Dessert, Libri in cucina

Fichi sotto spirito tra vodka e Sauvignon

Non è cosa facile scrivere per te. Il problema non sei tu, ma io.
Iniziai a scrivere il blog per imparare a narrare il bello della vita ed ora con questi fichi davanti a me…non so come dirtelo.
E’ tutta una questione di piacere: cercato ed inaspettato, raffinato ed avvolgente, adulto e bambino.
Mi perdo in queste sequenza di sensazioni intense e piacevole a cui non sa dar voce. La voglia che tu trovi questo barattolo di fichi online mi porta a farmi mille e mille domande su come mescolare aggettivi e parole chiave.
Ma a te che importa. A te che non ancora non hai assaggiato questi fichi sotto spirito, cosa interessa? Il SEO o il Sauvignon? 🙂

Nostalgia della frutta sotto spirito

The Christmas Chronicles di Nigel Slater è stato uno dei primi incontri che ho fatto in una fuga dal web che è avvenuta in sordina. Mi sono rifugiata nel mio mondo viaggiando, leggendo, sfogliando ed impastando. Dopo tante ricette perfette per Dissapore avevo bisogno di vivere quel tempo e quel sapere che tanto decanto in quanto blogger. Questi quarant’anni (+1) mi fanno sentire un’adolescente in cerca di una mia identità.

Quando diventi grande succede che vuoi tornare piccola. E qualcosa di piccolo c’è in questi fichi. Appena letta la ricetta e scovata la vodka in casa ho rivisto davanti a me una copertina. Era un numero speciale di Bella. Credo che ora sia rintanato in uno degli scatoloni di mia madre, su in soffitta, lontano da occhi curiosi. Correvano gli anni Ottanta ed era scattata l’ora del sotto spirito nella fantasia collettiva. La copertina, con bordo rosso, rigurgitava barottoli colmi di frutta ed alcool. E per me quello era un cibo da grandi.

E ora, a quarant’anni (+1) quel cibo poteva essere mio. E lo è stato!
Sebbene l’ultima volta mi sia fatta viva parlando del foodwriting all’italiana, stavolta ho seguito un inglese e non me ne sono pentita. Fichi secchi già a novembre li avevo. Vodka spuntò dalla credenza. Un Sauvignon aperto c’era. Non mi rimase che comprare dello sciroppo d’acero e seguire Nigel nel suo Natale.

Dopo poco meno di due mesi e fichi furono perfetti.
Furono…beh un paio di loro è rimasto e soprattutto dell’alcol per cui allungare i prossimi pensieri c’è.

Fichi alla vodka di Nigel Slater

La dose che riporto e che ho seguito è metà di quella suggerita da Nigel Slater. Per due persone può bastare.

125 grammi di zucchero semolato
50 grammi di sciroppo d’acero
375 grammi di vino bianco secco (per me è stato un Sauvignon)
¼ di cucchiaino di anice in polvere
250 grammi di fichi secchi
125 grammi di vodka

Pulire e sterilizzare 1-2 barattoli di vetro, a seconda dello loro dimensioni. Riutilizzare dei vecchi barattoli è perfetto. La sterilizzazione non è necessario che sia così perfetta ed ossessiva come quella richiesta da una marmellata. Qui c’è l’alcol che aiuta.

Ed ora cominciamo a fare il lavoro vero e proprio.

Tagliare a metà i fichi secchi. Qualcuno può essere lasciato intero. Nigel Slater suggerisce di tagliare a metà solo metà dei fichi a disposizione.

In un pentolino mettere lo zucchero semolato assieme allo sciroppo d’acero, a vino bianco e all’anice. Unire anche i fichi.
Portare a bollore e poi abbassare la fiamma.
Il tempo di cottura dipende dalla consistenza dei fichi, che devono diventare morbidi. Indicativamente bastano 20 minuti dall’inizio del bollore.

Porre i fichi nel contenitore/i di vetro e ricoprirli col liquido di cottura.
Versare sopra la vodka.
Chiudere i barattoli e riporli per almeno un mese (ma è meglio due) in un luogo freddo e secco.

Saranno perfetti, a tempo debito, per concludere un pasto o per arricchire un momento di goduria pomeridiano. E Nigel ci tiene molto a sottolineare che l’alcol che accompagna i fichi non va sprecato, ma sorseggiato.