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Torta di semola, cocco e marmellata

Ci sono ricette che ti salvano dall’imbarazzo. Così anche nelle migliori case d’oggigiorno può accadere che all’arrivo degli ospiti manchi qualcosa. Qualcosa del genere è successo questo fine settimana. Tra una scalpinata  e l’altra per Roma ecco che al rientro a casa, carichi di acquisti ed ospiti friulani, mancava quella fetta e quel morso dato al lato dolce della vita. La volontà di affidarmi a qualche fidata pasticceria non c’era. Gli ospiti sono ospiti e vanno viziati con un pizzico di devozione. La soluzione, allora, non è stata che una: aprire Jerusalem, pensare all’amica che da Gerusalemme stava mandando fotografie della città e della pizza :), e mescolare olio d’oliva con semola rimacinata, cocco e marmellata. E meno male che la credenza offriva tutto il necessario. Non è rimasto che rimestare il tutto, in velocità, come questa ricetta consente e lasciare al forno il suo compito, mentre seduta sul divano letto si chiacchierava sul da farsi. Lo so, questa ricetta è già apparsa nel blog diverse volte. Sabato però ho seguito la ricetta di Jerusalem …

Torta di semola e zenzero

Torta di semola, zenzero e lime per una sera di mezza estate   Quando mi misi a fare questa torta di semola, non mi sarei mai immaginata di dovermi sedere davanti al computer a scriverla. Ma c’è stata una richiesta. Certi ospiti, sono talmente benvenuti, che ci si sente in dovere di condivere con loro, non solo della birra belga e del sidro, ma pure delle ricette. Di ricette di torte di semola oramai ne trovi su Ma che ti sei mangiato. Tra Ottolenghi e Bethany Kehdy ho imparato come la semola sia capace di donare torte morbide ed ideali per l’estate. Prima fu una torta di semola e marmellata. Più e più volte fatta ed interpretata a seconda della marmellata a disposizione. Col cocco o con l’amaro l’ho mescolata più volte. Poi giunse l’ancora più semplice torta di semola di Bethany Kehdy. La rimescolai a modo mio andando ad usare l’olio extra vergine d’oliva invece del burro, il kefir in luogo del comune yogurt ed aggiungendo l’arancia perché di zenzero e lime non c’era …

L’amaro e la semola

“E’ mia” Per lei avrei lottato con tutti. Non meritava di finire a nessun altro se non a me. Decisa, inflessibile, implacabile, determinata. Doveva essere mia. La contesa era forte. Ci guardammo negli occhi. Fissi ed imperterriti. Alcuni secondi nel silenzio, un battito di ciglia e … “Va bene è tua” “Grazie caro” La presi, la mangiai. Mi baciò. Ti assicuro che per poche altre torte combatto così. L’ultima fetta di questa agrumata ma non stucchevole, morbida ma non sbriciolona, dolce ma non stucchevole meritava la contesa. Non si tratta di una ricetta né del tutto nuova né del tutto mia. Ottolenghi mi ispirò già a stravolgerla a suon di mele   o mele e cranberries. Ora ci si mette pure l’amaro, ancora Amaro Averna. I bicchierini di amaro e yoghurt mi hanno reso sicura dell’abbinamento con il lime. L’ultima arancia in giro per casa si è unita alla lista di ingredienti assieme a quella marmellata di arance di Sicilia che capeggiava sulla credenza da un po’.

Mele e cranberries si uniscono in una torta

La blogger è stata chiamata in gioco da Mela Val Venosta. 8 blogger in cucina ed un progetto come “Provata per voi“. Cosa succede quando una blogger viene contattata per  fare una ricetta con i suoi prodotti ” di marca”? Ci pensa e poi decide cosa fare. Così normalmente, come succede nella vita di tutti. Ogni proposta viene valutata. Cortesia, attenzione, conoscenza reciproca. Gli essere umani si approcciano in questo modo. Niente email generiche, dove la blogger diventa “cara Redazione”, niente toni freddi, ma corti o lunghi scambi di email e di puntuali e mirate chiamate. Insomma, a volte capita di dire sì e di voler ringraziare di cuore chi sta dietro un progetto come “Provata per voi”. Si sappia, io ho un gran debole per le mele e le torte di mele. Dopo ogni pranzo consumato a casa, la Cavia sbuccia una mela e questa viene divisa. Gli uomini, soprattutto quelli di una volta che facevano il servizio militare, sanno spelare veramente bene le mele. Ed io gli lascio volentieri questo onore, che prima …

Ottolenghi’s style: Torta di semola e mela

Di lui mi fido. Imparo, sogno, mischio emozioni e mi ritrovo in cucina. Spesso non lo imito, ma ne seguo i metodi. E’ da un mese nel mio salotto, ma oramai è uno di casa. Mia sorella per Natale mi ha regalato un bellissimo libro di cucina, uno di quelli che vive con me e io faccio vivere da noi. Jerusalem di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi è l’ultima fatica editoriale di questo duo nato a Londra da un incontro casuale, come nelle migliori  tradizioni. Yotam aveva oramai abbandonato da tempo il suo dottorato, entrambi si erano trasferiti da Tel Aviv, ma non si conoscevano. Uno ebreo e  uno musulmano. Cosa possono fare nell’ombelico del mondo? Innovare. Se a dicembre leggevo sulle pagine del New Yorker come Ottolenghi e Sami han dato vita all’Ottolenghi che spopola oltre Manica. Se a dicembre scoprivo che dietro il nome Ottolenghi si nasconde una famiglia di matematici e agenti del Mossad, con radici fiorentini, che sofferse la perdita del fratello maggiore di Yotam. Se rimanevo a bocca aperta davanti …