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Fagioli neri e pitina

L’ingrediente speciale è lei, la piccola ed affumicata pitina. E’ giunta fino a Roma nelle mani di una di quelle giovani (ma sì, ancora giovani) professoresse italiane che non si arrendono. Lei, la Serena, si presenta come un’archeoprofessoressa. Poche cose la trattengono ed io ancora non le conosco. So che con la sua Panda gialla scava in giro per l’Italia, l’Europa ed il Vicino Oriente ogni estate. Perché lei non è una ciusi. D’autunno, inverno e primavera si insegna, d’estate si va a fare scavi archeologici. Se lo scavo poi concede ancora del tempo eccola in giro con la parte giovane (ma sì, ancora giovane) dell’Happy Family versione pordenonese, pardon versione Rorai Grande. La Elena e la Sara non l’abbandonano mica. Non c’è aria di bamboccioni neppure dalle loro parti. Questa estate sembra vadano a trovare l’Orso Yoghi. Così l’archeoprofessoressa con una trentina di studends (ed una suora che ha portato al pub) è arrivata in quel di Roma nell’unico fine settimana di pioggia. Non so per colpa di chi. Come si conviene alle brave …

La tasca del contadino per un Montalcino

Un Montalcino tra le mani mi incuote un grande rispetto. Come ogni mese Fernando Wine mi da un compito. Creare un piatto per un vino che sceglie lui. Data la mia personalità del tipo “faccio io che è meglio” mi sembra sempre strano dovermi fidare. Ma Fernando Wine non ha mai deluso, quindi anche stavolta ho lasciato a lui il timone. Mi ha presentato un vino come prodotto da Illy. Illy? Vino? “Amore e Magia” il nome. Prodotto in Toscana ovviamente. Francesco Illy? Toscana? Sarà che in piena campagna elettorale siamo tutti reticenti a credere alle favole, anche perché ce ne raccontano fin troppe. Ma come dicevo, mi son fidata. Amore e magia è stato. Dal Podere le Ripi è arrivata quindi la bottiglia. Se fino al 1988 il podere era abitato da un pecoraio ora è un’azienda biologica e biodinamica. Non mi rimaneva che interpretare l’abbinamento. La prima idea, quasi immediata, è stata un Shepherd’s pie, ossia uno sformato del pastore. Poi mi sono accorta che la confondevo in realtà con una cottage pie. …

Da La Cjasalìne alla tavola #9: pasta di farro e pitina

Sottotitolo: tu e le cosidette paste integrali in che rapporti siete? Svolgimento: La pioggia gabba villani solleticava Roma oramai da alcune ore. Persistente e leggera, gabbava facendo sperare in schiarite. Si dice che i contadini, villani, nell’incertezza sul da farsi, intanto si recassero ai campi. Tra un sanpietrino e l’altro, un ombrello aperto, qualche momento di compere in saldo e necessità, rieccoci a casa. Intirizziti dall’allarme di neve disatteso, il pranzo vissuto assieme non poteva passare inosservato. Volersi bene a tavola per noi due, insaziabili giovani, è un dovere nel fine settimana. Così mentre la Cavia si distraeva davanti lo schermo luminoso del computer, la “cuoca” mescolava ingredienti. Se presso La Cjasalìne puoi scegliere tra fusilli al farro od integrali, sfusi o confezionati, e  mezze penne al farro, io allora avevo delle penne rigate al farro e soprattutto della pitina di daino arrivata direttamente da Maniago (Pordenone). Di romano c’era il radicchio rosso tardivo mischiato all’Asiago. Tocco finale una manciata di anacardi sempre de La Cjasalìne. Ero sicura che così quella naturale ritrosia verso la …

Bottega Friulana di Pordenone

Ci tengo a scoprire il mio Friuli. Stare a Roma grazie alle amicizie vere e alla tecnologia, nonchè alle richieste del tipo “Quanto torni a casa a farci una visita?”, non mi impedisce di riscoprire la landa da cui vengo. La vacanza estiva è stata studiata anche per girovagare famelica e curiosa per la pianura friulana. In incognito, coperta dalla timidezza e istigate dall’energica Elena, a Pordenone sono entrata nella Bottega Friulana. La Bottega Friulana l’avevo scoperta mesi prima su Facebook, poi l’avevo quasi accontonata, finchè Sara R. ha suggerito ad Elena di andare lì per della buona pitina e quindi affrontare la sfida Blecs (ndr in corso fino ad ottobre). Tornata a Roma, come ogni brava geek e carica delle sorprese scovate in bottega, ho scritto a Katia Costalonga, giovane anima della Bottega che ha risposta candidamente ad alcune domande. Ho così scoperto … Come è nata la Bottega Friulana? Ciao Rossella, allora era da tanto tempo che mi balenava l’idea di questo tipo di negozio, ma solo il 22 febbraio 2011 ho realizzato …

Blecs alla Normata

Blecs are on the table. Where are you? La prima risposta affermativa a questo richiamo viene dalla Happy Family localizzabile con certezza nell’area Pordenone. Appena ho letto l’email di eLENA tUBARO, come ama firmarsi, ho fatto un salto sulla sedie. Non poteva esserci che migliore primo contributi. Volendo rimanere, comunque, imparziale, lascio ad Elena la parola, pur sapendo che anche la Sara, docente non certo alle prime armi e tamburina 🙂 di tutto rispetto, ha dato il suo contributo. Per capire il nome della ricetta bisogna andate a leggere la lista degli ingredienti, che certo ha a che fare con la Norma, ma che anche arricchita da un ingrediente friulano tradizionale. Insomma, è una ricetta studiata per bene. Ti consiglio di seguire le fotografie fino alla fine, sia mai che oltre all’acquolina in bocca ti lasci sfuggire una risata. Tra l’altro quella potrebbe nascere anche leggendo i dettagliati ndET dell’autrice 🙂