Non sono parole, non sono tratte da un libro di ricette, vengono dal Cantico dei Cantici. Eppure non ho passato Santo Stefano a leggere la Bibbia. L’ho passato, sì a leggere, certamente sul divano, ma con un libro dalle pretese più contenute. Si tratta del libro “Confortatemi con le mele” di Ruth Reichl, la famosissima ex direttrice del compianto Gourmet. Mi son auto-regalata il suo libro per Natale e mi sono concessa il lusso, come ai bei tempi andati, di leggere e basta durante le feste, seppure feste brevi.
Il libro è una sorta di autobiografia esistenziale e gastronomica. Ruth, le do del tu non sperando che mi legga, racconta la sua vita a Berkeley (California) prima del grande successo e prima della sua famiglia. Nelle prime pagine l’ho trovata sposata, poi è iniziata una gustosa e lussuosa liason amorosa con un collega. Poi la fase di apertea crisi del matrimonio, accompagnata da Michael. Tra dubbi sul suo futuro, la malattia del padre e grandi passi da compiere l’ho scoperta visitare la Cina e la Thailandia. Sono seguite pagine struggenti sulla maternità, attesa, delusa, l’adozione e …Mica posso raccontare tutto.
La parte più riuscita del libro non è certo la trama. Questa è certamente avvincente, sorprendente, ricca. Ma quello che emerge ancora di più è la grande capacità di scrittura. Le pagine volano, tra la curiosità mia e le vicende. La voglia di conoscere di più del mondo enogastronomico americano viene alimentata a piene mani e da mani sapienti. Se si fa attenzione alle parole usate per descrivere il cibo, così aggettivi vengono sapientemente associati ai cibi, e un’ardita ironia afferma che il tartufo ha il sapore del sesso…Diamine, questa significa saper scrivere. Nemmeno un paio di presunti errori di traduzione o tipografici mi hanno fermato dall’andare avanti. Potreste viverlo anche come un sussidiario del mondo enogastronomico americano. Nomi, locali, vicende mi daranno da “lavorare” i mesi prossimi. Ho già adocchiato il prossimo libro da leggere, della grande e per me finora misconosciuta M.F.K. Fisher. Voi la conoscete? Però non si rimane meno indifferenti al personaggio di Alice Waters, attuale vice-presidente internazionale di Slow Food e co-proprietaria di Chez Panisse. Come non provare un minimo di curiosità per un locale, che oltre ad usare prodotti locali, promuove anche il festival dell’aglio? Ogni anno vengono offerte ricette ricche d’aglio, ben lontane dal semplice aglio, olio e peperoncino. Nel libro, un capitolo intero è dedicato alle vicissitudini di Ruth (ancora il tu) con l’aglio. Lei andò a toccare con mano (o col naso?) l’esperienza di un ristorante dell’aglio. Leggere per credere 🙂
Ma poche pagine più là, se dell’aglio non volete proprio sentirne parlare, troverete Ruth in Cina alla scoperta della privacy locale (se leggete, capirete) e del dim sum. Che cos’è? Semplificando, sono piatti serviti col tè. Lei non ne approfitterà mai, ma si ritroverà, almeno lo sostiene, ad assaggiare armadilli.
Vivendo e raccontando, Ruth offre anche qualche ricetta. Una mi ha già stuzzicato per la semplicità. Chi leggerà saprà.
Qualche altra lettura interessante da proporre?
Un’altra recensione in totale libertà del blog la trovate su Julia Child: My life in France.