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Food writing: from a recipe to a cookbook with Dianne Jacob

I’ve started a journey. A slow one. A few month ago on my Instagram profile I introduced a kitchen whisk and an apple. I want you to respond and I want you to talk about of food writing. I introduced an Italian hashtag as #scriverecolcibo (ie. writing with food), as well. I do not want to start an endless debate on how translate into my language “food writing”.  In Italian I need a preposition to translate that simple english term. I’ve chosen “with” given that food is just of the characters of life, even if  a relevant one. I don’t want food to suffer from loneliness 🙂 At the same time, a food writing lover isn’t an Île flottante. I can not just use my whisk and apple (and hashtag) and close my pantry to you. I can talk about food and writing . I need you and some mentors. Someone more expert than me or with a different perspective. I’m looking for inspiration. Therefore, I decided to involve people as Dianne Jacob  and make them few question, …

Good Food: la dieta mediterranea tra un cortometraggio e le patatine

Angel Keys. Ti dice niente? E la dieta mediterranea, la conosci? Sai pure chi è Salvatore Esposito? Allora sai quasi tutto su Good Food, il cortometraggio prodotto dalla Morol e presentato in occasione della Festa del Cinema di Roma 2017? Partiamo da quello che credevo di sapere, prima che Salvatore Esposito, con un piatto di patatine fritte, mi ha fatto capire che è bene re-imparare. Sì, mi riferisco alla dieta mediterranea. Come italiani è facile vantarsi di seguirla, eppure alzi la mano chi non è mai entrato in un fast food in vita sua o chi sa dire di no ad un cibo ricco di grassi saturi.

Cosa fa un Amaro Indigeno?

Che spazio c’è oggigiorno per l’inventiva? Se da un lato abbondano i corsi per la creatività, dall’altro siamo ben ancorati alle tradizioni. Chi e come può sfidare questo status quo? Intanto, mi verso un po’ di Amaro Indigeno. Ed intanto lancio uno sguardo all’etichetta: erbe spontanee di Sicilia. Penso subito al solito liquore tradizionale, con una storia talmente infinita da essere indefinita. Eppure c’è quel non so che…Rileggo l’etichetta: melagrana. Uhm, ma allora non è la solita storia.

Infusore per il tè a chi?

Una provocazione estiva o uno scherzo ben riuscito? Come un infusore per tè può diventare una delle idee regalo (con ogni temperatura) L’importante è saperlo fare con stile. Fare un regalo è cosa comune. Fare un bel regalo è un qualcosa che richiede occhio e stile, appunto. Immagina di doverti mettere alla caccia di un’idea regalo in piena estate. Su cosa punti? Io sono stufa di regalare libri. Con la temperatura che sale sempre più non ho la pazienza di pensare ai gusti del destinatario del regalo, ma punto direttamente ai miei desideri. Allora spulcio le liste di idee regalo, suggerite da siti come LoveTheSign. Ristretta la scelta, aggiungo un pizzico di mio ed il regalo è fatto. Il mio spesso è l’ironia (o presunta tale).

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Hotel Butterfly: un invito a perdersi tra cibo, musica ed arte

Hotel Butterfly: un nome che svela la poesia, ma cela i piaceri di uno spazio tra cibo, musica, arte, tattoo e giochi vintage. Non resta che incontrarci nella serra tropicale del Guido Reni District.  Un nuovo locale a Roma rischia di essere una rondine ritardataria, che non fa più primavera. A meno che quella rondine non giunga in un giardino incantato. E sappiamo quanto Roma, seppure magica, è decisamente disincantata. Da lunedì 29 Maggio 2017 quel giardino incantato ci sarà. Lo troverai all’Hotel Butterfly. Nome creativo, location creativa. Quella Butterfly aprirà le sue ali sfiorando il Maxxi, l’Auditorium e soprattutto il Guido Reni District. Eppure alcuni lo continuano a chiamare quartiere Flaminio. Nome creativo, accoglienza creativa. La parola Hotel può fuorviare. Non ci sono letti dove dormire. Non c’è spazio per la noia. Cibo, musica, arte, design e pure quel toccasana dello shopping: sono questi i lussi ed i vizi che l’Hotel Butterfly asseconda.