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NaNoWriMo : Ma che ti sei mangiato

Giorni fa vi avevo parlato di NaNoWriMo, ossia il National Novel Writing Month .

 

 

 

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Mi sono imbarcata anch’io in questa avventura di scrivere un romanzo di almeno 50000 parole entro fine mese.

Sono diciamo all’inizio e chi inizia è già a metà dell’opera. 2335 parole non sono mica poche ! Oh.

 

L’opera sarà una sintesi romanzata di quest’anno di blog.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Si incomincia così:

 

Ma che ti sei mangiato ! Lo stupore è tanto quando la persona di fronte a te riesce a mangiare di tutto, riesce a non dire basta a quello che le piace.

Così nasce questo sforzo letterario cominciato or ora quasi nella totale inconsapevolezza dell’impegno che richiede. Così si è evoluta la passione culinaria che sta dietro a questo sforzo: inconsapevole, pura e spontanea.

Chi? Come? Cosa? Quando? Dove?

Ecco le basilare domande a cui dovrei rispondere prima di sommergervi con un mare di ricordi e pensieri. Chi?  Suppongo vogliate sapere con chi state parlando. Semplice con Me, una giovane precaria italiana del mondo della ricerca che ha ancora la forza, morale e materiale, di avere delle passioni, come dire, extra curriculari. L’altro interlocutore di questo sforzo letterario è lui, quello che mi stupisce con la sua voracità e altro, si chiama P. o anche La Cavia.

Perché? Andiamo con calma, prima c’è il Come? Ossia come inizia questo viaggio. Comincia dal rapporto tra Me e La Cavia, un rapporto affettivo nato camminando e continuato tra eventi culturali ed enogastronomici e tanti esperimenti in cucina. Il segreto forse è proprio questo: legare i sentimenti alla scoperta dei sensi. Tra vini, birre e cibi vari in due si può sperimentare tanto, viaggiando e non viaggiando. Una giornata vuota può acquisire significato grazie ad un sapore nuovo o ad un sapore ritrovato. Più di qualche volta ci siamo ripresi da una giornata pesante al lavoro grazie allo sforzo ulteriore di cucinarci una cena diversa. Basta poco, basta sì riconoscere che il lavoro viene prima, ma basta imparare ad individuare le proprie priorità: noi ed il mondo. Il mondo non si affronta se non si è altamente motivati e nutriti. L’amour nutre e motiva, la cucina da le energie, il vino l’allegria, la grappa …ehm ehm ora divago troppo.

Cosa? Cos’è questo? Una sorta di “cuisine novel”, ossia romanzo legato al cibo. Oggigiorno sono talmente di moda i libri sul cibo. Me li hanno regalati anche a me. Personalmente sono molto attratta da quelli che abbinano alle ricette, più ricette meglio è, anche storie personali legate alle ricette. Ed indovinate come sarà questa “cuisine novel”? Esattamente l’ennesimo tentativo di abbinare cibo e parole. Grazie al cielo già da un annetto scrivo di cibo, prendo nota, il quanto più regolarmente possibile, di quello che La Cavia ed io sperimentiamo a livello enogastronomico. Sarà divertente, almeno per me, porre ordine ad un anno di foodblog e di vita. I fogli volanti sparsi qua e là con ricette o appunti sono veramente tanto. Come ogni buona mamma, anche la mia mi ha insegnato a mettere in ordine … ogni tanto. E così faccio anch’io. Già due volte ho semplicemente raccolto le mie ricette a fine anno. Stavolta faccio il salto ulteriore di tentare di sintetizzare le ricette del foodblog con i ricordi. Foodblog? Non preoccupatevi, non è un animale strano. E’ una specie di sito internet dove ognuno scrive su un argomento ed il mio è il food, vale a dire il cibo. Se dovessi scrivere come parlo, cioè in italiano, è un diario dedicato al cibo. Ma come chiunque sa non si vive di solo pane, ed ecco allora il ruolo dei ricordi. D’altro canto però non si vive senza pane, ecco così il ruolo delle ricette.

