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Polenta morbida detta perfetta da Martha Stewart

Partiamo con una certezza: non c’è nulla di più buono della polenta. Eppure a farla perfetta ci vuole mestiere o Martha Stewart E’ facile scrivere un inno alla polenta. Può essere anche banale usarne la farina per farne una torta. Ma sarebbe una gran sfacciataggine affermare di fare la polenta perfetta. Può piacere la polenta morbida o tosta. La si può tagliare col filo o col coltello. Eppure la perfezione sembra più una questione personale che oggettiva. I ricordi mi dicono che la polenta perfetta la fa la mamma. Ho nell’istinto quel correre verso il mestolo di  legno, che è appena stato immerso nella grande pentola arancione per girare la polenta. C’è nelle mie vene più polenta che vanità. Eppure se chiamassi in causa il Santolo (ossia il patrino di battesimo) lui allerterebbe le più antiche tradizioni friulane e giungerebbe col filo per tagliare, a dovere, la polenta in tavola. Nonostante tali legami emozionali, i ristoranti si ostinano a giocare con la polenta morbida. Che avrà mai di speciale? Martha Stewart nella sua Scuola di …

Malterreno e street food

E se poi questo street food si fa polenta? Dai Colli Euganei mi arrivò tal Malterreno. Lessi che si otteneva da vigne di Tocai e Garganega. Il produttore era Quota101 ed il mio compito ricercare uno street food che sapesse accompagnarsi a tal vino bianco. I terreni di partenza, argillosi, mediamente calcarei, non lontani dalle mie lande d’origine forse ebbero un ruolo nella mia scelta. Io di fatto ero spaventata dalla parola street food. Anche perchè nella mia testolina non emergeva alcun ricordo di street food a meno che in questa categoria non facessivo ricadere i panini o il cibo da sagra. E alle sagre di paese lassù a nord est, non manca mai la polenta. Mi vedo già qualcuno della  mia famiglia sogghignare a leggere “polenta”. La adoro, tanto che ne ho fatto un inno in un passato post. Persino l’ultima volta che sono passata lassù a nord est, ho chiesto alla mamma di prepararmi della polenta. Stavolta perché non è stato solo il cuore goloso a guidarmi. Mi è tornata la memoria, infatti. …

Da La Cjasalìne alla tavola #6: di polenta, miele e vino

Col freddo si fa presto a dire polenta. Si fa talmente presto che si scorda che la farina di polenta può nascondere anche altro. Non intendo le rivistazione della polenta come polenta riscaldata con sopra il Pestat o simili. Non parlo neppure del pane di polenta che arriva fino ad essere presidio Slow Food col nome Pan di Sorc. Non parlo neanche dei diversi tipi di farina di polenta. Non mi riferisco ai biscotti con farina di polenta, stavolta vado sul dolce, un dolce grande e tondo. Ossia vado sulle torte. Sì, la farina di polenta può essere alla base di succolente torte. Io alla polenta dedicherei un inno. Già l’Amor di Polenta, in epoca precedente alla mia esistenza blogghifera, mi ha travolta. La Pete di friulana origine ha poi in me confermato l’ecletticità della bistrattata farina di polenta. Stavolta però ho raggiunto un altro livello con lei. Con in mano Baking: From my home to yours e negli occhi La Cjasalìne finalmete visitata, da una ricetta statunitense sono arrivata ad una torta più friulana. …

Inno alla polenta

Ossia, come si fa la polenta Per quanto ne so Io credevo che tutti sapessero fare una polenta, finchè un’amica friulana mi ha scritto un messagio su FB dove mi chiedeva indicazioni. Che sorpresa! Sorpresa anche per la mia incapacità di comprendere che non tutti nascono amanti della polenta e della cucina e che non tutti son come me che dedico minuti e minuti al giorno alla scoperta di qualcosa di nuovo sul cibo. Ma meno male che non siamo tutti uguali e meno male che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Quindi eccoci qua.