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La Alpujarra

Bubiòn. Ultimi giorni, tardo aprile e noi abbandoniamo Granada. L’hombre alla guida, i tornanti cominciano presto a farsi vedere. Riusciranno i noi eroi ad arrivare fin lassù. Da Lanjarón la montagna sovrasta decisa. Sì, dai, quello deve essere Bubiòn. Un parcheggio, lungo la strada, subito. Il Teide ci accoglie e nel miglior inglese incontrato finora ci da le indicazioni per la spettacolarmente semplice e tipica Las Terrazas de la Alpujarras. Nel hostal troviamo letti separati, ma i colori dei tendaggi, la loro tipicità rinfrancano durante la separazione 🙂 Immediata è la voglia di sgambettare in giro.

I vicoli di Cordoba

Perché a volte di una bella città ci ricordiamo le cose più banali? Perché ci rimane impressa nella memoria con poche, piacevoli eppur semplici immagini? Cordoba…rieccoci lì. Seduti a sorseggiare al calare del sole un Pedro Ximenez in una  piccola piazza. Il cameriere che fa avanti ed indietro tra i tavoli. Lo vedi e ti sembra svogliato. Si avvicina al tavolo con lo stesso volto, si rivolge al cabellero come se nulla fosse, poi alla ragazza ed ecco è lì che compare il sorriso furbo, da torero. E poi si gira. Vi assicuro donzelle che quel suo tornare al N.ro 10 girato era decisamente il suo lato migliore 🙂 Ma con me c’era Pedro e pure un cabellero con un anello all’anulare sinistro come il mio. Quell’ammirare tal camarero fu solo questione di un attimo, nessun colpo di fulmine. Quel Pedro e quel Montilla alla Bottega Guzman e anche i caffè alla Plaza del Potro erano Cordoba.

Cultura e cibo a Granada

Granada. Una città che ci ha accolto all’ora di punta. Una miriade di bambini che uscivano dalle scuole. Un mare di “perdona” mentre noi ci avventuravamo direzione albergo con bagagli al seguito. Eppure tutta quella pazienza, mischiata al caldo e alla fame, ha avuto un suo perché. Alhambra, Bodega Castañeda, Albaizìn, Bodega Castañeda, anima gitana, Sierra Nevada, Bodega Castañeda …e ho detto tutto. Storia, vermut, memorie arabe, Muñana, chitarre gitane, Pedro Ximenez. E ho pure detto troppo. Ecco un piccolo album fotografico di una quattro giorni a Granada nel mentre di un viaggio di nozze. Tutto vero, tutto sognato, tutto assaggiato, tutto nella memoria.

Siviglia: uno di fronte all’altro

Se un buon matrimonio si vede fin dall’inizio… Questa forse è la storia perfetta per capire pregi e difetti di una coppia. Arrivati a Sevilla (Siviglia), inebriati dal profumo di fiori d’arancio, scaldati dal sole africano, ecco che ci incuneiamo nel centro città. Poggiati i bagagni, con qualche nome di locale in testa, ecco davanti a quello che diventò il locale dei desideri della sposa. Calle Santa Teresa – Las Teresas Un cafè solo per cominciare, sorseggiato rigorosamente dal bicchiedere del marito. Il profumo degli Jamon de Bellota nell’aria. Locandine a ricordare passioni di flamenco e la corrida. Incomincio a scorgere il fantasma del mio Hemingway.

Al mercato di Jerez

Che Mariarosa al mercato se ne andasse mi dava allegria. Gioiosa come me bambina, leggera su quel carrettino, pronta a parlare ancor prima che a contrattare. Lì, con lei, ha preso piedi il desiderio di scoprire cibi e mondo con occhi curiosi. Vidi foto di mercati favolosi, lontani, irrangiungibili nella vita di una comune ragazza di campagna. Eppure il profumo colorato delle spezie tra le pagine televisive di Marco Paolo mi trafisse il cuore. Paesi lontani, scoperte infinite. La fantasia da bambine si accende con poco. Metteci poi un po’ di parenti sconosciuti sparsi per il globo. La sorpresa che si fa bocca spalancata all’arrivo di una lettera da lontano.Il lontano ha regole speciali  per gli adolescenti irrefrenabili. E poi Roma. E poi un matrimonio col viaggio di nozze al seguito.. E poi Jerez de la Frontera.