Quando? Ora e prima. E’ difficile da dire da quando parte il racconto. Forse da tre anni e mezzo fa, dal fatidico incontro. Ma forse anche da una ventina d’anni fa, quando passavo i pomeriggi estivi a cucinare insieme a La Cugina. O forse da prima, da quando La Nonna faceva dei panettoni duri duri ma che ancora ricordo. Anche se erano più buoni i budini stra-ricchi di cioccolato. O da quando la mamma mi insegnava a fare i crostoli, alias frappe, per il Carnevale. Che allegria! Peccato che non esultassi altrettanto per le minestre di verdura tanto che la mamma aveva inventato una storia che avrebbe dovuto spaventarmi. Lei ed il papà erano appena tornati da un viaggio a Mantova e avevano cenato al ristorante “Ai due guerrieri”.

“ Ed in quel ristorante sai cosa succede ai bambini che non mangiano la minestra di verdure?”

“ Cosa?”

“Li portano in cantina…”

“ Perché?”

“ Perché i bambini devo mangiare la verdura. Fa bene.”

“ E se non mangiano la minestra?”

“ Restano in cantina finché non la mangiano tutta…Dai mangia la minestra”

 

Peccato che quando hanno portato anche me a Mantova e ho visto che il ristorante non era “Ai due guerrieri” ma “Ai due carabinieri”, come dire la paura si è dissolta. E per di più non c’erano dei veri cavalieri, ma solo due statue.

“ Mamma, è questo il ristorante ai due guerrieri?”

“ Sì, te lo ricordi? Qui i bambini devono mangiare tutta la minestra di verdure”

“ Ma i guerrieri sono queste due statue?”

“ I veri guerrieri sono dentro”

“ Ma il ristorante è sottoterra”

“ Sì, ma c’è anche un cantina per i bambini cattivi”

“ Io non ci credo”

“ Sei diventata grande ?”

“ Io sono grande, ho 7 anni”.

 

Col quando cercherò però di non portarvi così indietro nel tempo, non voglio spaventarvi e poi lasciarvi delusi davanti ai fatti. Non si saranno guerrieri cattivi in quest’opera, ve lo prometto. Inoltre non vi obbligherò a mangiare tutto. Niente cantine buie, niente mamma desolate dalla mancanza di appetito per la minestra. Ma che buona che sono !

 

Dove? Roma. Qui la risposta è ancora più facile. Me e La Cavia siamo a Roma, ma io vengo da un po’ più a nord: dal Friuli. Ma a due tipi come noi, “tipi” mi sembra la parola esatta, piace viaggiare ed ecco allora che qua e là compariranno le mete dei nostri viaggi: Austria, Belgio, Siena, Berlino, Friuli, Germania. E qua e là compariranno anche le nostre biciclette. La Cavia ha infatti una passione per i viaggi in bicicletta. Come avreste risposto voi alla proposta di una vacanza da parte del ragazzo, un pupo, che frequentate da un mese o poco più di andare in vacanza insieme …aspettate non è finita…di andare in vacanza in bicicletta lungo il Danubio in Austria? E se il viaggio fosse di 300 Km tutti da pedalare? Io ho risposto sì. Curiosità, coraggio e fiducia: state attente con queste qualità ragazze. Potreste trovarvi a scrivere come me 50.000 parole in un mese.

Beata gioventù. Ero curiosa di rimettermi in bicicletta e sfidare una certa pigrizia all’esercizio fisico. Ero coraggiosa, ma solo nel senso che volevo mettermi alla prova e dimostrarmi che ce la potevo fare. Fiduciosa, invece, era verso chi mi faceva l’invito e verso la reale possibilità di farcela. Forse vi ritroverete come me, ma vi posso testimoniare l’ottimismo che scoprire il mondo in bicicletta può dare. Ho pedalato sotto la pioggia lungo il Danubio, siamo stati sfiorati da una piena del bel Danubio blu, il blu non l’abbiamo visto ma in compenso abbiamo visto l’Austria dal nostro punto di vista.

Insomma, questa “cuisine novel” sarà ricca di temi oltre che di cibi….