? E per quanto riguarda la panna? La farina?
E poi eccoci alle ricette.

Quante sono? Quali sono?
Calma, calma. Per ora posso dire che sono ordinate, oltre che per portata, anche per metodologia seguita. Se la sequenza di passi è simile tra le ricette, queste sono raccolte in un’unica sezione. Così le torte salate che richiedono uova sono classificate tutte come quiche.
Potrà sembrare che mi lasci facilmente sorprendere, ma non riesco a nascondere uno stupefatto entusiasmo.
Hai visto come le ricette vengono presentate? La descrizione è …,indovina un po’, puntigliosa e chiara. Gli ingredienti non sono però riportati tutti all’inizio subito dopo il titolo. La ricetta si apre col titolo, ovviamente. Poi c’è un paragrafo per spiegare com’è il piatto e quali sono gli eventuali adeguamenti apportati rispetto alla versione doc francese. Successivamente ecco gli ingredienti..
..Ma guarda meglio, sono riportati un po’ alla volta. Per ogni fase del lavoro ci sono i relativi ingredienti e la descrizione del da farsi. E pian piano si arriva alla fine. Viene persino indicato se una o più fasi possono essere fatte in anticipo.
Non preoccuparti, non si arriva alla fine della ricetta senza fiato.

Un giudizio complessivo?
Perfetto. Ogni parola lascia trasparire il gran lavoro che ha portato al libro. 10 anni di lavoro, ma molto ben spesi. Si vede la costanza, la grande determinazione, la pazienza che hanno animato Julia Child, Louisette Bertholle e Simone Beck. La modestia poi non è poca. C’è da imparare da un libro così anche da parte di chi non è interessato al cucinare. Mentre per chi ama cucinare è un testo da seguire per le occasioni speciali.
E’ una di quelle opere che ti fa dire “Una volta si lavorava meglio”. E’ un’opera artigianale: perfetta nei dettagli e con una forte visione generale. Ed è un’opera unica non nel senso che l’autrice ha fatto solo quella, ma nel senso che solo quelle tre autrici assieme potevano crearla. Non è un’opera standardizzata. Ho una grande reputazione anche dei “miei” Artusi e Carnacina, ma qui lo stile è diverso.

Un lavoro di donne per donne?
Eviterei di dire questo. Di razzismi, distinzioni ce ne sono troppi di già.
Hai già adocchiato qualche ricetta?
Sorrido. Certo già adocchiata.
Quale?
Ssss…sorpresa.