I post degli altri che più ho amato: ancora ed ancora letture, online e non, che cerco di mettere in ordine mentre il 2016 volge al termine.
Mettiamo subito le cose in chiaro. Sì, un anno fa ho scritto I post degli altri che più ho amato nel 2015. Facebook me lo ha ricordato, io ci ho scherzato online e Mariachiara Montera ha preteso il bis. E’ tutta una congiura per distrarci online un bel po’.
In realtà questo 2016 meriterebbe un post molto più intimista dal titolo “Le parole che non ti ho detto quest’anno“. Sì, è stato un anno ricco, ma con poche ricette raccontate. Nulla sai della mania per la vinagrette esplosa questa estate. Se non mi segui su Instagram, potresti esserti persa quel solare fine settimana tra Ponza ed Il Faro della Guardia. Ultimamente, poi, ho ceduto al porridge. Insomma, c’è molto di taciuto e molto di raccontato diversamente dal mio solito sia su Your Brand Camp che su Dissapore.
Il fatto è che ad ogni lettura segue una reazione. Quindi eccomi qui, col tavolo imbandito di libri e mille videate di letture, fatte online, ad intasare lo schermo. Vediamo un po’ che effetto hanno su di te.
I post degli altri che più ho amato in fatto di …
Come direbbe mio padre, faccio finta di mettere in ordine. Lo faccio talmente bene che adotto la strategia del presunto super-ordinato papa (dopotutto, l’ordine assoluto esiste?). Infatti, divido per categorie il letto che merita di essere segnalato.
Leggere per cucinare o cucinare per leggere?
- Simply Nigella era nella wishlist per il Natale di un anno fa ora è su questo tavolo. Non ha convinto molti, forse perché Nigella cambia il tono di voce, pur mantenendo lo stesso acuto nell’abilità di comunicare. Le ricette sono semplici, ma non le definirei mai banali. Ai ravanelli al forno ho fatto seguire il burro di cocco nella dispensa e le pagine si sono appesantite di sottolineature attorno a parole come Bowlfood (cibo da ciotola, se la traduzione letterale mantenesse calda la poesia). I feel food with Nigella.
- Non so se mi crederai, ma Angela Frenda l’ho scoperta prima su carta e solo dopo l’ho inseguita su Twitter. Non so come mai ha chiesto anche a me un parere sul suo nuovo libro. Con La Cucina Felice non ha sfondato una porta aperta, quanto ha spalancato una finestra sul porridge. Da lì il passo è stato breve per raggiungere l’armonia di Alex Hely-Hutchinson di 26 Grains. La birra che incontra il porridge, il porridge che diventa torta o pane, il trucco del latte d’avena: basta un fiocco ed il rapporto diventa di stretta amicizia con una come Alex. Ed è un dato di fatto che per quei pranzi senza nome, quelli dei famigerati “tutti i giorni”, ora il porridge ha preso il posto dell’onnipresente vellutata.
- Pride & Pudding non le bastava. Regula Ysewijn ha messo il turbo alla sua determinata poesia con Belgian Café Culture. Chi ha la tinta (sì, tinta) giusta se non Regula per realizzare un ritratto dei caffè iconici del Belgio? Già la copertina racchiude un tocco grafico che solo i veri intenditori di birra sapranno apprezzare. Le pagine non fanno che svelare un intrigo viscerale tra parole, immagini, colori e voci. No, non è una causa persa difendere i luoghi che fanno un Paese. Faccio fatica a scegliere in quale dei 45 caffè belgi prendere la prossima birra. Ringrazio Nonno Bepi per avermi fatto tradurre ricordi in un commento e ringrazio Regula per aver trasformato quelle parole in un regalo per Natale.
- E’ successo! E’ successo! Ho fatto la mia prima casa di pan di zenzero ed i miei primi e veri Lebkuchen. Natale è passato, ma Ginger Bread Wonderland di Mima Sinclair sarà a portata di mano anno dopo anno. E tutto per merito di una fotografia su Instagram di Serena, alias Pici e Castagne. Della serie non lasciare ad un mesto destino i messaggi online, potresti scoprire una manualità che non sapevi di avere. Firmato: l’ex imbranata timorosa e l’ora consapevole MacGyver dello zenzero.
- Da La Spora a Elle France il passo è breve solo nel mio 2016. Non posso certo qui segnalarti un articolo su « Une ambition intime », l’émission de Karine Le Marchand : la pipolisation de la vie politique est-elle dangereuse ? che pure ha meritato di essere staccato dalla rivista e di finire nel mio, non tanto segreto, archivio. A te interessa di più il piglio di Daniele Gerkens capace di raccontare in mezza facciata Bon Comme du Banana Bread (sì, vorrei scrivere io così..e pure lì) o, ancora, Le B.A.-B.A. de la Patisserie Vegan.
Le b.a.-ba de la pâtisserie vegan https://t.co/A3gIIxx6gF pic.twitter.com/kbd79muEfX
— ELLE (@ELLEfrance) 13 novembre 2016
- Tanto vale rimanere impastati nel francese (molto maccheronico il mio) e scoprire Le pain fait sa révolution. Su come tradurre tutto questo nel mio mondo ci sto ancora lavorando su, mentre migliora il mio pane rustique con biga (ah, altra cosa del mio 2016: lo scontro lievito madre e biga. Per ora è in vantaggio la seconda). Mentre per chi non ce la fa più a scherzare, è uscito ad Agosto 2016 un reportage su How Syrian Bakers Are Making Bread Against All Odds.
