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Se ti portassi a Tresviso, in Cantabria

 

Tresviso non è Treviso. Tresviso è il pueblo della Cantabria orgoglioso del suo isolamento. Eppure dietro c’è il formaggio, perdona, un queso.
Non mi resta che svelare cosa ci ha portato lì e cosa abbiamo trovato.

Cosa porta a scegliere Tresviso

E’ bastata un’emozione condivisa. Con una telepatia che rasenta l’illusione, in due diversi uffici romani. Un giorno di tarda primavera è scattata la scintilla.

Ho trovato questo. Potrebbe fare al nostro caso.”
Mi piacciono le recensioni. Prenotiamo.”
Tutto quello che non dicono (queste) email. Poi, a casa sul divano, non ricordo chi ha cominciato.
La Taberna mi ha fatto pensare ai nostri posti.”
Io ho subito ricordato Bubion ed il Teide, ma anche …”
Cristosende…Anch’io!”
Andalusia e Galizia hanno quindi scelto dove avremmo passato tre notti in Cantabria.

Il paese più isolato di Spagna

 

Sul confine tra Cantabria ed Asturie, in bilico tra i Picos de Europa, ottanta abitanti vivono ed una ventina resiste pure d’inverno. Non sono hippie, neppure hipster, pur essendo una comunità internazionale.

Oggigiorno nulla è impossibile, nemmeno raggiungere Tresviso. Lo sappiano noi, lo sanno i camminatori che arrivano da Urdón e pure i due (o sono di più?) colombiani che vivono a Tresviso. Eppure ha la fama di paese isolato, il più isolato di Spagna.

Al di là dei giochi di parole, a Tresviso non c’è niente e non manca nulla, dopotutto dal 1995 c’è una strada a doppio senso di marcia. Mica cavoli!

Se anche tu partissi da Santander fino a Las Arenas, non avresti nulla di cui preoccuparti. Poi qualche tornante in più fino a Sotres. Da Sotres in poi nessun rischio, tranquillo. Basta un po’ di pazienza a fare quegli 11 chilometri a mezza costa. Preparati, però, a dar ragione a Google Maps. Da Las Arenas a Tresviso, per 29 km, 50 minuti e qualche secondo ti servono. Tranquillo, arriverai.

Te lo confermerà anche la “nonna” che ti anticiperà il primo tratto di strada piana che incontrerai. Cercherà, persino, di attrarre la tua attenzione. E tu, se gentile sarai, ti fermerai ad ascoltarla. Non ti chiederà un passaggio…Tranquilla, vorrà solo venderti dei guanti di lana fatti a mano.
Son sicura che l’incontrerai. L’ho vista recarsi “al lavoro” la mattina verso le nove 🙂

Ovviamente te ne scrivo da turista estiva. D’inverno è un’altra storia, che ci hanno raccontato alla Taberna. E che storia. Lo testimoniano le fotografie di Tresviso d’inverno di El Diario Montañes.

Fuori pioveva e noi gozzovigliavamo con un cafè con leche medio. Da dietro il bancone ci hanno sorriso e consegnato un raccoglitore. Mi immaginavo di scoprire il dietro le quinte di Tresviso ed in parte è stato così. Articoli ed articoli sul paese che è rimasto isolato per 28 giorni nel 2015. Causa? Neve, che altro vuoi che fermi questi qua.
21 persone, molte ritratte sorridenti all’arrivo degli spalaneve, dopo che un elicottero li aveva già riforniti. Dopotutto, a Tresviso non c’è un supermercato, nè un mercato, nè un panettiere. Solo una Taberna e questo basta!

La Taberna di Tresviso

A Tresviso incontrerai un Campo, di questo son sicura. Non a caso il produttore locale del Questo Picón de Bejes-Tresviso è Casa Campo. E forse, forse, alla Taberna servirà anche te Francisco Javier Campo Campo, sindaco di Tresviso. Ma non è solo storia recente. I Campo vivono a Tresviso da almeno il 1726 e dal 1926, prima con un bar e ora con una Taberna, accolgono i viandanti.

I tre fratelli Campo hanno ciascuno un suo ruolo. Feliciano si occupa della Taberna, Miguel del bestiame ed Javer del formaggio, che viene poi spacciato (anche) dalla  Taberna de Tresviso. 

Se mai volessi fare l’originale, l’unico altro fornitore di alloggi è El Tio Pablo con i suoi appartamenti. Però la Taberna ha il sidro (asturiano e non cantabrico).

La Taberna ha il pregio di raccogliere turisti impavidi, camminatori indefessi, locali. Dopotutto ha un bar, un ristorante vista Picos e stanze accoglienti. Il parcheggio, pur non essendo privato, lo controlli dalla finestra.

Ecco una peculiarità di questo paese: non mancano i posti auto. Ci hanno pensato (in tempo).

Il menu del ristorante è ricco come la cucina locale (dei Picos). Cocido montañés non si nega a nessuno. L’incontro tra fagioli, morcilla e chorizo, e pure verdure invernali assicura le energie giuste per cominciare a dissertare in cosa il cocido differisce dalla fabada asturiano. Ma siamo in Cantabria e andiamo oltre.
Dobbiamo arrivare al queso passando prima per la carne di ternera, alias vitello.

In fatto di postres – sì, è il turno dei dolci – semplicità è la parola d’ordine, ma nessuna tarta di queso o chocolate deluderà.

Il formaggio di Tresviso

L’ho lasciato per ultimo, ma non per antipatia.
Lassù a La Mesa eravamo solo io e la Cavia e volevo prima farti sentire l’aria di Tresviso e solo dopo servirti del Queso Picón de Bejes-Tresviso.

 

Il Queso Picón de Bejes-Tresviso è un formaggio blu semimolle. Il sapore è intenso, dicono piccante, eppure molto elegante in bocca. Dicono che somigli al Queso Cabrales, ma quello mi è sfuggito per confermarti alcunché.

Il nome definisce la zona di produzione del latte  e del formaggio. La DOP se l’è guadagnata nel 1994.

Le forme di Queso Picòn sono cilindriche, alte dai 7 ai 15 centimetri e con un diametro di massimo 20 centimetri. Il loro peso può raggiungere i 2.800 grammi, ma alla Taberna de Tresviso viene venduto in tagli piccoli, sottovuoto, ideali per buongustai, turisti e camminatori.

Il Queso Picón de Bejes-Tresviso è stato a lungo destinato solo all’autoconsumo. Alla Taberna si vantano ancora di aver cenato per anni con il loro formaggio.

Dal 2005 Casa Campo ha cominciato a produrre per la vendita il queso utilizzando il solo latte vaccino. Ha ben presto cominciato a ricevere un premio dopo l’altro.

Sì, manca la fotografia del formaggio. L’ho divorato e basta nella Taberna de Tresviso.
In altenativa, puoi rifarti gli occhi sulla pagina Facebook di Casa Campo.