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Una cena di classe

“Ma almeno di Colciutti, ti ricordi?”
“No, proprio non mi ricordo niente”
“Aspetta a me quel nome ricorda qualcosa”
Eccoci ad una cena di classe, e che classe!
Un’atmosfera goliardica prevale, le risate si susseguono, i toni sono molto informali.
Ma che classe è questa?
Non ho mentito, è una cena classe, ma classe non nel senso di eleganza, ma nel senso di classe scolastica.
“Ehi, ma vi ricordate la prof di latino?”
“Ricordo che aveva pochi cappelli”
“Ma che cappelli! Io ricordo le minigonne cortissime…”
“E la sigaretta, prima la caramella poi la sigaretta. Faceva così…”
Internet fa molti miracoli, tra questi il far reincontrare la gente che non si frequentava da anni nonostante non vivesse a molti o troppi chilometri di distanza. Così nel corso del 2008 una classe di liceo, quella della Cavia, si è reincontrata realmente e virtualmente, tramite Facebook e mailing list. Gli incontri si sono talmente protatti nel tempo, che per l’ultimo incontro sono stata “invitata” a cucinare, dopo che la scorsa volta, mentre ero in Canada, è stata la Cavia stessa a cucinare su indicazioni oltreoceaniche.
La Cavia, alla proposta fatta da un suo compagno di un mio “cucinamento”, non ha apposto grandi resistenze. Ma che gran cuore che ha la Cavia, è un tipo veramente da … sfamare.
“Serve aiuto in cucina?”
“Se vuoi puoi tagliare la mela”
“Come?”
“Prima a quarti, poi a fettine”
Il mio “cucinamento” è stato fatto un po’ nella cucina de La Cavia e un po’ nella cucina di un suo compagno di classe. Lo spadellamento, infatti, è iniziato il giorno prima con tre ore di tour de force, piacevole, senza stress.
Il menù proposto è stato:
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MENU PER CENA DI CLASSE
ANTIPASTI
Patè di olive e mandorle
Patè di tonno
Pane di polenta
PRIMO
Orzotto con salsiccia e radicchio rosso
SECONDI
Strudel salato di speck e Asiago e mela
Quiche (o torta di patate)
Verdure in agrodolce
DOLCE
Torta caprese
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E tutto per una quindicina di persone grandi (o grandi persone? 🙂 ).
Stavolta non mi sono buttata su nuove ricette, ho fatto tesoro dell’esperienza, oramai lontana nel tempo, di quanto preparato per una cena di miei colleghi (di lavoro, in quel caso). Quindi non posso che riproporvi i link alle ricette, che le trovate tutte qui1 e qui2 , mentre per la quiche vi tocca muovervi qua.
“La Cavia non si ricorda, ma nel tuo blog ho visto una ricetta coi wurstel”
“No, un’altra..di Berlino”
“Ah. Allora era il currywurst
“Cavia. Smemorata!”
“Cavia, ma hai cucinato persino tu i currywurst una volta”
Per la preparazione, come sempre son partita dalla stesura del menù circa due settimane prima a causa di pressione dei Cavia-colleghi. Volevano avere certezze ed il menu era tra quelle. Certezze, certezze, eppure son grandi.
Definito il piano di battaglia, tre giorni prima ho iniziato gli acquisti degli ingredienti, perchè le dimenticanze sono sempre allerta (oddio, la panna ! è stato il grido che si è levato dal divano la sera del primo giorno di shopping mangereccio. Indovinate cosa avevo dimenticato? .
Il giorno prima ho fatto, nell’ordine, il pane alla polenta, il patè di olive e quello di tonno. Poi la torta caprese. Infine, la quiche.
Il giorno stesso, prima di deambulare sul luogo del festeggiamento, ho fatto un salto al supermercato per prendere gli ingredienti mancanti per le verdure in agrodole.
L’orzotto e lo strudel sono stati fatti dal colleghi, col vociare dei primi ed ultimi arrivata alla grande reunion di fine 2009. Infatti, indovinate a che cosa servivano le mele da tagliare?
PS Per chi della “classe” è arrivato fino a qua a leggere, Colciutti non esiste. Scherzo 🙂