- Per la serie, non finiscono le sorprese, tocca a Donna Hay convincerti a fare l’Impossible Pie in meno di 5 minuti. Limone e cocco con mezz’ora nel forno: tutto qua.
- Si è fatto tempo di berci su. Maggie Doherty racconta la vita di una “birraia”, ossia proprietaria della Kalispell Brewing Company. Dopottutto la birra è donna e la Pink Boot Society lo sa. Rimangono solo quei due o tre luoghi comuni da frantumare.
Di scrittura vanità
- C’è vanità nel voler raccontare il mondo attraverso non una, ma mille ricette. Poche ce la fanno. E tra quelle poche c’è Diana Henry, che oltre ad insegnarmi molto in fatto di pollo, merita articoli su Diana Henry writes hundreds of great recipes a year. How does she does?
E taccio tutta l’invidia per Diana Henry Owns 4,000 Cookbooks But Can’t Stop Buying. Meglio reagire con Pollo arrosto: la ricetta perfetta. - Sono nel pieno della fase Nicole Gulotta. Ho persino trovato un mantra, partendo da una parola, per il mio 2017 con la penna in mano: Stay Fresh, Stay Focused, Write.
- Se hai letto (dai, non sei l’unica a non averlo fatto) il post Il cibo diventa personaggio, già conosci Rachel Giesel ed i suoi tutorial su come dare un metodo al tuo desiderio di scrivere.
- AA Gill: sì, è morto. Sì, molti ne hanno scritto. E poi è arrivata Hadley Freeman a stupire con un post sincero come AA Gill’s fearless journalism was an inspiration – so why didn’t I tell him that?
- Con sempre qualcosa da insegnare su GooglePlus How to be a Better Food Blogger. 90 minuti che dal 2013 rimangono un punto di riferimento.
La star assoluta: la vita
- Mi è impossibile nascondere di aver scoperto Shonda Rhimes. Un anno di Sì, sebbene non mi ha sedotto e nonostante non mi sia identificata in Shonda ha lasciato potenti segni. Ho osato, ho ricevuto dei No, ho osato ancora e … ho iniziato l’avventura con Your Brand Camp. Prima che al libro ho detto sì al Ted Talk di Shonda Rhimes. Che effetto ti fa?
- Impossibile salutare il 2016 senza scrivere delle elezioni statunitensi. Lo dico: io sto con Hillary Clinton. Lo che si è sporcata le mani. La nonna della mia amica Alessandra diceva “A voler giocare con la m**da, ci si sporca”. Lei ha giocato, lo ha fatto per sé, ma torna utile anche a me.Io ho cominciato a realizzare i miei sogni nell’attimo in cui leggendo Hillary Clinton ho capito che nella vita non conta il coraggio, ma la determinazione ed il sapere osare. La meritocrazia pura, basata sulle capacità, è una chimera. L’osare ed il riuscirci è un fatto di cu*o, faccia tosta, capacità e scelte. Io non farei mai tutte le scelte di Hillary. Hillary non si riconoscerebbe mai in tutte le mie decisioni. Ma la sfrontatezza di Hillary mi aiuta a farmi notare. Quindi io stavo con Hillary Clinton. Michelle Obama ha fatto un discorso in favore di Hillary che rasenta la perfezione oratoria. L’ho visto ed analizzato, rivisto e studiato. Reagisci anche tu.
- Ed Hillary Rodham? Ha chiesto scusa, come ci si aspetta dalle donne, e ha ricordato che il mondo non finisce con lei e che tutto continua, battaglie della vita incluse. Sì, è il genere di discorso che ogni genitore dovrebbe saper fare sempre a chi si fida di lui. Pround of you, Hillary.
- Incantata dai video? Segnalo anche Marie Forleo con Elizabeth Gilbert e Tony Robbins. Da questi ho preso appunti.
- Vita o romanzo? Il paradosso del calabrone è un ebook che non mi aspettavo. Stefano Carboni svela apertamente non solo la sua capacità di scrivere, ma pure l’istinto di cogliere, più che l’attimo, gli anni pesanti dell’Italia. E’ la lettura ideale prima di dormire: ti toglie lo stress della giornata, lasciando a Luca, il protagonista, il compito di eliminare gli str***i che incontra. Lascia adito pure a molte riflessioni, ma pure rappresenta un bell’adattamento, a suo modo, dell’ispettore Callaghan. Coraggio leggilo 🙂
- O forse preferisci Nelle aziende trova lavoro il più stupido oppure ti fa fare sogni più tranquilli Un capo su cinque è psicopatico? Personalmente, continuo a prediligere Domitilla Ferrari con il suo 10 cose che ho imparato da un pessimo capo anche se dall’altra parte c’è Anna Wintour‘s Ideal Employee Has THESE Qualities.
- Peace, love and Learn to Love Networking.
Non ci rimane che reagire, creare mantra, scrivere, commentare anche nel 2017.
Che ne pensi?
Crediti: L’immagine di apertura è un dipinto di Renee Heinecke.